Coronavirus, Ferragosto flop per il turismo italiano. Taormina in decisa controtendenza - QdS

Coronavirus, Ferragosto flop per il turismo italiano. Taormina in decisa controtendenza

Pietro Crisafulli

Coronavirus, Ferragosto flop per il turismo italiano. Taormina in decisa controtendenza

sabato 08 Agosto 2020

Gli albergatori della Perla dello Jonio, "Rassegne di spettacoli per aprire anche in inverno". Il sindaco Bolognari, "Sì, ma analizzare bene i fenomeni". Nel resto d'Italia intanto è crisi: il numero di contagiati da covid-19 non rallenta e si fa strada l'ipotesi di lockdown intermittenti. Le associazioni degli albergatori polemizzano con Enit: "Ma quale sold out?" afferma Assoturismo. E Federalberghi, "Chi aveva aperto pensa di richiudere". Giudicate insufficienti a fronteggiare la crisi anche le misure del Dl Agosto. Intanto, nell'Istituto Spallanzani, si testa il vaccino italiano

La settimana di Ferragosto non salverà il turismo italiano, messo in ginocchio dall’emergenza coronavirus. E in Sicilia le cose non vanno molto meglio.

E la recrudescenza dei contagi da covid-19, con la nuova impennata di casi in Veneto e Lombardia – due regioni dalle quali la nostra Isola sperava giungessero visitatori almeno a ferragosto – , pone ulteriori problemi.

Mentre la pandemia galoppa verso i venti milioni di casi nel mondo e la curva dei contagi in Italia sale, con 552 nuovi positivi nelle ultime 24 ore, si fa strada, infatti, l’ipotesi di lockdown intermittenti.

Musumeci, “comportarsi bene o chiudo tutto”

E ieri il presidente della Regione Nello Musumeci ha mandato a dire ai Siciliani, “o vi comportate bene, o chiudo tutto”.

“Ho lanciato un appello due settimane fa – ha spiegato – mi pare che questo appello non sia stato raccolto e quindi non escludo che ci possano essere misure ulteriormente restrittive. Nel frattempo sono stati chiusi alcuni esercizi commerciali, pensiamo nei prossimi giorni, con le forze dell’ordine, preposte a questo servizio, di chiuderne altri perché i gestori non impongono ai propri clienti il rispetto delle norme di prevenzione e di cautela”.

“Al tempo stesso – ha aggiunto – rinnovo l’appello a tutti per poterci godere questa estate in relax ma con qualche piccolo sacrificio. La mascherina, il distanziamento, mantenere un metro di distanza, penso che sia il minimo per evitare di fare concorrenza alle Regioni del Nord in termini di coronavirus. Siamo stati così bravi per tre mesi con la linea della fermezza e del rigore. Credevo di poter avere fiducia nella responsabilità dei siciliani non vorrei ricredermi”.

Confindustria alberghi, “una catastrofe”

Il settore più penalizzato è ovviamente quello turistico e nemmeno il Ferragosto, come aveva pronosticato Enit sollevando le ire delle categorie degli albergatori, riuscirà a dare un po’ di respiro alle aziende turistiche.

Nelle città d’arte è ancora chiuso il 67% degli hotel, nelle località balneari il 17%, sottolinea Confindustria Alberghi, parlando di “una catastrofe che non può essere curata con i pannicelli caldi del Decreto Agosto”.

Il week end della prossima, tradizionalmente abbinato alle partenze, “sta confermando – segnala Confindustria Alberghi – la crisi e malgrado le strutture aperte non siano neppure al 50% del totale, siamo ben lontani dal tutto esaurito” pronosticato dall’Enit.

“Ma quale sold out – gli fa eco Vittorio Messina, presidente nazionale Assoturismo Confesercenti -, i dati di Enit sono stati interpretati con un eccesso di ottimismo e la realtà dei fatti è molto più amara. E’ vero che le località balneari, vedranno un po’ più di turisti, in particolare nei weekend e nella settimana di Ferragosto, che del resto è sempre stato fisiologicamente il picco della domanda italiana per le mete balneari. Ma il 15 agosto, quest’anno, sarà lontanissimo dai picchi raggiunti nel 2018 e nel 2017, e certamente non basterà a rimediare la perdita prevista per il 2020 di 56 milioni di pernottamenti”.

Enit, polemica incomprensibile

Qualche giorno fa, in una nota, l’Agenzia nazionale del Turismo, aveva definito “incomprensibile” la polemica di alcune associazioni di categoria sui dati emersi dall’ultimo bollettino Enit, sottolineando come i dati forniti da Federalberghi (46% di italiani in vacanza nell’estate 2020) coincidessero “quasi perfettamente con quelli dell’Ufficio Studi di Enit (47,5% di italiani)”.

