Francesco Celona: "L’avvocato come mediatore sociale" - QdS

Francesco Celona: “L’avvocato come mediatore sociale”

Anna Greco

Francesco Celona: “L’avvocato come mediatore sociale”

giovedì 10 Luglio 2014

Forum con Francesco Celona, presidente ordine degli Avvocati di Messina

Quale è il ruolo che, oggi, ricopre l’avvocato e quale il ruolo che dovrebbe ricoprire anche alla luce dei suoi compiti e doveri?
“L’avvocato è, essenzialmente, un mediatore sociale. Noi avvocati non siamo professionisti della causa, non siamo professionisti del diritto, ma il diritto è tutto. La grande crisi del servizio giustizia nasce dal fatto che l’avvocato ha un po’ abbandonato il territorio e, magari, si è rifugiato all’interno del Palazzo di Giustizia. Noi, come consiglio dell’ordine, riteniamo di dovere senza indugi uscirne. Non siamo l’altra faccia della medaglia rispetto alla magistratura. Riteniamo di essere essenziali nella vita sociale, perché siamo quella categoria professionale che riesce ad offrire soluzioni immediate alle tensioni sociali. Questo è il ruolo che dovrebbe essere proprio e principale dell’avvocatura. Purtroppo tante volte ci siamo dimensionati, in un ruolo che non è nostro”.
Cosa si intende, in maniera più particolareggiata, quando viene utilizzato il termine di “mediatore sociale”?
“Quando è scoppiato il “caso mediazioni”, gli avvocati non hanno visto male la situazione, ma hanno ritenuto male e quasi offensivo il modo in cui era stata posta la mediazione dal ministro Alfano. Non è stata mal vista l’idea in se stessa. Cito, per maggiore chiarezza, un esempio molto pratico ed attuale. Se si acquista una casa, l’agente immobiliare fa firmare i compromessi e, magari, un domani ci si ritrova con una causa da affrontare. Oggi si spendono soldi per l’acquisto di una casa senza avere alcun parere legale, se non quello del notaio che, comunque, avviene a situazione conclusa. E questo, ripeto, è solo un esempio. Se l’avvocato potesse intervenire nel mentre di una azione, probabilmente non si dovrebbe affrontare, in futuro, alcun tipo di causa. Questo è quello che intendo parlando di avvocato come mediatore sociale; non certo perché debba essere mediatore per come è stata concepita la mediazione. E dico “sociale” perché non siamo mediatori di una singola questione”.
Quali sono a suo parere, i motivi possibili per cui, oggi, non si comprende in maniera chiara il ruolo dell’avvocato?
“Credo le cause vadano ricercate in due direzioni e motivazioni. In primo luogo, noi per primi dobbiamo essere molto più preparati di quelli che già siamo; dobbiamo lavorare ed approfondire ed essere capaci di offrire un servizio sempre migliore. D’altra parte la motivazione rientra in un discorso di cultura. Tante volte l’avvocato è quello che fa vedere ciò che qualche altro non può o riesce a far vedere”.
Rispetto alle problematiche legate alla giustizia nell’ambito della città di Messina, avete la vicinanza delle istituzioni locali?
“Le problematiche legate all’andamento della giustizia, insieme ai magistrati messinesi, sono state più volte affrontate. Ma le istituzioni locali sono rimaste spesso ferme”.
La vendita di immobili, legata alle aste giudiziarie, funziona bene nel territorio cittadino?
“Abbiamo avuto un buon momento nelle aste, soprattutto con le procedure esecutive immobiliari. Il discorso è complesso, ma comunque abbiamo, nel tempo, migliorato questo tipo di servizio. Ad esempio abbiamo pensato a convenzioni di mutui con alcune banche affinché si potesse rendere più agevole l’acquisto dell’immobile in asta nella interezza della somma richiesta. Le vendite, in linea generale, sono aumentate, ma si può di molto migliorare in maniera da incrementare anche l’economia”.
 
Quale è la situazione per la nuova possibile ubicazione del Palazzo di Giustizia?
“La questione, con finanziamento ministeriale già acquisito, da oltre vent’anni, è ancora aperta e dà la dimostrazione di cosa succede a Messina. Sono state nel tempo individuate varie soluzioni possibili per il Palazzo di Giustizia e nessuna è stata ritenuta possibile. Di recente abbiamo individuato quale ubicazione la casa dello studente: da otto anni vuota ma nessuno ne sa nulla. L’edificio, al centro della città, risulta essere non idoneo alle esigenze ed ai fabbisogni degli studenti. Bisognerebbe capire che alcune facoltà rimaste al centro sono diffusissime (la facoltà di Legge ad esempio esiste a Reggio Calabria, a Catanzaro, in parte anche a Cosenza) parimenti altre (ad esempio quella di Veterinaria o di Fisica) richiamano maggiormente gli studenti fuori sede. Queste ultime risiedono tutte in zone decentrate della città. Una casa dello studente al centro, quindi, non serve più.”
 
Quali sono state le risposte rispetto alle sue constatazioni?
“Le immediate risposte sono state di presa di conoscenza. Ma non mi sono fermato né accontentato. Insieme al presidente della Corte di Appello, Fazio, ho ricercato dialogo con il Rettore, Navarra, che ha condiviso in pieno la nostra posizione ed intuizione. Aggiungo, inoltre, che per la prima volta esiste una soluzione condivisa da magistrati, avvocati, università ed anche dal consiglio comunale ma ancora si resta fermi”.
A chi spetta la decisione conclusiva?
“Spetta al Comune”.
 


Curriculum Francesco Celona
 
Francesco Celona, nato a Messina nel 1954, si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Messina. Ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense che esercita nella città di Messina con iscrizione all’albo degli Avvocati dal 1981 e Cassazionista dal 1999. Divenuto consigliere dell’Ordine degli avvocati di Messina, è stato vice presidente nel biennio 2010/2011 e dal gennaio 2012 ricopre la carica di presidente. Attento ai percorsi di aggiornamento per gli iscritti all’Ordine, ha organizzato numerosi eventi formativi.

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