UAU! La Design Therapy per i Beni Comuni ed i Beni Culturali - QdS

UAU! La Design Therapy per i Beni Comuni ed i Beni Culturali

UAU! La Design Therapy per i Beni Comuni ed i Beni Culturali

giovedì 12 Maggio 2022

Processi e pratiche d’esercizio di una Creatività Estrema ed Integrata al servizio del Bene Comune e del Bene Culturale, per la generazione di un Paesaggio Risonante”

Tra gli obiettivi e le finalità individuati dalle proposizioni emerse nelle numerose, e goderecce chiacchierate da me condotte con il mio amico Vincenzo Castellana, recente Compasso d’Oro per aver realizzato una start up che ha messo in campo una strepitosa, preziosissima, collezione di arredi e complementi d’arredo denominata Desine con la piccola ebanisteria Dallegno sita a Grammichele, in provincia di Catania, vi è quello dell’analisi, riconoscimento e produzione di una nuova modalità d’intervento, in una traiettoria che si prospetta carica di enormi occasioni di impegno e di sviluppo che coinvolgono numerosi ambiti applicativi e dunque consistenti economie di sistema, quale è quella del Design dei Beni Comuni e dei Beni Culturali.

Puppy di Jeff Koon. Guggenheim di Bilbao
Puppy di Jeff Koons. Guggenheim di Bilbao
Puppy portachiavi
elementi del gioco monta e smonta del Kouros di Lentini
chiara-ferragni-uffizi-vogue
Double Space. Allestimento di Barber & Osgerby al V&A Museum di Londra
Double Space. Allestimento di Barber & Osgerby al V&A Museum di Londra
L’arch. Mannuccia con il Giovinetto di Mozia in mis in scala 1a1
Luminous Earth Grid. Stuart Williams, 1993. Opera di Land Art nel Paesaggio
piazza del Museo dell’Almoina, a Valencia
UAU. Logo del Progetto del Design dei Beni Comuni e Culturali di ADI Sicilia

Nello specifico, l’obiettivo che ci si pone di realizzare, per metter in atto il progetto UAU, Uman Ambient User, con l’ausilio necessario ed indispensabile delle energie e delle modalità estremamente efficaci di ADI Delegazione Sicilia, è quello di poter generare, attraverso l’utilizzo delle modalità caratteristiche d’esercizio proprie della disciplina del Design, opportune azioni di sviluppo per poter consentire, ogni qualvolta le condizioni ambientali lo esigano, una adeguata e soddisfacente, esaustiva, elegante e colta, mise en visione di determinati siti di particolare interesse archeologico.

Individuare dunque una serie di modalità proprie d’intervento, che possano divenire poi, elementi di riferimento nei confronti di una intera comunità di progettisti, impegnati ad agire nella direzione del recupero, ri-funzionalizzazione e fruizione del complesso e vastissimo panorama individuato nella geografia del patrimonio archeologico mondiale, inteso quale Bene Comune e Bene Culturale.

Uno strumento che attraverso il gioco sapiente del Design possa produrre la messa in esercizio di una adeguata terapia d’intervento, praticata attraverso l’utilizzo di pratiche e processi opportuni, per poter agire mediante linee guida di grande efficacia nel ridisegno delle azioni di ostensione, fruizione e gestione del Bene Archeologico. Con l’obiettivo di poter generare, mediante l’adozione del tale profilo d’esercizio una costellazione di interventi messi a terra (per utilizzare un termine proprio della disciplina del Marketing) sul territorio internazionale, dunque capaci di poter rappresentare un unicum, quali riferimenti da poter considerare nella generazione di un Paesaggio Risonante, emittente, partecipativo, propellente, integrato.

Oggi la costruzione, l’accesso, l’utilizzo e, com’è ovvio, il ri-utilizzo del bene comune e del patrimonio culturale, mediante gli strumenti propri dell’era digitale sta diventando un’opportunità concreta alla portata di molti: gestori, studiosi, curatori, cultori delle più diverse discipline e comuni cittadini. Numerosi studi sono stati condotti in tal senso da eminenti studiosi del settore, ma non esiste ancora allo stato dell’arte un concorso univoco nelle modalità di intervento e di conduzione delle problematiche complesse che emergono dall’ambito di ricerca.

Un eccessivo, incondizionato, mal programmato e gestito uso delle nuove tecnologie digitali, hanno realizzato e restituito un sistema di fruizione dei Beni Culturali e, ancor più di quelli di interesse archeologico, di grande inefficacia, dal respiro afasico, generato per lo più dall’assenza di adeguate ed efficaci linee guida d’intervento o, ancora da interventi rutilanti capaci di restituire l’esclusivo e pervasivo protagonismo narcisistico di alcuni progettisti, ben distante dai proponimenti che le comunità ove ubicato il Bene Comune intendevano poter realizzare.

Tale questione, capace di poter rappresentare inadeguate condizioni d’esercizio e malevoli frequenze, identiche a diverse latitudini del pianeta, pone numerosi e gravosi obiettivi di grande interesse nella comunità scientifica internazionale e, tempi di intervento estremamente celeri, pena il depauperamento e la perdita del patrimonio culturale degno di poter essere dato in ostensione.

Il contributo che può dare la disciplina del Design in tale ambito di applicazione, è legato alla origine di un forte impulso, di natura quantitativa e qualitativa, alla generazione ed allo sviluppo di serie di azioni orientate soprattutto all’interazione con l’ambito territoriale e le comunità che vi sono presenti, con la messa in atto di obiettivi e programmi scientifici più complessi ed ampi, per dimensione territoriale, nell’ambito delle inderogabili strategie della sostenibilità.

Allo stato, ci si trova impegnati nella messa in visione del Kouros di Lentini, recentemente rientrato in Sicilia dopo un anno di permanenza al museo di Atene, nella location del museo ubicato nel castello federiciano di Catania, insieme all’arch. Francesco Mannuccia, le Scuole siciliane del Design, houseofdesign(la piattaforma sul design messa in campo da MCA Group per l’azienda Russo & Di Mauro, NdA) ed ADI Delegazione Sicilia. La sfida di questa nuova ed avvincente operazione, passa dunque attraverso la delineazione di uno strumento che, attraverso il gioco sapiente del Design, possa produrre la messa in esercizio di una adeguata terapia d’intervento, praticata attraverso l’utilizzo di pratiche e processi opportuni, che consenta agli addetti ai lavori di poter agire mediante l’adozione di linee guida pratiche di grande efficacia, nel ridisegno delle azioni di ostensione, fruizione e gestione del Bene Comune e del Bene Culturale, in un paese che ha tanto da poter esprimere in tali traiettorie.

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