Vučić in Serbia, Orban in Ungheria - QdS

Vučić in Serbia, Orban in Ungheria

Carlo Alberto Tregua

Vučić in Serbia, Orban in Ungheria

sabato 09 Aprile 2022

Voltaire (François-Marie Arouet, 1694-1778) sosteneva: “Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”.
È importante che si tenga sempre conto dell’opinione altrui, ovviamente riferendosi a fatti certi, constatati da fonti diverse ed opposte. Nessuno è il depositario della verità, per cui, con umiltà, bisogna mettere a confronto le testimonianze per farsi un’opinione con la propria testa e non con quella degli altri.

Perché questo preambolo? Perché sulla vicenda ucraina, constatiamo con disappunto un’informazione a senso unico e l’assenza del dovere coscienzioso di chi la fa, che è quello di assumere informazioni anche da fonti che sostengono tesi opposte.
Per esempio, l’informazione a senso unico afferma una menzogna e cioè che Aleksandar Vučić sia stato eletto in Serbia non in modo democratico; altrettanto Viktor Orban in Ungheria. Inoltre, afferma che Vladimir Putin non sia stato eletto democraticamente dai cittadini della Federazione Russa.

Ricordiamo che nel mondo che “conta” vi sono quattro dittature acclarate, nelle quali non vi sono elezioni democratiche: Cina, Vietnam, Corea del Nord e Cuba. Trascuriamo tutte le cosiddette repubbliche democratiche dell’Africa, ove ancora il percorso della democrazia è lungo ed insicuro.
Tolte le quattro dittature, non si può disconoscere che la Democrazia, almeno di forma, esiste nelle tre nazioni prima citate, ripetiamo, Serbia, Ungheria e Russia.

Non ci sono prove che i capi di quelle repubbliche siano stati eletti per effetto di brogli; non ci sono prove da nessuna parte che essi abbiano influenzato, al di là dei metodi che si usano in Occidente, gli elettori.
Che poi non si sia d’accordo sulle loro politiche o sul fatto che, per esempio, Orban abbia messo sotto il controllo politico la magistratura e l’informazione, è pacifico. Ma nonostante questo, egli ha ottenuto il quarto mandato popolare con una maggioranza solida. Delle due, l’una: o gli ungheresi sono analfabeti e stupidi, oppure l’informazione occidentale è falsa e fuorviante della verità. Fate voi.
Questo quadro ci porta direttamente alla situazione ucraina e vi spieghiamo perché.

È dissennata la continua richiesta del presidente Zelensky di avere armi, armi ed armi. Gli italiani, in tutti i sondaggi di queste settimane, sono nella grande maggioranza contrari alla fornitura di armi all’Ucraina, le quali non costano poco al governo italiano, ma fanno la gioia delle industrie, che così aumentano cospicuamente il loro fatturato.

Perché Zelensky è stolto? Per la semplice ragione che con le armi convenzionali non potrà mai respingere l’invasione russa. In ogni caso, non è con la guerra che si può arrivare alla pace.
Putin continua nella sua azione di stop and go; arriva, distrugge le città e si ritira. Perché questo comportamento? Probabilmente perché egli vuole arrivare ad un accordo ed alla cessazione della guerra nella fatidica data del 9 maggio 2022, quando la Russia sconfisse i tedeschi nel 1945?
E allora che senso ha continuare ad alimentare la guerra con altre armi? Ha senso invece fare i pompieri, spegnere l’incendio ed arrivare ad una pace concordata, garantita dai due giganti economici e cioè Stati Uniti e Cina.

Ma c’è un ostacolo, rappresentato dagli Stati Uniti che, come dicono tutti i canali informativi, continuano a gettare benzina sul fuoco, anziché acqua. Dal che si può dedurre facilmente che il loro interesse spinge affinché la guerra in Europa continui per ottenere diversi risultati: indebolire la Federazione Russa dal punto di vista economico per le pesanti sanzioni decretate dall’Europa; indebolire contemporaneamente l’economia europea per i riflessi altrettanto pesanti che hanno le sanzioni economiche russe; incrementare il fatturato delle loro industrie di armi leggere, che continuano a fornire all’Ucraina, ed aumentare l’esportazione di petrolio, facendo quindi accrescere il fatturato delle proprie industrie, il quale (petrolio) viene venduto ad un prezzo superiore di oltre un terzo rispetto a quello che costa il gas russo. Quindi per gli Usa sono ottimi business a scapito degli europei.

È ora di mettere la parola fine a questa disastrosa vicenda, con buona pace di chi l’ha provocata, che ne trae vantaggi.

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