L’opera resta chiusa nonostante i lavori siano stati completati da più di un anno. Il sindaco, Aiello non ci sta e tuona contro la Regione: “Perché la struttura non viene aperta?”
VITTORIA (RG) – Il 21 dicembre 2020 il Governo regionale annunciò il completamento dei lavori per la realizzazione dell’impianto pubblico di compostaggio a Vittoria in contrada Pozzo Bollente.
L’opera, finanziata dall’amministrazione Musumeci, avrebbe dovuto consentire di trattare 24 mila tonnellate l’anno di organico e garantire alla provincia l’autosufficienza.
Purtroppo, però, risulta ancora chiusa. Legambiente Sicilia, nei mesi scorsi, aveva puntato l’indice contro il Governo regionale per non aver aiutato i Comuni del ragusano nella conclusione degli interventi, tra cui “tettoia e impianto anti incendio”, che renderebbero agibile l’impianto.
“I lavori di ampliamento della struttura sono stati completati un anno fa – avevano detto da Legambiente Sicilia – e sono costati 2 milioni e 400 mila euro, ma è inagibile in forza della necessità di realizzare una tettoia e l’impianto antincendio per ulteriori costi pari a 2 milioni e 300 mila €. Ma Comuni e Srr non hanno i fondi necessari”.
Il sindaco di Vittoria, Francesco Aiello, durante una conferenza stampa organizzata presso la struttura di Pozzo Bollente, alla presenza del vice sindaco Filippo Foresti e degli assessori Anastasia Licitra, Cesare Campailla e Giuseppe Nicastro ha tuonato: “Perché questa struttura non viene attivata? Tutti sanno e nessuno dice in un girone di connivenza. Una sorta di catena di Sant’Antonio omertosa che merita l’attenzione della magistratura e della Corte dei Conti, se è vero che l’impianto è stato completato il 21 dicembre 2020. Regione siciliana, Arpa, assessore al Territorio e Ambiente, Provincia e Srr ne impediscono l’apertura. Abbiamo, spesso, il problema dello smaltimento dei rifiuti e questa struttura non viene aperta! L’opera è immediatamente attivabile anche senza questa misteriosa tettoia che ne impedisce l’apertura.”
Pozzo Bollente, insieme all’impianto di Cava dei Modicani con capacità autorizzata di 27.000 tonnellate l’anno, consentirebbe di gestire la frazione organica attualmente prodotta dai comuni dell’intera provincia.
“Cosa c’è dietro la storia della tettoia? – ha chiesto Aiello -. La mia è una dichiarazione di guerra e non mi fermerò davanti a niente. Sistema marcio che si è trasformato in un grande affare milionario a danno delle tasche dei siciliani. Aspetto delle risposte altrimenti sarò costretto a fare un esposto alla Procura e alla Corte dei Conti per aver permesso l’abbandono di questo centro fondamentale per il territorio ipparino”.