Vaccini, al via il mix, anticipo Pfizer e Moderna - QdS

Vaccini, al via il mix, anticipo Pfizer e Moderna

redazione web

Vaccini, al via il mix, anticipo Pfizer e Moderna

mercoledì 16 Giugno 2021

Eterologa per chi, con meno di 60 anni, ha avuto inoculata la prima dose con Astrazeneca. Le Regioni si adeguano. Intanto il commissario Figliuolo cerca di far arrivare prima i vaccini mRna

“Il piano è sostenibile, arriveranno 54,5 milioni di dosi” di vaccini a mRna entro fine settembre che consentiranno di “coprire l’80% della platea di vaccinabili”.

Lo ha confermato il commissario per l’emergenza Covid Francesco Figliuolo, per sottolineare che, nonostante la rimodulazione del Piano vaccinale dopo la decisione di non somministrare dosi di Astrazeneca a chi ha meno di 60 anni, con l’anticipo degli arrivi di Pfizer e Moderna, non dovrebbero esserci rallentamenti.

Per chi ha avuto inoculata la prima dose con Astrazeneca, dopo giorni di polemiche, sono partiti nelle Regioni – compresa la Campania dopo il dietrofront di Vincenzo De Luca -, i richiami con Pfizer e Moderna.

Cambio in corsa del Piano

Il cambio in corsa del Piano è stato reso possibile dalla decisione del Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo di mettere mano alle riserve strategiche per redistribuire le dosi nelle Regioni.

E l’ipotesi – per mantenere l’obiettivo dell’immunità di gregge entro settembre – è quella di chiedere un anticipo delle consegne di Pfizer e Moderna previste per il terzo trimestre.

Intaccate le riserve strategiche

Intaccare le riserve strategiche (nell’hub di pratica di Mare è stata accantonata una quota di dosi pari all’1,5% di tutte quelle arrivate finora, dunque circa 675mila) ha consentito di bilanciare con undici Regioni le dosi e di fare i richiami.

Ma il Commissario sa che viaggia sul filo e per questo non ha escluso la possibilità che l’Italia possa chiedere più dosi di Pfizer e Moderna.

Più dosi di Pfizer e Moderna

“Al momento non c’è una richiesta ma stiamo studiando – ha detto Figliuolo – perché avere una riserva non guasta mai e quindi ben vengano, qualora dovessero arrivare, dosi aggiuntive e anticipazioni di quelle nell’ultimo trimestre”.

D’altra parte era stato lo stesso Figliuolo, già in maggio, a sostenere che le dosi di Pfizer e Moderna non sarebbero bastate.

Al verbale del Cts del 17 maggio sono allegati due documenti. Il primo indica le dosi di vaccino previste da maggio a settembre: 53,5 milioni di Pfizer e 17,5 di Moderna per un totale di 71 milioni.

Il secondo è invece una lettera nella quale Figliuolo scriveva che “alla luce del numero delle persone già vaccinate” e di quelle che hanno fatto la prima dose con vaccino a mRna e devono fare il richiamo “sono stati definiti i fabbisogni di vaccini mRna necessari per ultimare la campagna vaccinale entro settembre in circa 73 milioni di dosi a fronte di un previsionale di afflusso di circa 68 milioni di dosi fino al termine del terzo trimestre”.

Vaccini mRna insufficienti

In sostanza, concludeva, “il fabbisogno di vaccini mRna risulta superiore al previsionale delle forniture”.

Cinque milioni di dosi in meno ai quali vanno aggiunte le 900mila destinate a chi ha fatto la prima dose con Astrazeneca e ora deve fare la seconda con Pfizer e Moderna e le 4,6 che servono per vaccinare – con entrambe le dosi – i 2,3 milioni di 12-15enni.

In tutto, dunque, 10,5 milioni di dosi in più rispetto a quelle disponibili secondo i piani di maggio.

Domani si riuniscono le Regioni

Le Regioni si vedranno domani, con all’ordine del giorno questioni di ordinaria amministrazione, ma è probabile che si torni sul tema.

Anche perché, lo dice lo stesso presidente della Conferenza Massimiliano Fedriga, i presidenti non ci stanno a passare per i responsabili del caos.

“Non sono state le Regioni ad andare in ordine sparso – ha sostenuto il rappresentante della Lega -, c’è stata molta confusione da parte degli organismi regolatori e mi preoccupa questa comunicazione convulsa che rischia di danneggiare la campagna vaccinale”.

La retromarcia di De Luca

La retromarcia di De Luca però è stata evidente: il governatore della Campania aveva sostenuto che non avrebbe più somministrato a nessuno Astrazeneca e Johnson & Johnson ma adesso si è adeguato ai dettami ministeriali.

A fargli cambiare idea la lettera di risposta che il Ministero della Salute ha inviato alla sua “nota tecnica”.

“I dati attualmente disponibili, derivanti da due studi clinici condotti in Spagna e Inghilterra forniscono informazioni rassicuranti in merito all’efficacia (in termini di buona risposta anticorpale) e alla sicurezza (in termini di accettabilità degli effetti collaterali)” del mix di vaccini.

Le punture in farmacia con J&J

Chiusa una questione rischia ora di aprirsene un’altra: quella delle punture in farmacia con J&J, l’unico altro vaccino a vettore virale per il quale però c’è solo una raccomandazione a utilizzarlo per gli over 60.

“Stiamo aspettando dal Ministero una risposta sull’utilizzo dopo le ultime indicazioni”, annuncia Federfarma mentre la Federazione dei medici di famiglia chiede all’Aifa posizioni “nette e definitive” da tradurre in maniera “chiara e affidabile” ai cittadini.

Certo è che se rimarrà, come è scontato, il no per gli under 60 e non si troverà una soluzione per somministrare i vaccini a mRna nelle farmacie, l’iniziativa partita da meno di un mese rischia di bloccarsi.

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