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Un leader innovatore a 360° il cui pensiero è ancora attuale

Adriano Agatino Zuccaro

Un leader innovatore a 360° il cui pensiero è ancora attuale

sabato 26 Ottobre 2019

Enrico Mattei protagonista del miracolo economico postbellico da cui ha origine Eni. Innovazione, ricerca, sostenibilità e capacità di dialogo rimangono i must dell’azienda

GELA (CL) Il 27 ottobre 1962 Enrico Mattei muore a bordo dell’aereo aziendale, che precipita durante un violento temporale mentre si sta avvicinando all’aeroporto di Linate. Sono trascorsi ormai 57 anni ma la “vicenda esemplare” dell’imprenditore di provincia che in poco tempo arriva ai vertici dell’Eni continua a destare spunti di riflessione tra addetti ai lavori e non.

“Un personaggio scomodo che non si cura di entrare in rotta di collisione con i poteri forti, sia in patria che all’estero”. L’incipit di “Potere e petrolio. La sfida di Enrico Mattei”, il documentario fruibile in rete sul sito dell’archivio storico Eni, non poteva essere più azzeccato. Un uomo che dal 1945 (data in cui fu nominato commissario liquidatore dell’Agip) alla sua morte si è reso protagonista di “una coraggiosa sfida che mirava all’indipendenza energetica dell’Italia mobilitando la creatività e l’intraprendenza del Paese”.

Sfida attualissima, che sin dal dopoguerra si fonda sulle citate parole chiave: creatività e intraprendenza e su una “idea di sviluppo che guarda alla libertà di mercato e al processo di integrazione europea”, afferma Simone Misani (docente di Storia contemporanea all’Università di Teramo). Riportare anno per anno le conquiste imprenditoriali di Mattei, il trascorso da partigiano, le vicende politiche risulterebbe didascalico e forse poco utile per una visione d’insieme riferita all’Eni di oggi, alle sfide e al coraggio del cambiamento che il settore energetico impone.

Impossibile, però, non accennare alle scelte che negli anni hanno cambiato il volto del Paese. Mattei ritiene indispensabile conquistare l’indipendenza economica. “Nel suo pensiero l’energia è il motore della modernizzazione e dello sviluppo del Paese”. L’Italia esce dalla seconda guerra mondiale “con le ossa rotte”.

L’Agip, di cui l’imprenditore viene nominato Commissario straordinario nel 1945, è una scatola vuota che gli alleati vorrebbero destinare alla liquidazione. Mattei prende tempo e quando nel 1946 affiora il metano a Cavriago (Reggio nell’Emilia) parte una corsa per l’accaparramento delle concessioni.

Iniziano gli anni febbrili della metanizzazione e della motorizzazione: Mattei ha creduto nel metano ma non ha smesso di cercare il petrolio e lo trova a Cortemaggiore, borgo piacentino. Si giunge al 1952 ed è evidente che l’Agip non è in liquidazione; la sua punta di diamante vuole un marchio: parte il concorso internazionale a cui partecipano 4.000 artisti e viene fuori lo storico cane a sei zampe. Aggiungiamo, dunque, un’ulteriore parola chiave: pubblicità, per poi approdare al termine più abusato dalla politica odierna, i giovani. Mattei decide che in azienda non saranno assunti coloro i quali uscivano dalle aziende petrolifere private e fissa l’età massima per fare i dirigenti a 35 anni, il più vecchio dei suoi storici dirigenti aveva 41 anni.

Imperversa intanto la battaglia con le “7 sorelle”, le compagnie petrolifere concorrenti riunite in un cartello. Cortemaggiore non può sopperire al fabbisogno petrolifero in ascesa, serve prodotto importato. L’Agip cerca l’accesso diretto alla materia prima, si muove in maniera indipendente, cercando nuovi accordi e nuove alleanze commerciali fondate su un “capitalismo etico” fuori dagli schemi colonialisti.

Diventa necessario dare voce agli sforzi che l’azienda portava avanti e ottenere i favori dell’opinione pubblica; ecco l’idea di fondare un quotidiano, Il Giorno, e di chiamare i più importanti registi dell’epoca per documentare e raccontare l’Ente Nazionale Idrocarburi.

Mattei fu un leader innovatore a 360 gradi, un protagonista del miracolo economico postbellico che seppe trasformare un’azienda destinata alla liquidazione (l’Agip) in una multinazionale, l’Eni, che dal 1953 è un punto di riferimento nel panorama mondiale.

Cosa resta dell’eredità di Mattei, della sua visione? Nell’epoca dei biocarburanti, dell’energia “pulita”, Eni si è intestata una serie di azioni e impegni per lo sviluppo sostenibile che partono dalle battaglie degli anni ‘50 per un capitalismo etico e per un’azienda aperta ai giovani. Innovazione, ricerca, sostenibilità e capacità di dialogo rimangono i must dell’azienda. Eni nel solco di Mattei scrive sul proprio sito: “Riconosciamo che la principale sfida del settore energetico sia il bilanciamento tra la massimizzazione dell’accesso all’energia e la lotta al cambiamento climatico e per questo abbiamo modificato il mix energetico che ci consente di ridurre il nostro impatto sul Pianeta.

Il modello guida l’integrazione della sostenibilità in tutte le attività dell’azienda – dalla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra al rispetto per l’ambiente; dai diritti umani alla formazione delle persone; dalla promozione dello sviluppo locale all’accesso all’energia”. La sfida continua.

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