Fabbriche chiuse in Italia aperte in Germania - QdS

Fabbriche chiuse in Italia aperte in Germania

Carlo Alberto Tregua

Fabbriche chiuse in Italia aperte in Germania

martedì 21 Aprile 2020

Una nave senza capitano o con un capitano incompetente finisce in naufragio, com’è capitato alla nave Costa Concordia che si arenò sulle coste dell’isola del Giglio. Il capitano di quel vascello, Francesco Schettino, fu il primo ad abbandonare la nave tanto da essere redarguito e invitato a ritornare al suo posto. La sua vigliaccheria peggiorò la situazione e spiegò anche perché avvenne il naufragio.
Un’impresa non può progredire, crescere, generare ricchezza e occupazione se al suo vertice non c’è un capo degno di questo nome, dotato non solo di carisma e di volontà, ma anche capace di vedere lontano, di intuire i movimenti del mercato e della politica nazionale e internazionale e di muovere le leve in modo che la navigazione avvenga in tutta sicurezza e il porto (il risultato) si raggiunga.
Chi non è dotato degli attributi mentali sopra indicati, chi non ha sufficiente esperienza e competenza, difficilmente può condurre la propria nave (impresa) a destinazione. Più probabilmente la porta dritta sugli scogli del fallimento.

Stesso discorso vale per l’azienda pubblica e tutte le sue diramazioni. Lo Stato, le Regioni, i Comuni e quelle larve che sono ancora le Provincie regionali, sono gestite in buona misura da persone incompetenti e incapaci di collegare il presente con il futuro, dopo avere valutato il passato. Quest’ultimo è una banca dati preziosa, che può fornire suggerimenti e soluzioni a piani che dovranno essere sviluppati e portati avanti successivamente.
La questione è ben chiara e solo chi non vuol vederla non la vede. Chi non vuol vederla? Gli incompetenti e gli incapaci, che cercano comunque di arraffare una posizione non meritata, in compenso dotati di un forte egoismo e della voglia di fare quello che a loro conviene, ovviamente a scapito di ciò che conviene all’intera Comunità.
Questa rapida rassegna non vuole essere metaforica, ma dire con estrema chiarezza come il nostro Paese non abbia avuto in questi ultimi decenni un vero comandante, cioé una personalità di spicco capace di guidarlo nei meandri delle difficoltà internazionali. La prova? Il regresso continuo della situazione socio-economica, che è sotto gli occhi di tutti.
Un imprenditore italiano che ha una fabbrica in Italia e una analoga in Germania, ha chiesto pubblicamente perché quella nostra si dovesse chiudere e quella nel territorio tedesco invece potesse continuare a operare.
E poi, perché queste chiusure drastiche del nostro Paese che ha un numero di morti elevato, mentre in Germania, che ha adottato provvedimenti più elastici, vi è un numero di morti e di contagiati inferiore?
La follia dei tamponi a tappeto in Germania non si fà. Quando i cittadini si presentano negli ospedali perché hanno qualche sintomo, vengono visitati e se i medici non riconoscono nei sintomi una possibile presenza del virus, non fanno i tamponi.
Perché questi tamponi di massa in Italia? Quanti miliardi occorrono per i reagenti, per l’attività sanitaria, per il personale? Dietro tutto questo non c’è corruzione o la spinta a spendere e a spandere senza una vera necessità?
È affiorata già l’ipotesi di una ragione speculativa dietro questo immenso ambaradan della nave Italia senza comandante, che nei prossimi mesi rischierà di andare sugli scogli.

In ogni caso, è indispensabile tornare presto alla normalità. Quasi certamente prima di lunedì 4 maggio saranno consentite delle riaperture di attività sia nel settore industriale che nel commercio al dettaglio. In atto, in base al Dpcm del 10 aprile, sono già aperte trentadue attività di commercio al dettaglio (allegato numero 1 e numero 2) e numero ottantanove attività diverse (allegato numero 3).
Ma qui è urgente riaprire negozi, bar e ristoranti, rimettere in moto tutta la gente che ha subito con grande pazienza una clausura sicuramente eccessiva rispetto alla reale gravità del virus, se paragonata a tutte le altre nazioni europee, dalla Polonia, alla Svezia e alla Danimarca, che hanno avuto comportamenti molto diversi.
Urge quindi il ritorno alla normalità, ovviamente con tutte le precauzioni che si possono condensare in una sola: non bisogna toccarsi né stare vicino ad altri, stringere la mano o abbracciarsi e contemporaneamente usare il disinfettante per mani, bocca, occhi e naso. Basta allarmismi, ritorno al buonsenso, scacciando la paura illogica e irragionevole.

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