In corso il censimento delle strutture da recuperare per renderle fruibili
PALERMO – Tocca agli istituti autonomi per le case popolari della Sicilia indicare quali siano gli interventi da effettuare sulle strutture per renderle maggiormente fruibili, nell’ottica fissata dall’obiettivo di policy 4 “Una Sicilia più inclusiva”. Si tratta di una attività di ricognizione dei fabbisogni, in mano al dipartimento regionale delle Infrastrutture, della mobilità e dei trasporti, preliminare al percorso di concertazione istituzionale e tecnica per la individuazione dei beneficiari e delle operazioni da ammettere a finanziamento, per migliorare la qualità degli alloggi sociali e abitativi mediante la riqualificazione del patrimonio pubblico esistente.
Agli Iacp è stato così fornita una scheda che contiene le indicazioni sommarie dei beni in proprietà e in gestione, immediatamente utilizzabili, liberi da eventuali inquilini abusivi, con particolare attenzione a moduli abitativi, locali commerciali, di culto e aree libere. Nella scheda si andrà a specificare la localizzazione degli interventi ritenuti necessari e gli importi di massima stimati per ciascun intervento. L’insieme della documentazione presentata permetterà di procedere alla concertazione degli interventi.
In Sicilia sono presenti numerosi istituti autonomi per le case popolari, che vanno a ricalcare territorialmente le province isolane, e lavorano di concerto con il dipartimento regionale delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti per la realizzazione di interventi destinati all’edilizia residenziale pubblica sovvenzionata. La loro storia è lunga e piuttosto complessa, e risale agli anni Trenta del secolo scorso, quando il fascismo intervenne per far fronte alla crisi degli alloggi e previde facilitazioni per gli enti che si occupavano di realizzarli. Si trattò nella realtà di una struttura elefantiaca di grande burocrazia e poca efficienza, tanto che venne ampiamente riformata nel secondo dopoguerra, con un decentramento delle funzioni in mano alle singole regioni. Ad oggi, gli enti lavorano insieme per l’attuazione dei programmi statali, regionali e comunitari.
Nello specifico, si occupano del recupero e della razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. In riferimento all’assegnazione degli alloggi, il dipartimento fissa il reddito annuo complessivo del nucleo familiare per concorrere all’assegnazione, in modo da rendere gli alloggi fruibili alle famiglie che ne hanno bisogno.
Una delle ultime attività, a chiusura dello scorso anno, svolte dall’ufficio è stata la pubblicazione dell’invito alla manifestazione d’interesse alla presentazione di progetti relativi a “Interventi volti a sostenere la qualità dell’abitare di categorie fragili della popolazione regionale”, in modo da promuovere l’inclusione socioeconomica delle comunità emarginate, delle famiglie a basso reddito e dei gruppi svantaggiati, incluse le persone con bisogni speciali, mediante azioni integrate riguardanti alloggi e servizi sociali. Il bando rientra nell’azione 4.3.3: “Contrasto ai fenomeni del disagio abitativo mediante interventi volti a sostenere la qualità dell’abitare di categorie fragili della popolazione regionale”.