Vendite al dettaglio, a luglio 2022 crescita ma pesa l'inflazione - QdS

Istat, a luglio vendite in crescita ma rimane lo “scenario drammatico” sui consumi

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Istat, a luglio vendite in crescita ma rimane lo “scenario drammatico” sui consumi

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mercoledì 07 Settembre 2022

Ecco i dati Istat sulle vendite al dettaglio per il mese di luglio 2022 e lo scenario "drammatico" dipinto da Federdistribuzione.

L’Istat ha diffuso i dati sulle vendite al dettaglio di luglio 2022, rilevando una crescita rispetto al mese precedente (+1,3%). Una crescita che riguarda sia la vendita di beni alimentari (+1,2%) sia di quelli non alimentari (1,3%).

“A luglio, rispetto al mese precedente, tornano a crescere le vendite sia per i beni alimentari sia per quelli non alimentari, anche al netto della componente di prezzo. A livello tendenziale prosegue la divergenza tra l’andamento positivo delle vendite in valore e quello negativo dei volumi, in flessione per il secondo mese consecutivo. Tra le forme distributive, sono in crescita la grande distribuzione e il commercio elettronico, quest’ultimo in decisa ripresa dopo la flessione dello scorso mese”. Questo è il commento dell’Istat agli ultimi dati pubblicati.

Nonostante la crescita delle vendite, continuano a pesare i rincari e l’accelerazione dell’inflazione. Lo conferma il commento ai dati Istat di Federdistribuzione.

Aumentano le vendite, ma pesa l’inflazione

Secondo i dati Istat, sono in crescita le vendite dei beni non alimentari (+2,7% in valore e +1,0% in volume); quelle dei beni alimentari, invece, registrano un aumento in valore (+6,1%) e una diminuzione in volume (-3,6%).

I beni non alimentari con variazioni tendenziali positive e aumenti maggiori sono: dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia (+8,2%) ed elettrodomestici, radio, tv e registratori (+6,9%).

“I dati relativi alle vendite al dettaglio di luglio risentono della recente accelerazione dell’inflazione e registrano l’effetto positivo del periodo estivo e della voglia delle famiglie di ritrovare una nuova normalità dopo due estati influenzate negativamente dalla pandemia. Analizzando i dati tendenziali, però, emerge come l’andamento dei volumi di vendita continui a registrare segnali di rallentamento“, commenta Carlo Alberto Buttarelli, Direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione.

“Sulla contrazione dei consumi pesa il clima d’incertezza delle famiglie, che per difendersi dall’aumento dei prezzi stanno modificando le proprie scelte d’acquisto. Registriamo infatti una contrazione delle vendite di prodotti di fascia premium, e una crescita delle fasce di primo prezzo, segno di un orientamento maggiore alla convenienza. Un trend che, se fosse confermato nei prossimi mesi, potrebbe mettere a rischio le filiere produttive italiane di eccellenza”.

Secondo Buttarelli, cresce l’attenzione ai costi e si mira ai prodotti con un buon rapporto qualità-prezzo, come quelli a Marca del Distributore. L’inflazione, purtroppo, incide sul potere d’acquisto delle famiglie. Questo vale soprattutto per le materie prime e l’energia.

Il nodo dei costi energetici

Sulle vendite al dettaglio pesa anche la pressione dei costi energetici, “più che triplicati in poche settimane”.

Secondo Federdistribuzione, si tratta di un problema che “mette a rischio la tenuta economica delle imprese che, senza interventi immediati da parte del Governo, potrebbero essere costrette a chiudere numerosi punti vendita”.

“Un’incidenza così forte dei costi sui conti economici delle aziende rischia altresì di alimentare ulteriormente la spirale inflazionistica del Paese e appesantire il peso del carrello della spesa di altri 2 o 3 punti percentuali, rispetto al +9,7% già registrato ad agosto. Uno scenario drammatico per i consumi interni e per il livello di fiducia delle famiglie”, conclude Buttarelli.

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