Taormina in controtendenza

Anche se non ci sono ancora dati ufficiali e complessivi, Taormina sembra essere in controtendenza.

Isabella Bambara, rappresentante di un gruppo familiare che gestisce diverse strutture ricettive, segnala che, nel periodo del Ferragosto, è tutto sold out.

“L’Isabella, in pieno centro – ha detto – è stato il primo a riempirsi. Poi è stata la volta del Caparena, sul mare, e infine il Diodoro, uno dei primi hotel taorminesi. Proprio stamattina stanno prenotando le ultime camere. E sono pieni anche i residence. Si tratta ovviamente di un turismo di prossimità: nell’ottanta per cento ospitiamo siciliani, poi calcoliamo un quindici per cento di italiani e soltanto un cinque per cento di stranieri. E bene o male la situazione è la medesima anche per le altre struttire ricettive di Taormina. I ristoranti, qui, sono tutti pieni”.

“Un discorso diverso – ha aggiunto – va fatto per i negozi. Nelle boutique dei nostri alberghi, per esempio, non comprano nulla. La crisi si sente e molti negozi, anche in centro, pur aperti, sono vuoti. Ma non disperiamo. L’obiettivo dei nostri ospiti è quello di trascorrere una vacanza lenta, senza muoversi o quasi dall’albergo, rimanendo sull’arenile o in piscina, oppure godendosi Taormina e le sue meraviglie”.

“Una grande attrattiva – ha spiegato – è rappresentata dagli spettacoli. Finalmente è tornato il teatro, con quel mostro di bravura che è Gabriele Lavia. Poi, per esempio nelle vicine Gole dell’Alcantara, ci sono rappresentazioni come Odissea e Inferno diventate quasi dei classici. E il Parco archeologico Naxos Taormina sta facendo uno straordinario lavoro sui beni culturali. Insomma, come amo ripetere, la bellezza, il passato, la memoria, diventano motori dell’economia”.

“L’esperienza del coronavirus – ha concluso – potrebbe portare ad alcune riflessioni su Taormina. Per esempio sull’opportunità, creando rassegne di spettacoli che facciano da richiamo, di mantenere aperti gli alberghi anche nel periodo invernale, quando qui da noi il clima è mite. Non scordiamo che Taormina era una stazione turistica invernale. Con questo scopo nacque, per esempio, il Diodoro”.

Il sindaco Bolognari, analizzare bene i fenomeni

“La novità – ha aggiunto il sindaco di Taormina Mario Bolognari – è che gli alberghi sul mare stanno andando meglio di quelli in centro. Buone notizie arrivano dal Sant’Andrea, per esempio. Mi hanno riferito che nei week end è occupato il settanta per cento delle stanze. E nell’hotel La Plage, sulla spiaggia di Isola Bella, il direttore mi diceva che sono al completo”.

“Certo – ha sottolineato -, non tutti sono così fortunati. Sul fatto poi che si preferisca la struttura ricettiva a portata di spiaggia, va imputato probabilmente anche al fatto che l’età media dei visitatori si è considerevolmente abbassata. Ci sono moltissimi giovani, che viaggiano in gruppo, e sono prevalentemente siciliani. Però ci sono anche molti stranieri nelle case vacanza, strutture probabilmente ritenute più sicure: singoli appartamenti in cui stare in famiglie e cucinare in casa mantenendo quanto più possibile il distanziamento interpersonale”.

“Quanto poi – ha concluso – alla proposta di destagionalizzazione puntando sulle rassegne di spettacoli, questa è anche l’idea della nostra Amministrazione. Certo, considerando che si tratterebbe di richiamare turisti italiani, ci sarebbe da fare i conti con la ripresa delle scuole e del lavoro. Rimarrebbe quel Turismo della terza età sul quale dovremmo puntare. Ma, come dicevo, c’è stato un abbassamento dell’età media dei nostri visitatori. Insomma, bisognerà approfondire le analisi su questi fenomeni. Ma, certo, qualcosa bisognerà fare.

In Italia si pensa di richiudere

Ma a livello nazionale la situazione è ben diversa e Federalberghi incalza: “dopo un luglio disastroso, con un calo delle presenze del 51% (-76,4% stranieri, -24,5% italiani), il crollo dei prezzi di vendita su agosto, registrato nel 60% delle strutture aperte, continua a testimoniare la carenza della domanda e molte aziende che, con coraggio, avevano scelto di riaprire, alla luce del quadro epidemiologico dei Paesi vicini, stanno valutando di chiudere nuovamente”.

