Velocizzare le pratiche d’invalidità civile - QdS

Velocizzare le pratiche d’invalidità civile

Grazia Ippolito

Velocizzare le pratiche d’invalidità civile

mercoledì 17 Febbraio 2010

Forum con Domenico Busciglio, direttore Inps Catania

CATANIA – Quante pratiche di disoccupazione gestite mediamente?
“Quest’anno vi è stato un aumento di circa il 15% delle pratiche di disoccupazione. Attualmente gestiamo circa 27 mila pratiche di disoccupazione, 15 mila di disoccupazione con requisiti ridotti e 35 mila di disoccupazione agricola. Il settore agricolo presenta particolari criticità: l’anno scorso abbiamo riscontrato delle difficoltà nella gestione di tali pratiche. Possibili problemi di ordine pubblico sono stati evitati grazie a un provvedimento della nostra direzione generale, che ci ha consentito di liquidare tutte le pratiche”.
Quanto sono lunghi i tempi di erogazione?
“I tempi di erogazione sono buoni. Sia l’85% delle pensioni, sia il 75% delle pratiche di disoccupazione, vengono, mediamente, gestite in un mese. La scorsa estate abbiamo avuto delle difficoltà nel gestire la grande quantità di pratiche di disoccupazione legate al mondo della scuola. I tagli alla scuola hanno causato un aumento vertiginoso delle domande. Cerchiamo di gestire questi flussi straordinari nella maniera più efficace”.
Avete particolari problemi nella gestione delle pratiche d’invalidità civile?
“Purtroppo sì. Gestiamo circa 40 mila pratiche d’invalidità civile ogni anno e il tempo medio di erogazione della prestazione è di circa due anni. Fino all’anno scorso, le domande di ottenimento di prestazioni per invalidità civile erano seguite da un iter lungo e farraginoso il quale prevedeva il coinvolgimento della commissione Asl, della commissione medica di verifica, della Prefettura e dell’Inps. Accadeva addirittura che, in alcuni casi di prestazioni erogate a persone di età avanzata e con gravi problemi di salute (per esempio l’indennità di accompagnamento), l’iter si concludesse dopo la morte della persona”.
Cos’è cambiato dal 2010?
“Ci è stato imposto un nuovo iter, il quale attraverso l’utilizzo di un circuito telematico, dovrebbe consentirci di erogare la prestazione nell’arco di quattro mesi. Si tratta di un iter molto più semplice che, tra le altre cose, annulla il coinvolgimento della Prefettura. L’Inps sta provvedendo al rilascio di un codice Pin ai medici di base (i cosiddetti “medici certificatori”) i quali possono così produrre telematicamente i certificati necessari per il riconoscimento dell’invalidità dei propri assistiti. Anche all’utente viene rilasciato un codice che gli permette, con l’ausilio dei patronati, di presentare la richiesta di riconoscimento d’invalidità civile allegando il certificato telematico. Sempre per via informatica, l’utente prenota la visita presso la commissione Asl, la quale prende il provvedimento ritenuto opportuno e lo comunica all’Inps telematicamente. Il provvedimento diventa subito definito. Appena l’Inps ne riceve comunicazione, può procedere alla liquidazione della pratica”.
I “medici certificatori” si stanno adeguando alla novità?
“Purtroppo fanno un po’ fatica ad adeguarsi alla novità. L’avvio del nuovo iter è stato lento perché non tutti i medici sono stati tempestivi nel richiedere all’Inps l’attribuzione del codice Pin. E’ fondamentale vincere questo tipo di resistenza, anche perché, nel prossimo futuro, diventerà obbligatoria anche la trasmissione telematica dei tradizionali certificati medici. Quello dell’informatizzazione è un processo ormai ineludibile”.
Quali sono i principali obiettivi per il 2010?
“Gli obiettivi prioritari sono due. Il primo è quello di ridurre i tempi di erogazione delle pratiche d’invalidità civile in modo che non superino i 120 giorni. Si tratta di un obiettivo posto a livello nazionale, ma particolarmente sentito soprattutto nelle regioni del Centro-Sud dove la richiesta di tali prestazioni è maggiore. La riduzione dei tempi comporterebbe notevoli vantaggi anche in termini economici, dal punto di vista legale. Il secondo obiettivo è quello di portare a compimento, entro la fine del 2010, la riorganizzazione interna attualmente in atto nell’ottica di migliorare l’efficienza dei nostri uffici”.
 

 
Carenza del personale per 100 unità lavorative e collaborazione istituzionale con l’Agenzia delle Entrate
 
Oltre alle difficoltà legate all’erogazione delle prestazioni, avete particolari problemi legati allo svolgimento delle vostre attività?
“Un grave problema è rappresentato dall’inadeguatezza della struttura in cui si trova attualmente la direzione provinciale. Fortunatamente abbiamo già trovato una soluzione: entro marzo, probabilmente, avremo a disposizione una nuova sede presso l’Istituto “Sacro Cuore” di Catania. Si tratta di una struttura molto più adatta alle nostre esigenze, in cui non ci sono problemi di barriere architettoniche e in cui verranno trasferiti alcuni ambiti d’attività: il settore sanitario, le prestazioni pensionistiche, le pratiche d’invalidità civile”.
Le risorse umane di cui disponete sono sufficienti?
“Le risorse umane sono insufficienti. Rispetto a quanto previsto dalla pianta organica, mancano circa 100 persone. Negli ultimi quattro anni siamo passati da 550 a 340 dipendenti, distribuiti tra la direzione e le varie agenzie dislocate sul territorio. Coloro che vanno in pensione, purtroppo non vengono rimpiazzati”.
Collaborate con istituzioni ed enti pubblici?
“Abbiamo un ottimo rapporto di collaborazione con tutti gli enti. In particolare, a partire dal 2009, attraverso la cosiddetta Operazione Poseidon, effettuiamo un controllo incrociato dei dati reddituali con l’Agenzia delle Entrate. In questo modo solleviamo l’utente dalla necessità di presentarci tali dati e riusciamo più facilmente a evitare i casi di evasione”.

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