Viabilità disastrosa ad Agrigento in contrada Maddalusa - QdS

Viabilità disastrosa ad Agrigento in contrada Maddalusa

Calogero Conigliaro

Viabilità disastrosa ad Agrigento in contrada Maddalusa

giovedì 14 Marzo 2013

Competenze incerte e problemi giornalieri. Evidenti criticità nei collegamenti per uno dei tratti di costa più belli del territorio agrigentino

AGRIGENTO – Tra i tratti di costa più belli dell’agrigentino sono da annoverare certamente le spiagge di contrada Maddalusa, in pieno perimetro del Parco archeologico, eppure la zona vive da anni un problema cronico: quello dell’inadeguatezza della strada che la collega con la Statale 115 a Ovest e San Leone a Est.
La motivazione della mancata bitumazione della strada comunale è dovuta al fatto che, ricadendo nella zona A del Parco, per un intervento bisogna chiedere l’autorizzazione alla Soprintendenza ai Beni culturali, la quale deve esprimersi in merito ai temi che riguardano la tutela del territorio vincolato (proprio sui nuovi perimetri del Parco, comunque, qualcosa, seppur fra molte polemiche, si sta muovendo).
Per tale ragione la strada è realizzata con materiali naturali e ha necessità di essere riparata periodicamente, rattoppando le buche che si vengono a creare ogni volta che le condizioni atmosferiche non sono delle migliori.
“Circa due mesi fa – ha spiegato il vice sindaco di Agrigento, Piero Luparello – mi sono incontrato col soprintendente ai Beni culturali e ambientali di Agrigento, architetto Pietro Meli e abbiamo discusso il problema della strada di contrada Maddalusa. Meli mi ha spiegato che la problematica va risolta dopo aver appurato se la via di comunicazione esistesse già da prima dell’approvazione del decreto Gui Mancini del 1968. Se infatti la strada risultasse antecedente sarà possibile una migliore sistemazione, con le carreggiate realizzate con materiali più resistenti, al contrario non sarà possibile intervenire perché la stessa strada sarebbe un’opera abusiva non sanabile”.
“I nostri uffici – ha aggiunto – dopo i primi controlli hanno comunque verificato che la strada è antecedente al fenomeno dell’abusivismo edilizio. Mi sembra giusto anche ricordare come questa arteria sia importante perché, in caso di emergenza, è prevista come via di fuga da San Leone nel Piano comunale di Protezione civile. Bisognerà comunque che arrivino opportuni finanziamenti per un progetto organico che possa sistemare definitivamente la strada”.
Ma mentre Soprintendenza e Amministrazione fanno le ricerche storiche sull’arteria, la situazione per il transito è divenuta proibitiva.
Lungo i circa tre chilometri della strada comunale sono presenti buche, pendii, tombini scoperti che rappresentano vere e proprie trappole, soprattutto se affrontate di notte dai motociclisti, senza dimenticare le fosse che, con la pioggia nei pressi della foce del fiume Sant’Anna, divengono stagni degni di un percorso di rally.
Una vicenda incresciosa e pericolosa, che ha trovato voce in un cartello affisso lungo la strada da qualche residente, il quale tanto per cambiare si lamenta della mala politica. Il problema, però, non è soltanto dei residenti, ma anche per i turisti degli alberghi della città. (proprio a proposito di alberghi, a Maddalusa c’è una struttura faraonica in costruzione, il Parc hotel des Temples, mai ultimato e attualmente messo in vendita dall’Esecuzione immobiliare del Tribunale di Agrigento, ma di questo argomento parleremo più approfonditamente nel box sottostante).
“I disagi che residenti e turisti devono sopportare – ha affermato Michele Minacori, proprietario di una villetta a Maddalusa – sono indecenti. Possiamo comprendere i vincoli di tutela archeologica, ma questa arteria è sempre esistita ed era chiamata via Delle Tortorelle. Se questa strada venisse sistemata si potrebbe diminuire il traffico fra San Leone e Porto Empedocle rendendo possibile una viabilità decisamente migliore. La nostra speranza è che l’amministrazione comunale e la Soprintendenza trovino presto una soluzione a questa vergognosa situazione non più sostenibile”.
Il consigliere comunale Gerlando Gibilaro (Grande Sud) ha invitato inoltre a riflettere su un altro aspetto che riguarda la strada comunale di contrada Maddalusa, quello del rischio risarcimenti in caso di incidenti.
“Con una strada in queste pietose condizioni – ha affermato – c’è da chiedersi cosa potrà accadere nel momento in cui qualcuno dovesse farsi male? Dove si dovranno reperire i soldi per un’eventuale condanna di risarcimento all’amministrazione comunale? Quell’arteria va sistema in tempi brevi o va considerata l’idea di chiuderla se non saranno presi i provvedimenti necessari per la sua sicurezza”.
La speranza è che si possa intervenire in tempi rapidi.
 

 
Quell’hotel di lusso rifugio per i vandali

AGRIGENTO – In quella che era la storica Casa Vella, al centro della Maddalusa, a fine degli anni Novanta fu avviata la costruzione di un progetto ambizioso che avrebbe dovuto attivare, appena sopra la splendida spiaggia di Maddalusa, un complesso turistico di lusso chiamato Parc hotel des Temples. Il progetto giunse quasi al completamento (marmi, piscine e un parco interno con piante mediterranee da fare invidia a un orto botanico) ma le difficoltà economiche che investirono l’azienda impegnata nel progetto costrinsero le banche che concessero i finanziamenti ad avviare le procedure legali per l’esecuzione immobiliare da parte del Tribunale di Agrigento.
Dunque, un sogno diventato incubo, perché in questi anni la struttura è stata vandalizzata divenendo una bruttura in piena zona A del Parco archeologico.
“Le aste finora organizzate – ha spiegato il delegato alla vendita nominato dal Tribunale, Salvatore Zambuto – sono andate deserte. Molti investitori hanno chiesto informazioni su un possibile acquisto della struttura, ma la crisi del settore non ha convinto i possibili acquirenti. Vorrei anche evidenziare che a far perdere di prestigio la struttura è anche lo stato pietoso della strada su cui l’hotel si affaccia. Non è positivo che un albergo di lusso possa avere tra i suoi ingressi una strada simile”.
“D’accordo con i creditori – ha concluso – si è deciso di abbassare la base d’asta della struttura da 12 a 5 milioni di euro. La speranza è che nelle prossime vendite, fissate in primavera, si trovino acquirenti interessati per quello che potrebbe divenire un polmone per l’economia del territorio, in uno degli scenari migliori per il turismo”.

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