Verde pubblico, trenta milioni di euro alle Città metropolitane per gli alberi - QdS

Verde pubblico, trenta milioni di euro alle Città metropolitane per gli alberi

Paola Giordano

Verde pubblico, trenta milioni di euro alle Città metropolitane per gli alberi

mercoledì 14 Ottobre 2020

Via libera dalla Conferenza unificata delle Regioni e dei Comuni al decreto attuativo della legge del 2019. Gli Enti con più di quindicimila abitanti dovrebbero piantare un arbusto per ogni bambino nato

PALERMO – A quasi un anno dalla conversione del Decreto Clima arriva – finalmente – il via libera della Conferenza unificata delle Regioni e dei Comuni al decreto attuativo che stanzia ben 30 milioni di euro per finanziare progetti di forestazione urbana in questo e nel prossimo anno. “Un albero – ha commentato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – tutela la biodiversità di un territorio, garantisce la funzionalità degli ecosistemi, contrasta i cambiamenti climatici, migliora la salute e il benessere dei cittadini, ha una funzione di assorbimento e stoccaggio di Co2, migliora la qualità dell’aria, abbassa le temperature urbane e per ultimo, ma non per importanza, rende belle le nostre città. Per questi motivi nella Legge Clima è stata prevista una norma sulla forestazione urbana”.

Il decreto-legge n. 111 del 14 ottobre 2019, coordinato con la legge di conversione n. 141 del 12 dicembre 2019, stabilisce infatti che “Per il finanziamento di un programma sperimentale di messa a dimora di alberi, ivi compresi gli impianti arborei da legno di ciclo medio e lungo, purché non oggetto di altro finanziamento o sostegno pubblico, di reimpianto e di silvicoltura, e per la creazione di foreste urbane e periurbane, nelle città metropolitane, in coerenza con quanto previsto dal decreto legislativo 3 aprile 2018, n. 34, è autorizzata la spesa di euro 15 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021”.

Destinatarie delle risorse saranno dunque le sole città metropolitane. Il che vuol dire che a poter usufruire dei fondi saranno nell’Isola solo Catania, Messina e Palermo. E che, per contro, resteranno a bocca asciutta le città capofila dei sei liberi consorzi (Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani).

Quella appena approvata è solo l’ultima norma volta a promuovere la piantumazione urbana: da decenni vige una legge (la cosiddetta Legge Rutelli, risalente al 1992) che obbliga gli Enti locali con popolazione superiore a 15.000 abitanti a piantare un albero per ogni bambino nato e che, con le modifiche introdotte dalla Legge n. 10/2013, impone al sindaco di rendere noto, due mesi prima della scadenza naturale del mandato, “il bilancio arboreo del comune, indicando il rapporto fra il numero degli alberi piantati in aree urbane di proprietà pubblica rispettivamente al principio e al termine del mandato stesso, dando conto dello stato di consistenza e manutenzione delle aree verdi urbane di propria competenza”. Eppure, delle tre siciliane “fortunate”, solo Palermo ha realizzato un bilancio arboreo, che però è fermo a quattro anni fa. Nessuna traccia di tale rendiconto, invece, si trova sui siti degli Enti catenese e messinese.

Secondo il rapporto “Urban nature 2019. Biodiversità urbana: percorsi e proposte in campo” realizzato dal Wwf, nel capoluogo di regione la legge “viene applicata ma senza risultati apprezzabili”. Nel resoconto stilato dal Comune palermitano è, infatti, registrata, tra il 2012 e 2016, la messa “a dimora di c.a 30.200 essenze legnose tra alberi (all’incirca il 30%) e arbusti ivi comprese le suffrutici, per una media di c.a 1,03 piante per ogni nuovo nato”. I bambini nati nel periodo inventariato sono infatti 29.205, ma non vi è traccia, nel bilancio, dei minori adottati. Lo stesso report del Wwf denuncia al contempo che “la normativa non viene applicata o comunque non ci sono state iniziative di informazione e coinvolgimento della cittadinanza” sia a Catania che a Messina.

Il paradosso della Legge Rutelli – e della sua implementazione del 2013 – è che essa non preveda esplicitamente sanzioni per chi non assolve gli obblighi in essa prescritti. Né in merito alla mancata piantumazione né per la mancata pubblicazione del bilancio arboreo. In relazione al decreto attuativo appena approvato il ministro Costa rassicura: “Chiaramente questi fondi saranno controllati e possono essere anche revocati nel caso in cui si riscontrino difformità tra l’esecuzione e la progettazione”.

“Inoltre il ministero ammetterà solo piani dettagliati di gestione – spiega Costa – che prevedano la piantumazione e anche la gestione e la manutenzione delle aree verdi realizzate, per almeno sette anni, e la sostituzione con nuovi alberi in caso non attecchiscano quelli piantati. Da oggi inizia il cammino per avere città più verdi e meno grigie”. Staremo a vedere.

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