La didattica a distanza dal punto di vista dei genitori - QdS

La didattica a distanza dal punto di vista dei genitori

redazione

La didattica a distanza dal punto di vista dei genitori

venerdì 07 Agosto 2020

Sondaggio social dell'Università Bicocca di Milano rivolto alle famiglie di 10 mila bambini e ragazzi di scuola primaria e secondaria, l'80% sono donne lavoratrici che hanno continuato a lavorare. Positivo l'utilizzo di tecnologie digitali ma complicate da gestire le relazioni a distanza e la quantità di compiti

Il 65% delle mamme-lavoratrici non ritiene conciliabile la ormai nota Dad (didattica a distanza) e il lavoro. Tra queste, il 30% prenderebbe in considerazione di lasciare il lavoro se l’uso della didattica a distanza dovesse continuare anche a settembre. È quanto emerge dal primo report dell’indagine nazionale “Che ne pensi? La Dad dal punto di vista dei genitori”, predisposto da un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze umane per la formazione, formato da Giulia Pastori (coordinamento scientifico), Andrea Mangiatordi, Valentina Pagani e Alessandro Pepe, dell’Università Bicocca di Milano. L’indagine, che ha raggiunto circa 7 mila genitori di 10 mila bambini e ragazzi di scuola primaria e secondaria, consiste in un questionario online diffuso sui canali social. I ricercatori hanno approfondito come sono stati vissuti questi mesi di scuola “in casa” da uno dei principali gruppi di stakeholder della scuola: i genitori.

Al questionario hanno risposto per il 94 per cento madri, con un’età media di 42 anni e in grande maggioranza con un livello d’istruzione superiore. Per l’80% sono donne lavoratrici che durante il lockdown hanno continuato a lavorare (67%), molte in modalità smartworking (57%). Nei quasi 10.000 figli sono rappresentati tutti gli ordini di scuola dalla primaria alla secondaria di II grado, anche se in gran parte (7 mila su 10 mila) frequentanti la Scuola primaria. Il bilancio dei genitori sulla didattica a distanza mette in luce pro e contro dell’esperienza. Da un lato, riconoscono come positivo il maggior utilizzo di tecnologie digitali per lo studio e la didattica; la possibilità di conoscere maggiormente le attività didattiche dei propri figli e l’acquisizione di nuove competenze digitali da parte dei bambini. Dall’altro, sottolineano però alcuni importanti aspetti negativi: le relazioni a distanza con i compagni e con gli insegnanti; la quantità di compiti da svolgere, ritenuta spesso eccessiva; la scarsa varietà nella proposta didattica; il difficile bilanciamento del tempo dedicato alle lezioni, ai compiti e allo svago. È proprio quest’ultimo aspetto che più preoccupa le intervistate: ben il 65% ritiene la Dad non conciliabile con il lavoro e il 30 per cento prenderebbe in considerazione la possibilità di lasciare il lavoro per seguire i figli.

“La ripartenza della scuola, così come di nidi e scuole d’infanzia – ha detto Giulia Pastori, coordinatrice scientifica della ricerca – è un’emergenza sociale di massima urgenza che è stata ed è ancora molto trascurata. Bisogna fare tutto il possibile perché ripartano e bene, ne va del benessere di bambini e ragazzi in primis, ma anche dei loro genitori, in particolare delle donne. Abbiamo bisogno di una politica per la scuola al contempo tempestiva e lungimirante”.

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