Sul fronte occupazionale, “l’83% delle imprese dichiara di lavorare con un organico ridotto di rispetto a quello dello scorso anno (addirittura nel 30% dei casi con meno della metà del personale del 2019)”.

Ricorre agli ammortizzatori sociali oltre il 60% delle aziende e più del 40% dichiara minori assunzioni di personale stagionale.

Insufficienti misure nel Dl Agosto

Le associazioni degli albergatori giudicano poi insufficienti le misure contenute nel Dl Agosto varato ieri dal Governo Conte, con una dotazione di cento miliardi di euro.

“Riservare – spiega il presidente, Bernabò Bocca – gli esoneri contributivi alle imprese che cessano del tutto il ricorso alla cassa integrazione, significa non aver capito che l’uscita dal pantano sarà faticosa e graduale: non è realistico pensare che un albergo dall’oggi al domani possa richiamare in servizio tutto il personale. E se sarà confermato l’intendimento di riconoscere gli incentivi unicamente per le assunzioni a tempo indeterminato, saranno escluse tutte le attività stagionali”.

Secondo Bocca, va inoltre corretta la “formulazione della norma sull’Imu, per tener conto delle esigenze delle imprese in affitto” e vanno concesse a bar e ristoranti degli alberghi “le medesime agevolazioni che sono state previste per tutti gli altri pubblici esercizi e per gli agriturismo”.

Anche Assoturismo si rivolge al Governo Conte chiedendo “interventi mirati” a sostegno del settore, affermando che sono “troppo stretti” i parametri individuati per il sostegno alle attività commerciali dei centri storici: “Se per individuare i beneficiari del provvedimento bisognerà fare riferimento al dato relativo alla presenza di turisti stranieri che dovrà essere superiore per almeno cinque volte il numero dei residenti, di fatto si lasciano fuori migliaia di imprese che hanno difficoltà oggettive a riavviare le proprie attività durante la peggiore crisi del settore”.

I lockdown intermittenti

Non aiuteranno certamente il sistema turismo, se verranno attuati, i cosiddetti lockdown intermittenti, che potrebbero diventare la nuova normalità in vista di una convivenza con il virus lunga mesi o perfino anni.

Ma c’è anche la possibilità di mini chiusure sempre più rapide e mirate, a patto di potenziare il sistema di tracciamento, come sottolinea il fisico Enzo Marinari dell’Università Sapienza di Roma.

“Fin dall’inizio della pandemia si era ipotizzato che dopo la fase acuta avremmo dovuto essere pronti a fare chiusure rapide e mirate per contenere i contagi”, afferma Marinari.

Per realizzare questo obiettivo “sarà fondamentale migliorare le procedure, gli algoritmi e le app per il tracciamento dei contatti, che finora hanno funzionato meno di quanto speravamo, in Italia come nel resto del mondo”.

Nonostante l’aumento dei contagi, “nel nostro Paese la situazione al momento appare ancora sotto controllo, ma bisogna tenere alta la guardia, soprattutto nelle piccole precauzioni come l’uso delle mascherine”, sottolinea il fisico.

Secondo gli scienziati il pericolo Covid-19 potrebbe pure ripresentarsi ciclicamente: gli esperti di Harvard prevedono epidemie ogni inverno almeno fino al 2025 qualora l’immunità dovesse durare una quarantina di giorni come per altri coronavirus.

Queste ipotesi, però, non tengono conto del possibile arrivo di un vaccino: nella lista dell’Organizzazione mondiale della sanità sono 26 quelli già in sperimentazione sull’uomo. Secondo Joseph Wu, esperto di modelli dell’Università di Hong Kong, anche un vaccino parzialmente protettivo potrebbe aiutare ad alleviare i sintomi scatenati dal virus SarsCov2 riducendo i ricoveri in ospedale.

Il test sul vaccino italiano

Sono intanto arrivate all’Istituto Spallanzani di Roma le prime dosi del vaccino Made in Italy finanziato dalla Regione Lazio insieme al Ministero della Ricerca.

Dal 24 agosto sarà somministrato a novanta volontari.

“Questa è l’Italia che lavora in squadra”, ha detto il ministro dell’Università e della Ricerca, Manfredi.

Sulla possibile seconda ondata del virus, il viceministro della Salute, Sileri, parla di “un passaggio lento”.

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