Ato in crisi: servizi senza introiti - QdS

Ato in crisi: servizi senza introiti

Giovanna Naccari

Ato in crisi: servizi senza introiti

mercoledì 22 Luglio 2009

Forum con Fabio Mancuso, presidente IV commissione Ars “Ambiente e territorio”

La riforma delle Ato è ferma: quanto bisognerà attendere, affinché la legge sia approvata dall’Aula?
“C’è stato un iter travagliato dove le cosiddette geometrie variabili utilizzate dalla politica hanno partorito un disegno di legge appesantito per la Regione di circa 250 milioni di euro. Per questo motivo il disegno di legge si è arenato in commissione Bilancio, dove però finalmente è stato affrontato recentemente. Invitato in qualità di presidente della commissione Ambiente e territorio, io sono intervenuto innanzitutto per fare chiarezza sui ritardi e su alcune dichiarazioni del presidente della Regione in ordine al fatto che ha detto alla stampa che l’Assemblea regionale siciliana sarebbe colpevole di quanto sta accadendo, avendo compiuto, cito le sue parole, atti criminali. Vorrei capire se queste dichiarazioni siano da intendersi come espressioni del tutto estemporanee, diversamente vorrei sapere quali atti illeciti sarebbero stati compiuti, visto che la mia commissione ha lavorato celermente e dal momento che per velocizzare i tempi io ho anche ritirato un disegno di legge e gli emendamenti. Credo che criminale si possa definire chi inganna i siciliani, come ho detto qualche giorno fa. Perché intanto per risolvere il problema rifiuti bisogna scindere le due questioni. L’emergenza rifiuti è una materia, il riordino delle Ato un’altra”.
E dopo che succede?
“La questione dell’emergenza rifiuti si affronta con la gestione e l’amministrazione, mentre la materia del riordino e di ciò che vuole essere un nuovo piano dei rifiuti con le infrastrutture adeguate deve essere affrontata con un’azione legislativa che possa davvero rivoluzionare sotto diversi profili l’organizzazione degli ambiti territoriali ottimali. Invece, in questo momento notiamo che il problema rifiuti viene lasciato in questa incertezza di governance degli Ato, mentre da oltre un anno si continua a ripetere che devono essere chiusi”.
Come può intervenire la commissione Ambiente?
“Intanto ho assicurato che sarà prodotta alla commissione Bilancio la documentazione pervenuta dai vari Ato e acquisita agli atti della quarta commissione, al fine di fornire quelle indicazioni puntuali ed indispensabili per valutare pienamente gli aspetti finanziari della gestione dei rifiuti, anche con riferimento alle singole realtà provinciali. Sul fronte dell’emergenza rifiuti, inoltre, sottolineo che il Parlamento ha già lavorato, ma non sono seguiti gli interventi. Infatti, nella finanziaria del 2008, abbiamo messo a disposizione del governo e, segnatamente per l’assessore al Bilancio, un fondo di rotazione che però è rimasto quasi inutilizzato. C’è un governo che ad oggi non ritiene che si possa fare un intervento. Infine, sempre in merito al problema rifiuti e ai relativi costi, aggiungo che esiste anche un problema di riscossione, di liquidità degli Ato. Trovo assurdo chi in questo momento paragona la Sicilia alla Campania, perché i problemi delle due regioni sono assolutamente differenti. La Campania ha avuto il problema dei rifiuti per la chiusura delle discariche non a norma e perché altre erano sature. In Sicilia, complessivamente, non c’è un problema di discariche sature, ma c’è il grave problema di liquidità degli Ato perché la riscossione non è regolamentata”. 
Ci faccia un esempio sulla questione riscossione.
“Su 27 Ato soltanto 5 utilizzano la tariffa Tia che fa pagare i cittadini in base alle spese, mentre gli altri 22 utilizzano la Tarsu, una tassa e non una tariffa. La tassa ha la specialità di avere anche la compartecipazione degli enti locali, ma il comune in certi casi, visti i magri bilanci, incassa la Tarsu e poiché non ha l’obbligo sotto il profilo economico finanziario di destinare quei fondi direttamente al pagamento dei servizi di raccolta di smaltimento, li utilizza per altri motivi. Non versandoli all’Ato, questi si trova da un lato ad avere effettuato servizi e, dall’altro, senza un introito. Sembra che non venga incassato complessivamente circa il 50% della Tarsu”.
 

 
 
Sul piano casa, nell’ambito delle semplificazioni e agevolazioni per l’attività edilizia, la Sicilia come si sta muovendo?
“Prima che il governo nazionale e la conferenza Stato-regioni si raccordassero con una linea guida sul piano casa, all’Assemblea regionale siciliana abbiamo presentato un disegno di legge sulla materia”.
Quali sono i punti salienti?
“Innanzitutto la filosofia con cui abbiamo scritto il testo è quella di un intervento economico a favore delle piccole e medie imprese e delle imprese artigiane. Non è sicuramente lo spirito della rivoluzione urbanistica o un intervento nei centri storici, di cui tutti hanno avuto timore. Si tratta di microinterventi che riguardano in sostanza due aspetti, quello dell’ampliamento di una casa esistente e quello del rifacimento. L’ampliamento si prevede nel rispetto delle norme che oggi regolano le concessioni edilizie, ma con uno snellimento delle procedure. Il secondo aspetto riguarda l’abbattimento e rifacimento. Per tutti e due gli aspetti c’è una premialità; per l’ampliamento una percentuale del 20 per cento, per il rifacimento tra il 30 ed il 40 per cento”.
Quando andrà in aula il disegno di legge?
“Il testo è stato apprezzato dalla quarta commissione Ambiente e Territorio e sono stati presentati gli emendamenti. Abbiamo letto sui giornali che il governo aveva un suo progetto di legge approvato dalla giunta, l’avremmo voluto visionare, ma l’unica notizia è che ad oggi di questo testo la commissione non sa nulla. Noi siamo pronti, finora abbiamo solo aspettato il testo del governo”.
E sul fronte della normativa sugli appalti?
“Anche questo tema deve essere affrontato perché è un settore fondamentale per la Sicilia”.

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