Vino, Taschetta: "La Sicilia dovrebbe diventare la culla del biologico"

Vino in Sicilia, la grande opportunità del biologico per ottenere un successo mondiale

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Vino in Sicilia, la grande opportunità del biologico per ottenere un successo mondiale

Vito Manca  |
domenica 04 Settembre 2022

Taschetta: “La Sicilia è un continente viticolo caratterizzato da una grande variabilità. E' necessario valorizzare anche le aree più piccole, particolarmente vocate"

“La Sicilia dovrebbe diventare la culla del Biologico, riuscendo a trasformare le basse rese in una grande opportunità”. Per il presidente della cooperativa Colomba Bianca Dino Taschetta è arrivato il momento di tracciare una nuova frontiera per il vino siciliano.

Si tratta di una sfida difficile ma che può essere vinta

“La Sicilia – aggiunge – ha le rese per ettaro fra le più basse d’Italia, ma spesso compete sul mercato con territori che per diversi motivi, soprattutto legati alla grande disponibilità d’acqua, riescono a produrre anche 4-5 volte in più rispetto a noi. Se vogliamo resistere dobbiamo trovare una nuova strada, un percorso legato al marketing che ci renda riconoscibili nel mondo”.

C’è un dato incontrovertibile

“I territori importanti sono riusciti a posizionarsi sul mercato globale perché etichettati e legati a una peculiarità: lo Champagne per le bollicine, i Bordeaux per i grandi rossi, l’Alsazia per gli ottimi bianchi”.

Dino Taschetta, presidente della cooperativa Colomba Bianca

Taschetta delinea la sua strategia facendo leva su una premessa: “La Sicilia è un continente viticolo caratterizzato da una grande variabilità. Ci sono terreni che hanno differenze enormi e che consentono di produrre vini totalmente diversi. La scelta di creare una grande Doc Sicilia è stata certamente una mossa intelligente. Un primo passo verso il potenziamento di un brand che merita di essere esportato a livello internazionale”. Ma non basta. Da qui la nuova frontiera che il presidente di Colomba Bianca – 6.000 ettari di vigneti in provincia di Trapani, 2.480 soci e 6 cantine – delinea con un disegno strategico.

“E’ necessario valorizzare anche le aree più piccole, particolarmente vocate. Aree che hanno caratteristiche riconoscibili, che spesso trainano l’export dell’intera regione e che vanno comunicate con maggiore enfasi”.

Progetto ma anche azione. Taschetta spiega la raccolta di firme.

“E’ stata promossa e lanciata da Colomba Bianca e serve a dare seguito alla delibera dell’assemblea del Consorzio con la quale si è deciso di creare una sottozona della Doc Sicilia Salemi e di conseguenza di rinunciare alla Igt Salemi. Per procedere serve che ci sia il consenso della maggioranza degli aventi diritto all’utilizzo della Igt. Tutta la documentazione sarà esaminata dal comitato nazionale Vini Doc”.

Il presidente è fiducioso: “Se andrà tutto bene, così come penso, il prossimo anno dovremmo essere nelle condizioni di poter imbottigliare i nostri vini con la dicitura Doc Sicilia Salemi.

Mi auguro che Colomba Bianca possa fare da apripista e che presto anche gli altri territori possano seguire la nostra strada con l’obiettivo di aumentare il valore dei vini siciliani”.

Taschetta invita a guardare al sistema francese ma sottolinea che “nessun sistema, da solo, può garantire un sicuro successo. Tuttavia ricalcare i modelli d’eccellenza, con le dovute differenze legate alla territorialità e alla specificità dei prodotti, di certo, può essere di grande aiuto”.

Bisogna dunque alzare l’asticella: “Se facciamo ciò che serve per diventare terra di vini di grande qualità, nel giro di pochi anni potremmo diventare una terra appetibile, che attrae capitali e non utile per trasferire i diritti d’impianto altrove. La Sicilia potrebbe diventare la nuova California d’Europa ed attrarre migliaia di turisti legati al comparto”.

Ma la nuova frontiera deve anche fare i conti con l’emergenza. L’aumento dei costi di produzione sta colpendo duro. Taschetta taglia corto sul punto: “E’ inutile continuare ad erogare piccoli bonus che non hanno peso nell’economia ad ampio raggio di un’azienda. Un intervento sul costo del gas e dell’energia elettrica permetterebbe alle famiglie ed alle imprese di affrontare con maggiore serenità questa fase. Solo per fare un esempio, i costi energetici di Colomba Bianca nel mese di luglio 2021 ammontavano a 73 mila eruro, quest’anno, nello stesso periodo, siamo arrivati a toccare quota 300 mila euro”.

Vito Manca

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