Giustizia e Politica, siciliani "traditi" - QdS

Giustizia e Politica, siciliani “traditi”

Eleonora Fichera

Giustizia e Politica, siciliani “traditi”

sabato 05 Gennaio 2019

Istat, due dati del Rapporto Bes: voto insufficiente (4,3 su 10) al sistema giudiziario. Sfiducia nel Parlamento nazionale e nei partiti, risultati modestissimi: 3/10 e 2/10. Nella nostra Isola la distanza tra i cittadini e le istituzioni si fa sempre più siderale

PALERMO – Siciliani sfiduciati e disillusi, con uno scarso senso delle istituzioni e sempre più distanti dalla classe politica che li rappresenta. È questo il quadro generale che emerge dall’ultimo Rapporto sul benessere equo e sostenibile in Italia presentato nei giorni scorsi dall’Istat. Attraverso un set di indicatori, ogni anno il Bes offre un quadro completo e preciso dei principali fenomeni economici e sociali che interessano il nostro Paese. I dati riguardanti l’ambito politico, giudiziario e istituzionale che emergono dal rapporto sono per molti versi sconfortanti.
 
In continuo calo, e pesantemente al di sotto della sufficienza, è la fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario. Il voto medio espresso dai siciliani intervistati dall’Istituto nazionale di statistica (tutti over 14) su una scala da 1 a 10 è 4,3. Il dato, seppur sconfortante, è in linea con la media italiana (4,2) e con quello della regione benchmark, la Lombardia (4). Meglio, invece, il virtuoso Trentino Alto Adige (regione che in media ha ottenuto alcuni dei risultati migliori in molti degli indicatori) dove il voto espresso dai cittadini ha sfiorato il 5 (4,6 per l’esattezza). Disastroso, invece, l’ambito processuale. L’Istat ha rilevato infatti che la durata media di un processo civile in Sicilia nel 2017 (anno di riferimento) è stata di 588 giorni. Ben 143 giorni in più rispetto alla media nazionale (445). Impietoso il confronto con la Lombardia, dove i processi durano circa la metà (254 giorni) e con l’inarrivabile Trentino Alto Adige, dove bastano 184 giorni. Va un po’ meglio, invece, il sovraffollamento delle carceri. Nel 2018 il numero di detenuti per 100 posti disponibili definiti dalla capienza regolamentare, in Sicilia è stato di 98,6. Meglio della media nazionale (114) e della Lombardia (135) ma comunque ai limiti della sostenibilità.
 
L’Istituto di statistica ci offre poi una preziosa fotografia del rapporto tra cittadini e istituzioni politiche. La fiducia dei siciliani (ma anche degli italiani in generale) nei confronti del Parlamento e dei partiti è sottoterra. Il voto medio espresso dagli intervistati in Sicilia su una scala da 0 a 10 relativo alla fiducia nel Parlamento è stato 3 (3,4 la media italiana, identico il dato della Lombardia, 3,7 quello del Trentino Alto Adige). Addirittura peggiori sono i dati relativi alla fiducia nei partiti politici: 2 il dato espresso dai siciliani (2,4 la media italiana), 2,4 quello dei lombardi, 3 quello dei trentini. Salgono, invece, sopra la sufficienza i voti relativi alla fiducia nelle altre istituzioni (Vigili del Fuoco e Forze dell’ordine): 7,3 il dato nazionale, 7,4 quello della Lombardia e 7,6 quello del Trentino Alto Adige. Anche in questo caso, però, la Sicilia resta sotto la media nazionale: 6,9.
 
Il quadro resta comunque quello di un generale scollamento tra cittadini e istituzioni politiche che trova conferma nei dati relativi all’affluenza elettorale.
 
Nel Bes vengono riportate le percentuali sulla partecipazione elettorale del 2014: 58% il dato italiano, 52% quello trentino, 66% quello italiano. Disastrose le cifre siciliane: 42,9% la percentuale registrata. Nella nostra Isola nel 2014 ha votato meno di un siciliano su due. Peggio ha fatto solo la Sardegna (42%). Volendo analizzare dati più recenti, la situazione non appare più confortante. Alle ultime elezioni nazionali del 4 marzo 2018 ha votato il 73% degli italiani. L’affluenza in Sicilia è stata solo del 62% (75% il dato lombardo). Alle ultime regionali del 2017 abbiamo fatto anche peggio: ha votato appena il 46,75% degli aventi diritto. In Lombardia in occasione delle ultime regionali del 2018 ha votato il 73,1% degli elettori.
 
I siciliani, quindi, non si fidano più. Si sentono traditi e abbandonati al tal punto da non voler più recarsi alle urne. E non solo. Alla sfiducia generale si aggiungono i disastrosi risultati della giustizia civile. Il dati presentati sulla durata dei processi sono particolarmente significativi sei si pensa che se la giustizia civile non riesce a star dietro processi e contenziosi, inevitabilmente, i cittadini perderanno fiducia in essa e si sentiranno sempre meno tutelati. Se la mancanza di fiducia si unisce all’inefficienza, per i siciliani lasciarsi cadere nella rassegnazione che da sempre contraddistingue gli isolani, sarà, purtroppo, fin troppo facile.
 

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