"Dobbiamo creare un asse trasversale con i paesi che hanno una storia e tradizione agroalimentare simile alla nostra", ha detto il presidente
“Qualsiasi abuso di prodotto crea una stortura nella qualità della vita di un cittadino, ma la corretta alimentazione e la corretta quantità ti valorizza e ti nobilita e si traduce in un risparmio economico per le istituzioni perché un bicchiere di vino al pasto fa bene alla salute. Non fa male. Se noi guardiamo ai centenari non c’è ne una che non si sia alimentata con la carne, che non abbia bevuto latte, che non abbia consumato extravergine o bevuto vino. Non è una banalizzazione ma è evidenziare ciò che fa bene rispetto alla vita delle persone”. Lo ha detto il presidente di Coldiretti nazionale, Ettore Prandini, durante l’incontro promosso da Coldiretti Toscana al salone “Taste”, organizzato da Pitti Immagine alla Fortezza da Basso a Firenze.
Le etichette
“Se noi parliamo di origine in etichetta avvengono delle cose strane a Bruxelles – ha aggiunto Prandini – Noi ci battiamo da anni per una cosa elementare che è quella di dire: dimmi da che parte proviene quel prodotto e soprattutto con che prodotto agricolo è stato trasformato e che sia il consumatore a decidere quello che è migliore rispetto ad una sua idea. Questo ci viene vietato se non in termini sperimentali come singolo paese e non su tutte le filiere. Nello stesso tempo, in maniera veloce, a Bruxelles, si tenta di introdurre il tema dell’etichettatura a semafori che siamo riusciti a sospendere”.
“Asse trasversale con i paesi con storia agroalimentare simile alla nostra”
“Grazie al mondo della ricerca e medico abbiamo dimostrato che quel sistema era fallimentare, fuorviante e non raccontava la verità. Tutto questo ci deve far riflettere su recente tentativo, che riguarda il settore vitivinicolo, di introdurre una forma di etichetta che paragona il vino al fumo – ha concluso Prandini – Per contrastare questi tentativi dobbiamo creare un asse trasversale con i paesi che hanno una storia e tradizione agroalimentare simile alla nostra come la Francia e la Spagna rispetto ai paesi del Nord Europa che non hanno una identità, una cultura e una storia enogastronomica”.