Il cambiamento climatico non lascia scampo: è una realtà. La Sicilia anche fa i conti con un aumento delle temperature: le città più calde
Il cambiamento climatico è una certezza con cui bisogna fare i conti. I dati continuano ad accumularsi, e mostrano un quadro sempre più desolante, che si accompagnano alle tragedie degli ultimi giorni in tutta Italia, con piogge torrenziali dopo periodi di lunga siccità. L’Istat ha analizzato in questi giorni i dati “storici” relativi alle temperature a partire dal 1971, nei capoluoghi di provincia e di regione, e le temperature più alte si registrano nell’ultimo decennio, con una media di 15,8° centigradi.
Catania con il maggior aumento della temperatura
Nel 2021, gli indici estremi di temperatura sono aumentati in gran parte dei capoluoghi di provincia. Ed è Catania la città che ha segnato la maggiore anomalia in crescita rispetto alla temperatura media, sia massima che minima, con uno scostamento di circa 2 gradi. Anche Messina segna valori in rialzo, mantenendo però uno scostamento più ridotto, di meno di un grado; Palermo, segna una anomalia al rialzo per quanto riguarda la temperatura minima, mentre segna una riduzione di meno di mezzo grado in riferimento alla temperatura massima.
Aumentano anche gli eventi climatici estremi
Un altro segnale di preoccupazione viene dalla crescita degli eventi meteo climatici classificati come estremi, con impatti rilevanti sulle aree urbane, così come è successo negli scorsi giorni in Emilia Romagna. Negli ultimi 15 anni questi eventi sono cresciuti: nel periodo 2006-2021 in particolare, i giorni estivi (con temperatura massima maggiore di 25°C) e le notti tropicali (con temperatura che non scende sotto i 20°C) registrano anomalie positive per tutti gli anni: in media sono 112 i giorni estivi e 46 le notti tropicali, vale a dire +11 giorni e +10 notti rispetto al periodo 1981-2010. In crescita anche l’indice onde di calore, che registra un’anomalia media del periodo 2006-2021 di +9 giorni rispetto al periodo 1981-2010, con anomalie annuali positive per tutti gli anni.
Il problema riguarda in particolar modo le città
Non è un caso che il problema riguardi le città: l’urbanizzazione è causa di pressioni sull’ambiente naturale (consumo di suolo, di risorse naturali ed emissioni di gas inquinanti) che possono essere intensificate dagli effetti del cambiamento climatico, aumentando la vulnerabilità delle città. Si conferma, in particolare, il fenomeno della cosiddetta Isola di calore urbano (Urban Heat Island) in base al quale la temperatura è più alta rispetto alle aree esterne circostanti, per la presenza di superfici radiative (cemento, metalli, asfalto, ecc).
La siccità altra grande emergenza climatica
L’Italia si conferma, ormai da più di un ventennio, al primo posto tra i paesi dell’Unione europea per la quantità di acqua dolce complessivamente prelevata per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei. Nel 2020, il volume di acqua prelevato per uso potabile ammonta a circa 9,19 miliardi di metri cubi, pari a 422 litri per abitante, che pone l’Italia al secondo posto nell’Ue in termini di consumo pro capite, dopo la Grecia. Una siccità persistente, in questi termini, sarà di difficile gestione per un Paese che non ha mai avviato una campagna di razionamento e razionalizzazione del consumo. Inoltre, all’aumento delle temperature si accompagnano fenomeni un tempo rari, che sono divenuti più frequenti, intensi e diffusi, generando impatti rilevanti e danni economici, sociali e ambientali in molte aree del Pianeta.
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