Uno sguardo al futuro senza ricambio generazionale
RICHMOND (VA) – A sette mesi di distanza dalle elezioni presidenziali americane del 5 novembre, tutto sembra scontato, almeno per quanto riguarda le candidature. Ad affrontarsi sono il presidente uscente Joe Biden (democratico) e l’ex presidente Donald Trump (repubblicano). Ai due si aggiunge il terzo incomodo, il candidato indipendente Robert F. Kennedy jr.
Un sondaggio effettuato dal Wall Street Journal qualche settimana fa riportava un vantaggio di Trump rispetto a Biden nei cosiddetti “swing states”, ovvero i sette “stati in bilico” che storicamente alle elezioni giocano un ruolo cruciale (Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, nella Rust Belt; North Carolina e Georgia al Sud; Arizona e Nevada all’Ovest). Gli americani oltre a manifestare una grande insoddisfazione per l’età anagrafica dei due candidati, sono convinti che l’economia stia subendo gli effetti dell’inflazione, nonostante tutti gli indicatori siano positivi con un mercato solido.
Usa 2024, i migranti
Nel corso del suo mandato l’amministrazione Biden non è riuscita a gestire il flusso dei migranti, ma sul fronte repubblicano le parole forti utilizzate da Trump durante un comizio in Ohio nei confronti di questi ultimi, definiti come “animali”, potrebbero giocare contro al tycoon, considerando anche che sotto questo aspetto la sua amministrazione non è riuscita a fare di meglio.
Usa 2024, la politica estera
Le guerre in Ucraina e in Medio Oriente rappresentano un punto debole per Biden, che fino ad adesso non è riuscito a centrare l’obiettivo del cessate il fuoco. Inoltre il recente finanziamento da 95 miliardi approvato da Camera e Senato Usa per fornire aiuti militari a Ucraina, Israele e Taiwan ha comportato come conseguenza numerose manifestazioni pro-Palestina in tutte le università d’America.
Trump ha addirittura promesso che nel caso in cui dovesse ottenere un secondo mandato alla Casa Bianca sarebbe in grado di “far finire la guerra in Ucraina nel giro di 24 ore”, anche se non ha mai spiegato cosa intende fare nello specifico.
Usa 2024, la questione anagrafica
Dal punto di vista anagrafico su Biden ci sono forti dubbi legati all’età. L’attuale presidente avrà 82 anni subito dopo il voto. Inoltre nemmeno Trump, che a giugno compie 78 anni, può dire di essere un ragazzino. Già nel 2020, Biden e Trump erano la coppia di rivali più anziani nella storia delle elezioni americane. Al momento della vittoria Biden è diventato il presidente più anziano di sempre, superando Ronald Reagan, eletto la seconda volta a quasi 74 anni. Quest’anno, i due candidati insieme fanno 160 anni.
Forse è proprio questo il tema centrale di queste elezioni, che rappresentano un contesto in cui la politica americana, che per anni ha fatto scuola in tutto il mondo, si ritrovi ad affrontare un serio problema di ricambio generazionale.
Usa 2024, i punti di debolezza dei due candidati
Durante questa fase delle primarie sono emerse le debolezze dei due candidati alla Casa Bianca. Un quinto dei repubblicani sostiene di non avere intenzione di votare Trump e una grossa fetta di democratici, tra cui anche gli arabo-americani, insoddisfatti per il mancato cessate il fuoco a Gaza, non avrebbe intenzione di votare Biden.
Sul cammino dell’attuale presidente, gli ostacoli maggiori sono l’età e la scarsa popolarità. Per quanto riguarda Trump, le magagne sono soprattutto giudiziarie e finanziarie, perché le spese legali per i processi sono estremamente costose e fino ad adesso i donatori repubblicani sono stati meno generosi di quelli democratici.
Usa 2024, i precedenti
Le prossime elezioni presidenziali americane saranno una rivincita del 2020. Il prossimo 5 novembre Donald Trump e Joe Biden saranno nuovamente uno contro l’altro. Un presidente contro un ex presidente, non accadeva dal 1956, quando il repubblicano Dwight Eisenhower, che era stato eletto nel 1952, riuscì ad ottenere un secondo mandato, imponendosi sul rivale democratico Adlai Stevenson.
Inoltre è la seconda volta che un candidato di uno dei maggiori partiti si presenta per tre volte di fila avendo perso nel mezzo un’elezione: il precedente risale al 1884, quando il democratico Grover Cleveland vinse alla prima candidatura nel 1884 per poi perdere nel 1888 contro Benjamin Harrison e riconquistare la Casa Bianca nel 1892.
Usa 2024, i temi della campagna elettorale
La campagna elettorale verso Usa 2024 diventa sempre più intensa e il modo in cui verranno affrontate certe tematiche farà la differenza. Fino ad adesso tutto è ruotato attorno alle guerre, all’aborto e all’economia. Sul fronte economico gli americani sono convinti che Trump sia più affidabile rispetto a Biden, mentre l’aborto rappresenterebbe un punto di forza per l’attuale presidente, poiché la sentenza con cui nel 2022 la Corte Suprema, composta in gran parte da giudici eletti da Trump, ha cancellato il diritto all’aborto è ancora oggi motivo di proteste.
Tuttavia nell’ultima manifestazione che si è svolta a Washington, gran parte dei manifestanti pro-aborto si è rivolta in modo critico contro l’amministrazione Biden perché secondo loro il presidente non avrebbe fatto nulla per invertire questa rotta.
Usa 2024, il primo precedente giudiziario
In questo mese di aprile, giunto ormai al termine, abbiamo assistito ad un evento destinato a rimanere nella storia. Per la prima volta un ex presidente è comparso in un aula di tribunale con l’accusa in un processo penale. È accaduto a New York, dove Trump e i suoi legali, tra una sentenza e l’altra, stanno cercando di difendersi dall’accusa di aver pagato in nero la pornostar Stormy Daniels con 130mila dollari per comprare il suo silenzio su una relazione risalente al 2006, anno in cui l’ex first lady Melania era incinta del figlio Baron.
I processi contro Trump conducono le prossime elezioni in un terreno fino ad adesso inesplorato. Non era mai accaduto che un candidato alla Casa Bianca si ritrovasse a dover fronteggiare 88 capi d’accusa in quattro processi nel bel mezzo di una campagna elettorale. Il magnate ha chiesto l’immunità alla Corte Suprema per le azioni compiute quando ricopriva il ruolo di presidente degli Stati Uniti. I giudici stanno prendendo tempo per valutare e a quanto pare l’unico processo che per adesso rischia di vedere una sentenza definitiva prima del voto è quello attualmente in corso a New York, poiché riguarda un periodo in cui il tycoon non era ancora alla Casa Bianca.
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