Addizionale Irpef, dal 2012 al 2016 in Sicilia diminuzione dell'imposta - QdS

Addizionale Irpef, dal 2012 al 2016 in Sicilia diminuzione dell’imposta

Antonino Lo Re

Addizionale Irpef, dal 2012 al 2016 in Sicilia diminuzione dell’imposta

lunedì 18 Febbraio 2019

Report di Confprofessioni e dell’Osservatorio delle libere professioni. L’isola rientra tra le sei regioni italiane che hanno registrato un calo: da 254,8 a 254 €

PALERMO – Rispetto al trend nazionale nel periodo 2012/2016, dove il valore assoluto delle imposte che concerne l’addizionale Irpef è aumentato in 14 regioni su 20, la Sicilia risulta in controtendenza.
A fronte dei cospicui aumenti rilevati in Lazio (+33,14%), Piemonte (+27,39%) e Toscana (+20,44%), nella nostra Isola si è registrata una leggera diminuzione passando da 672.365.000 delle imposte del 2012 a 668.380.000 del 2016, con una differenza, quindi, del -0,59%. Questo è il dato che emerge dal “Rapporto sulle addizionali Irpef”, curato dall’Assemblea dei presidenti regionali di Confprofessioni e dall’Osservatorio delle libere professioni.
 
La Sicilia, dunque, rientra tra le sei regioni italiane che hanno mostrato un calo delle imposte. Colpisce in particolare il dato del Trentino Alto Adige, dove si è registrata una notevole diminuzione dell’ammontare delle addizionali regionali, passate dai 165,8 milioni del 2012 ai 95,9 del 2016 (-42,18%). Tra queste ci sono anche la Calabria che dai 291.656.000 è arrivata a 249.926.000 (-14,31%), il Molise da 57.678.000 è passato a 52.175.000 (-9,54%), la Puglia con i 528.561.000 del 2012 è scesa a 486.464.000 (-7,96%) e infine la Valle d’Aosta che insieme alla regione siciliana ha mostrato la minore diminuzione delle imposte: dai 23.618.000 del 2012 ai 23.243.000 del 2016 (-1,59%).
 
Per quel che riguarda al rapporto tra ammontare delle addizionali e numero dei contribuenti, emerge che la Sicilia nel periodo 2012/2016 rientra tra le 16 regioni su 20 che hanno marcato un incremento dell’imposta media pro capite.
Per la nostra isola non si tratta di un aumento cospicuo: in media nel 2016 un contribuente siciliano ha pagato 231,64 euro, rispetto ai 227,43 del 2012, con una differenza del 1,85%. Una cifra che, però, sta al di sotto rispetto alla media nazionale, dove si è passati dai 265,84 euro pagati nel 2012 ai 292,33 in media del 2019 (+9,97%).
 
La graduatoria 2016 dell’addizionale regionale pro capite vede primeggiare il Lazio: nel 2016 un contribuente laziale ha pagato mediamente 453,42 euro, ovvero 339,23 euro in più di un cittadino del Trentino Alto Adige e 161,09 in più rispetto alla media nazionale. Oltre ai contribuenti del Lazio si collocano a di sopra di tale media i residenti in Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia e Liguria, mentre i cittadini delle altre regioni subiscono un prelievo inferiore. Rispetto all’anno 2012 la Sicilia è passato dal dodicesimo al quattordicesimo posto del 2016.
 
Dunque, la Sicilia, insieme a Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Veneto, Lombardia, Umbria, Sardegna, Campania e Valle d’Aosta fa parte di quelle regioni italiane che i in cui si sono registrati incrementi inferiori al 10% dell’imposta media pro capite. Mentre in Molise, Puglia e Calabria l’imposta ha subito un decremento, rispettivamente del -5,44%, -6,39% e -11,44%. Singolare il caso del Trentino Alto Adige, dove l’imposta media pro capite si è quasi dimezzata.
 
In Sicilia, l’unica provincia che ha registrato un leggerissimo decremento dell’addizionale regionale media dal 2012 al 2016 è Palermo, che è passata dai 254,85 euro a 254,03 con una differenza del -0,32%.
Solo aumenti per le restanti otto province isolane: Messina da 240,75 a 246,58 (2,42%), Catania da 234,41 a 240,40 (2,55%), Siracusa da 231,70 a 239,75 (3,47%), Trapani da 207,38 a 211,79 (2,13%), Caltanissetta da 205,24 a 209,11 (1,88%, Enna da 193,09 a 198,45 (2,78%), Ragusa da 189,38 a 197,60 (4,34%) e infine Agrigento 190,51 a 194,22 (1,95%).

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