Paura ed emozioni plagiano i cittadini - QdS

Paura ed emozioni plagiano i cittadini

Carlo Alberto Tregua

Paura ed emozioni plagiano i cittadini

mercoledì 29 Aprile 2020

In questi venticinque secoli, tutti i gruppi di potere delle Comunità si sono posti una questione di fondo: come plagiare i cittadini, come rendere innocue le loro volontà, come indurli a fare o a pensare quello che interessa alla classe dirigente.
La risposta comune data a questi obiettivi è stata sempre la stessa: tenere la popolazione nell’ignoranza maggiore possibile, perché proprio l’ignoranza non consente di valutare bene i fatti, di conoscere il passato e, per conseguenza, di prospettare il futuro.
Cosicché dittatori hanno potuto portare intere popolazioni a guerre tremende che hanno falcidiato milioni di persone, hanno potuto arricchirsi e con loro tutta la marmaglia che li circondava, insomma hanno creato disastri approfittando dell’ignoranza generalizzata.
Ai tempi nostri, quando una sorta di democrazia è prevalsa, la tecnica di conduzione delle popolazioni è cambiata, ma sostanzialmente non sono cambiati gli obiettivi sottostanti.

Ai tempi nostri i governanti, o chi intende agguantare il Potere, ha capito che bisogna parlare alla parte animalesca dei cittadini e cioé alla cosiddetta “pancia”, che è il luogo dove si condensano gli istinti primordiali.
Parlando alla pancia si evita di fare ragionare gli interlocutori, si tiene in una sorta di terapia intensiva il loro cervello, che così non è in condizione di funzionare e si inducono gli stessi a compiere scelte irrazionali, perché essi hanno pensato non con la propria testa, bensì con quella degli altri.
Probabilmente ricordate il famoso film “The Truman Show”, in cui il protagonista viveva in una realtà che non era reale, fino a quando, alla fine, rompe le paratie della scena ed entra nella realtà vera.
Ora, i fanfaroni che pontificano da radio e televisioni, o che scrivono stupidaggini, hanno l’obiettivo di anestetizzare gli interlocutori, i quali non riescono a opporsi per la stessa ragione prima indicata: non usano la propria testa.
Cosicché passano per vere: menzogne, calunnie e inganni, inquinando un’informazione peraltro non ben rappresentata da chi avrebbe il dovere di riportarla sempre in modo completo e obiettivo, dopo averne verificato le fonti.
Fra le mistificazioni, ve ne è una in particolare e cioé che: l’insufficienza e l’inefficienza complessivamente dimostrata dal Servizio sanitario nazionale, fatti salvi gli eroici medici, infermieri e operatori in prima linea, sono state frutto del taglio dei finanziamenti. Esse sono invece aumentate in questi ultimi anni di oltre cinque miliardi.
La menzogna è stata propagata per nascondere corruzione, sprechi, inefficienze, collusioni, favoritismi e altri comportamenti analoghi.
Non si capisce perché il servizio sanitario italiano non prenda a modello quello tedesco, svizzero o svedese per diventare più efficiente. O forse si capisce. Infatti, l’efficienza si conquista inserendovi i valori di responsabilità e merito, oggi assenti, con conseguente utilizzo di un sistema premio-sanzionatorio dei dirigenti di tutte le fasce, i quali invece percepiscono premi a prescindere dai risultati ottenuti.
Al contrario, il loro emolumento dovrebbe essere misto: una parte fissa e una seconda variabile in relazione agli obiettivi raggiunti.

Le carenze della classe politica e di quella burocratica sono emerse con chiarezza nella vicenda che gli italiani stanno attraversando con grande pena fisica, psicologica, economica e sociale, perché i governanti non hanno trovato il complesso delle soluzioni necessarie e tempestive.
Hanno tentennato, hanno traccheggiato, hanno perso tempo, con la conseguenza che l’epidemia non è stata bloccata immediatamente, come invece è accaduto nella terra teutonica o in altri Paesi, dove le attività sono già riprese e il danno economico-sociale è stato ridotto al minimo.
Ma tant’è, ogni popolo ha la classe dirigente che si merita, anche se il demerito non è tutto suo. Infatti esso è di quella scuola che non ha sufficientemente aperto la mente dei giovani, i quali quando crescono hanno “le pigne nella testa” e cioé pensano di poter avere tutto e subito senza fare sacrifici, sbracciarsi o sudare.
Ovviamente il discorso non va generalizzato perché vi è una classe di giovani volitiva, che vuole crescere e che diventerà, ci auguriamo nell’interesse di tutti, la futura classe dirigente, per condurre l’Italia in modo adeguato, non come ora!

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