Allarme farmaci per la cura di Malattie Infettive a Catania

Malattie Infettive, è allarme per farmaci introvabili. Cacopardo (Garibaldi Nesima): “Forti difficoltà”

Malattie Infettive, è allarme per farmaci introvabili. Cacopardo (Garibaldi Nesima): “Forti difficoltà”

Giuseppe Bonaccorsi  |
martedì 04 Febbraio 2025

Il direttore del Dipartimento Malattie infettive del Garibaldi Nesima di Catania, il professore Bruno Cacopardo, interviene al QdS e lancia l'allarme.

È allarme carenza di alcuni medicinali in tutta Europa e anche in Italia dove a scarseggiare, oltre ad alcune molecole importanti come l’ampicillina, sono alcuni farmaci cardiovascolari, importantissimi per tenere a bada l’evolversi della tubercolosi e quasi introvabili.

La segnalazione arriva anche dal direttore del Dipartimento Malattie infettive del Garibaldi Nesima di Catania, il professore Bruno Cacopardo, che si dice molto preoccupato che una simile situazione possa nel tempo diventare esplosiva per alcune malattie e per la loro diffusione sul territorio.

Allarme farmaci per la cura di Malattie Infettive a Catania

“Abbiamo forte difficoltà a rifornirci di Rifabicina – spiega il docente – , un farmaco necessario per il protocollo di cura nella tubercolosi. Ad alcuni pazienti tubercolari che devono fare il trattamento per alcuni mesi, per tenere silente la malattia, abbiamo dovuto interrompere la profilassi, col rischio che si riattivi la malattia e che questi malati tornino a essere infettivi per gli altri, col risultato di ottenere una circolazione maggiore del batterio tubercolare con un aumento di malati”.

“Non abbiamo una spiegazione”

Il professore non sa spiegarsi perché da un po’ di tempo ci sia difficoltà nel recepire alcune molecole. “Non sappiamo spiegarci perché ci sia questa mancanza di una quarantina di farmaci, tra cui diversi antibiotici. Forse perché sono farmaci che costano troppo poco e sono poco convenienti per le aziende farmaceutiche”.

L’Aifa – avvertita – si sarebbe limitata a constatare che ci sono difficoltà. Sembra che anche la presidenza regionale della Farmacia dell’assessorato palermitano, messa al corrente, si sia interessata della delicata vicenda. In assenza di soluzioni immediate sarebbe stato consigliato di procedere temporaneamente attraverso la somministrazione di sciroppi antibiotici che però equivarrebbero a una sola pillola di antibiotico. Quindi ci vorrebbero sessanta flaconi per fare una sola confezione di pillole di una molecola che adesso scarseggia. Insomma, una soluzione che lascia intuire l’attuale situazione di grande precarietà nel reperire taluni farmaci.

Problemi anche per chi ha l’Echinococco

Un’altra malattia infettiva che è dipendente da farmaci adesso quasi introvabili è l’Echinococco, una patologia parassitaria che colpisce l’uomo con dolori, tosse e problemi epatici. “Non riusciamo ad avere il farmaco Zentel – spiega ancora Cacopardo al QdS – col risultato che numerosi pazienti hanno smesso di curarsi”.

Molti medici e tra questi lo stesso professore Cacopardo hanno già lanciato l’allarme segnalando il caso all’Aifa e la risposta che è arrivata è quella che “saranno evasi solo ordini urgenti secondo decreto 219 art, 105 comma 4. Nei canali ospedalieri ci sarà invece una distribuzione contingentata”.

È da un po’ di tempo che l’assenza di alcuni farmaci è stata riscontrata anche a livello delle farmacie. Un sondaggio del Pgeu, l’associazione europea dei farmacisti, eseguito in 28 paesi tra cui l’Italia, avrebbe rilevato che esistono forti difficoltà nel reperimento di alcuni prodotti, tanto che un terzo dei paesi europei ha emanato una legislazione che concede ai farmacisti una elasticità e flessibilità nell’affrontare la carenza di alcuni farmaci attraverso anche una preparazione di medicinali galenici e sostituzioni terapeutiche. Anche l’Ema (l’agenzia europea del farmaco) ha attivato una piattaforma dove i produttori dovranno segnalare tutte le emergenze.

Secondo quanto scritto dal quotidiano nazionale “QnSalus”, a livello generale, “le carenze di medicinali stanno causando disagi ai pazienti, con la conseguenza che si rischiano interruzioni di trattamenti, aumento delle spese per i cittadini, dovute ad alternative più costose e non rimborsate e ridotta fiducia nei medicinali, nelle farmacie e nell’intero sistema sanitario”.

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