L'ex Governatore, tornato alla ribalta della scena politica negli ultimi giorni grazie ai risultati della "sua" Democrazia Cristiana in Sicilia alle ultime elezioni amministrative, ha parlato di tutto, ma proprio di tutto, a 360 gradi
Intervista esclusiva all’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, ospite di QdS Pausa Caffè, la trasmissione di qds.it condotta da Luigi Ansaloni insieme all’opinionista Giovanni Pizzo.
L’ex Governatore, tornato alla ribalta della scena politica negli ultimi giorni grazie ai risultati della “sua” Democrazia Cristiana in Sicilia alle ultime elezioni amministrative, ha parlato di tutto, ma proprio di tutto, a 360 gradi, confidandosi ai microfoni del Quotidiano di Sicilia.
L’aggettivo “sua”, parlando della Democrazia Cristiana, è d’obbligo perché, proprio qualche giorno fa, Cuffaro è stato diffidato dal “Partito storico della Democrazia Cristiana” per l’uso del nome della lista e del logo con lo scudo crociato.
Una diffida che trae origine da una sentenza delle Sezioni unite della Corte di Cassazione (sentenza 25999/10) secondo cui la Democrazia Cristiana è da riconoscersi unicamente con l’originaria struttura identificata negli iscritti del 1993 e oggi facenti riferimento al Segretario Nazionale Franco De Simoni.
“LE REGIONALI? DICO CHE…”
Cuffaro ha parlato dei suoi progetti futuri, sul suo passato, sulla possibilità di avere, finalmente, una donna alla presidenza della Regione, della sua lunga esperienza politica e come Governatore, passando dalla sua attuale “panchina” come allenatore dei giovani che dovranno riportare in alto, almeno in Sicilia, la Dc, e infine il carcere vissuto sulla propria pelle. Con una promessa: “Alle Regionali riuscirò a fare eleggere almeno 5-6-7-8 deputati, sono tornato perchè la mia vita è la Dc e non voglio che la mia storia politica si concluda con una vicenda giudiziaria”.
I SUOI RISULTATI ELETTORALI
“La gente ci ha ascoltati, siamo andati a parlare con loro, e lo abbiamo fatto con i giovani, che abbiamo scelto e formato – dice Cuffaro -. E’ stato dato un voto all’ideologia, cosa che adesso non si fa più. Ed è stato fatto con i giovani, che sono stati individuati e poi cresciuti. Io sono incandidabile, sono una sorta di allenatore, ecco”.
SU ORLANDO
Cuffaro parla poi anche di Leoluca Orlando e dei suoi recenti guai per il bilancio del Comune di Palermo.
“Ha fatto il sindaco troppe volte, non puoi farlo per tutte le stagioni. Doveva fermarsi qualche anno fa, ha fatto una legislatura di troppo. E’ stato un mio antagonista, ci siamo anche sfidati per le Regionali.
Orlando ha giocato un ruolo enorme a Palermo, per un lungo periodo ha portato aria nuova, ha aiutato a cambiare passo. E’ sbagliato dire che tutta la sua esperienza sia stato un fallimento. Pero’ ora la situazione della città è sotto gli occhi di tutti e francamente non è una bella situazione, tutt’altro”.
LA SUA ESPERIENZA ALLA REGIONE
“Non so se sono stato un grande presidente, forse no, ho fatto i miei sbagli, ma diciamo che quelli che sono venuti dopo di me mi hanno fatto rimpiangere – dice l’ex Governatore -. Io ero circondato da grandi professionisti e, per dirne una, i soldi dei fondi Europei li ho sempre spesi tutti per la Sicilia, cosa che non hanno fatto nè Lombardo nè Crocetta. Nessuna polemica, ma non serve essere solo persone per bene per amministrare, poi bisogna, appunto, sapere fare le cose”.
UN PRESIDENTE DONNA
“Giro molto per la Sicilia, e ho percepito che c’è proprio bisogno di una donna al comando. Perchè? Sono le nostre mamme, quelle che tengono unite la famiglia, che hanno lo spirito di comunità, che lavorano, ci vuole una donna che tiene insieme la struttura, senza accusare e polemizzare. Ovviamente non serve una donna a caso, ma una che abbia queste capacità. Se ne ho in mente qualcuna? Cinque o sei ma non dirò mai i nomi. La Sicilia ha bisogno di pacificazione, e chi meglio di una donna?”.
LE FUTURE ELEZIONI
“Potrebbe esserci o uno schieramento di centrosinistra e uno di centrodestra oppure uno di centro, uno di destra e uno di sinistra. Molto dipenderà da cosa farà Draghi e dall’elezione del presidente della Repubblica, che potrebbe scompaginare le carte in tavola”.
LA SENTENZA E IL CARCERE
“Sono un esperto anche delle patrie galere, è inutile nasconderlo. Non è facile fare il presidente della Regione, abbiamo avuto tutti “incidenti giudiziari”, prima e dopo di me. E’ un problema in questa terra. Sono stato in carcere e ho imparato certe cose, e ne vorrei parlare ancora, magari un giorno facciamo uno speciale e ne parliamo”.
CUFFARISMO O CUFFARESIMO
“E’ una cosa legata al potere, alle clientele, a cose che oggi non farei più, non le posso fare anche se le volessi fare, ma davvero non farei più. Di quel potere non mi è rimasto nulla. La gente prende tutto e poi se ne va. Me ne sono rimaste poche accanto, solo alcuni fedelissimi. Gioco una partita dove metto in campo tutto il mio amore della Sicilia, con un cambio di classe vero. Questa cosa sta funzionando fatta da uno come me senza nessun interesse personale. Lo faccio per pura passione politica”.