Cosa significa essere il presidente degli Stati Uniti d'America - QdS

Cosa significa essere il presidente degli Stati Uniti d’America

Paola Giordano

Cosa significa essere il presidente degli Stati Uniti d’America

martedì 29 Dicembre 2020

Nel libro "Una terra promessa” di Barack Obama descrive la prima parte del suo appassionato e personale racconto su cosa voglia dire, a 360 gradi, guidare la nazione più potente del mondo

Una terra promessa

Autore: Barack Obama
Editore: Garzanti
Anno pubblicazione: 2020
pp. 848, euro 26,60

L’autore non ha bisogno di presentazioni. E nemmeno il suo libro, “Una terra promessa”, necessita di molti preamboli. Bastano a definirlo le parole nella premessa: “un invito a reinventare il mondo ancora una volta e a realizzare attraverso il duro lavoro, la determinazione e una buona dose di immaginazione, un’America finalmente in sintonia con quanto di meglio alberga in noi”.

Dopo i bestseller “I sogni di mio padre” e “L’audacia della speranza”, Barack Obama firma la prima parte del suo appassionato e personale racconto di cosa significhi, a 360 gradi, essere il presidente degli Stati Uniti. Ricordando, sin dalle prime pagine, che l’incarico da lui ricoperto per otto anni, per quanto prestigioso fosse, “rimane pur sempre e solo un lavoro”.

Se l’intento iniziale era quello di scrivere un unico volume di non più di cinquecento pagine, in corso d’opera Obama ha optato per dividere la sua storia in due parti: l’una – in libreria da fine novembre – incentrata sul suo primo mandato alla Casa Bianca (dall’affermazione nelle primarie nel 2008 all’uccisione di Osama Bin Laden nel 2011), l’altra – sulla quale inizierà a lavorare nel 2021 – sarà dedicata a tutto il suo secondo mandato fino alla vittoria di Trump e alla nascita del movimento Black LivesMatter.
In quella che può essere considerata la prima metà della stessa mela, attraverso la minuziosa esposizione di dettagli, sembra di avere davanti agli occhi Obama raccogliere le idee nel Portico di West Wing prima di ogni incontro in agenda, prepararsi mentalmente a una decisione da prendere o passeggiare tra i corridoi della Casa Bianca “con passo hawaiano, come ripete Michelle”.

A colpire è poi il perfetto intreccio tra narrazione – senza filtri – dell’esperienza politica e aneddoti personali, che non solo arricchiscono la storia ma contribuiscono a far capire chi sia l’uomo che la sta raccontando, da dove provenga, com’è diventato quel che è. Un esempio su tutti: l’excursus dedicato alla capacità di mantenere compostezza nel bel mezzo di una crisi. Un tratto della sua personalità – spiega Obama nel libro – legato senz’altro al suo temperamento ma non solo: in gioco – ammette Obama – c’è anche un altro fattore: “nelle situazioni critiche tendo a comportarmi come mia nonna”. Ed ecco che la spiegazione di un particolare tratto della sua personalità diventa l’occasione per aprire una parentesi lucida e al tempo stesso tenera dedicata ad una delle donne più importanti della sua vita.

Con questo primo volume, Obama sperava di offrire insomma una “rappresentazione onesta” dell’essere presidente ma ad essa si aggiunge – ed è forse l’aspetto più affascinante dell’opera – quella altrettanto onesta ma più intima dell’essere uomo.

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