Alla Sicilia 21 nuovi treni elettrici per frenare il crollo dei passeggeri - QdS

Alla Sicilia 21 nuovi treni elettrici per frenare il crollo dei passeggeri

Rosario Battiato

Alla Sicilia 21 nuovi treni elettrici per frenare il crollo dei passeggeri

martedì 20 Agosto 2019

Pubblicato il decreto del Dipartimento regionale alle Infrastrutture: i primi quattro in consegna entro l’anno. Nell’Isola solo il 9% dei cittadini fa uso del trasporto ferroviario contro il 30% nazionale

PALERMO – Via libera all’acquisto di 21 nuovi treni da destinare alle tratte con maggiore domanda. È quanto si apprende dal decreto n.1780 del 18 luglio scorso pubblicato sul sito del dipartimento della programmazione (euroinfosicilia.it) e definito dal dipartimento delle Infrastrutture, della Mobilità e dei Trasporti. Il documento precisa i dettagli del finanziamento di un’operazione che vale 165,3 milioni di euro e che sarà gestita da Trenitalia spa.

Un passo in avanti per riavvicinare i siciliani alla mobilità ferroviaria che garantisce una maggiore sostenibilità degli spostamenti a fronte di un indice di utilizzo che, stando ai dati dell’Istat, è il più basso d’Italia, inferiore di un terzo alla media nazionale.

I NUOVI TRENI
Saranno 21 i nuovi convogli, a trazione elettrica e da oltre 300 posti ciascuno. Il finanziamento è a valere dell’Asse 7 “Sistemi di trasporto sostenibili” del Po Fesr e prevede la fornitura di convogli Emu (electrical multiple units), di media capacità, denominati “POP”. Già cadenzata la consegna: quattro entro la fine dell’anno, 7 nel corso del 2020 e gli ultimi dieci nel 2021. Il costo unitario si aggira tra i 6,6 e 6,9 milioni di euro.

GLI OBIETTIVI
Nella nota del dipartimento si precisa che l’obiettivo è il “potenziamento dei servizi di trasporto pubblico regionale, per migliorare i collegamenti con i principali nodi urbani, produttivi e logistici della Sicilia”. Il decreto è stato già registrato dalla Corte dei Conti.

MOBILITÀ CERCASI
In una delle ultime rilevazioni sul trasporto pubblico nelle regioni, l’Istat ha registrato che in Sicilia si trova il più basso indice di utilizzazione del trasporto ferroviario, calcolato sulla base delle persone che hanno utilizzato il mezzo di trasporto almeno una volta nell’anno sul totale della popolazione da 14 anni in su. In Sicilia, al 2017, il dato è fermo al 9,5% e risulta essere uno dei peggiori dell’intero periodo considerato (1995-2017), meno della metà di quanto si riusciva fare verso la fine degli anni Novanta nell’Isola. In Italia, il risultato aggiornato al 2017 è pari al 30%, cioè il triplo del dato siciliano.

TRASPORTO FERROVIARIO SICILIANI INSODDISFATTI
Il grado di soddisfazione del servizio di trasporto ferroviario a livello regionale, calcolato dall’Istat sulla media delle persone che si dichiarano soddisfatte delle sette caratteristiche del servizio rilevate (frequenza corse, puntualità, possibilità di trovare posto a sedere, pulizia delle vetture, comodità degli orari, costo del biglietto, informazioni sul servizio) sul totale degli utenti del servizio, ha visto la Sicilia registrare, nel corso del 2017, il dato più basso in assoluto, pari a 45, cioè meno della metà di chi prende abitualmente il treno.

Il dato è in calo di quatto punti rispetto al 2016 ed è soprattutto inferiore di 8 punti rispetto al miglior risultato dell’intero periodo (1995-2017), cioè il 53,6 del 1996. Lontanissimi i risultati raggiunti a livello nazionale (57,4) e nell’area settentrionale dove spiccano il 78,6 del Trentino Alto Adige, il 61,4 del Veneto, il 62,7 del Friuli Venezia Giulia. In generale i risultati sono comunque al di sopra del 50, con le uniche eccezioni di Valle d’Aosta e Liguria.


“In provincia di Trapani sistema ferroviario all’anno zero”. Dalla Regione 58 mln per ammodernare 75 km di binari

TRAPANI – Prendono corpo su ben 75 chilometri di binari gli interventi di miglioramento infrastrutturale da quasi 58 milioni di euro che Rfi, grazie ai fondi della Regione siciliana, realizzerà nel trapanese entro il 2020.
Le opere di aggiornamento dei requisiti prestazionali e upgrading tecnologico degli armamenti si concentrano sulle tratte ferroviarie Alcamo-Gallitello (interrotta dal 2013) e Trapani-Campobello di Mazara.

“In provincia di Trapani – dichiara l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone – abbiamo trovato un sistema ferroviario all’anno zero. Emblematica in senso negativo la vicenda della via Milo, chiusa per frana da anni con la paradossale conseguenza di dover passare da Castelvetrano per raggiungere Trapani da Palermo. Ma il Governo Musumeci, alla retorica del disfattismo e degli slogan, antepone i fatti”.

“Con Rfi abbiamo concordato una tabella di marcia su cui vigileremo giorno dopo giorno: a marzo 2020 la Regione – aggiunge Falcone – dovrà già avere un tangibile riscontro sugli interventi di ammodernamento che serviranno, così, ad avere in esercizio treni più comodi e più sicuri”.

Come reso noto da Rfi, fra gli interventi di miglioramento previsti vi sono: il rinnovo del binario attraverso la rimozione delle traverse in legno e la totale sostituzione della massicciata. In cantiere anche l’upgrading tecnologico – principalmente sulla tratta Castelvetrano-Salemi – dei sistemi trasmissivi e la sostituzione dei cavi in rame al servizio degli impianti di sicurezza, segnalamento e telecomunicazione. L’adeguamento infrastrutturale della ferrovia trapanese consentirà di migliorare le prestazioni dei treni, in sicurezza, affidabilità e comfort, eliminando anche alcuni rallentamenti attualmente presenti.

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