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Palermo – Consuntivo: troppi residui attivi ed eccessivi debiti fuori bilancio

Gaspare Ingargiola

Palermo – Consuntivo: troppi residui attivi ed eccessivi debiti fuori bilancio

martedì 02 Luglio 2013

I revisori dei conti hanno evidenziato la scarsa capacità dell’Ente di riscuotere entrate e tributi. Il Consiglio comunale ha dato il via libera al documento relativo al 2012

PALERMO – Con 26 voti favorevoli e 7 contrari, il Consiglio comunale ha approvato il bilancio consuntivo 2012, pari a 1 miliardo e 387 milioni di euro. Il via libera è giunto con notevole anticipo rispetto al passato ma comunque in ritardo di quasi due mesi rispetto alla scadenza del 30 aprile stabilita dal legislatore nazionale.
L’assessore comunale al Bilancio, Luciano Abbonato, si è detto “molto soddisfatto dei risultati raggiunti, frutto di precise manovre correttive poste in essere nel corso del 2012 cercando di coniugare il risanamento allo sviluppo, come dimostra la concomitante riduzione della spesa corrente e il rilancio degli investimenti”. Tra le voci positive del bilancio vanno segnalati: un significativo incremento degli investimenti (passati da 58 a 250 euro pro capite), una drastica riduzione della spesa per il personale (diminuita da 425 a 410 euro pro capite) e della spesa corrente in generale (meno 10%), l’aumento dell’autonomia finanziaria (dal 36% al 46%) e la riduzione dell’indebitamento (meno 8%), l’incremento dell’avanzo di amministrazione e la diminuzione del numero dei dipendenti, passati da uno ogni 75 residenti a 1 ogni 78.
Il dibattito in aula è stato preceduto dalle relazioni dello stesso Abbonato e dei revisori dei conti Antonio Maraventano, Fulvio Coticchio e Francesco Vetrano, che hanno elogiato la “riduzione delle spese di rappresentanza” ma hanno sottolineato al contempo le criticità presenti nel documento finanziario. Le principali riguardano “i troppi residui attivi, che denotano la scarsa capacità dell’ente di riscuotere entrate e tributi; l’eccessivo ricorso ai debiti fuori bilancio, anche se il loro numero complessivo si è ridotto; gli eccessivi costi per il personale comunale e per quello delle partecipate”.
Sono pesanti i numeri delle partecipazioni societarie: “l’Amia ha debiti per 47 milioni di euro, la Gesip per 12, l’Amat per 9”, anche se in merito all’azienda del trasporto pubblico Abbonato ha riferito “la riduzione dell’indebitamento da parte del Comune da 152 a 101 milioni, un intervento che ha evitato il crack dell’Amat”. Le aziende municipalizzate (o ex tali), dunque, continuano a costituire il principale vulnus del bilancio comunale di Palermo. La mancata presentazione in aula dei loro budget ha sollevato un coro di proteste da parte delle opposizioni. Anche Giusy Scafidi, pur essendo dell’Idv, ha optato per il non voto. Per la vice presidente vicaria di Sala delle Lapidi Nadia Spallitta, anch’ella Idv, “è indubbio che le vicende relative ad Amia, Amat e Gesip, solo indirettamente toccate dal rendiconto, avranno una notevole incidenza sulle previsioni del nuovo bilancio, che non potrà prescindere dalla conoscenza completa dell’effettiva situazione contabile e finanziaria e del deficit di queste società. Punto critico, questo, più volte segnalato dalla Corte dei Conti e dal collegio dei revisori”.
“Con riferimento alle entrate – ha spiegato in una nota la Spallitta – circa 340 mln hanno natura tributaria, con un aumento consistente della pressione fiscale: circa un quarto delle entrate di bilancio deriva dal gettito fiscale, di cui 140 mln Tarsu, 54 mln addizionale Irpef, 102 mln Imu, 13 mln permessi per nuove costruzioni, 5 mln Tosap, 2 mln dalle sanatorie e solo 40 mila euro dalle pubbliche affissioni. I trasferimenti da Stato e Regione ammontano a circa 446 mln, con una contrazione di circa 80 mln di euro rispetto all’anno precedente”.
Per Rosario Filoramo del Pd “restano di proporzioni elefantiache i debiti fuori bilancio, dimostrazione di incapacità di programmazione e mancanza del controllo della spesa. Inoltre siamo tra le città con i tributi più alti, cresciuti di 100 milioni di euro in un solo anno. Infine il mancato rispetto del patto di stabilità impedisce il rinnovo dei contratti del personale a tempo determinato: come farà l’amministrazione ad affrontare i rinnovi di ex articolisti ed ex Lsu?”.

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