L’amaro migliore al mondo? È siciliano e si chiama Amaro Amara - QdS

L’amaro migliore al mondo? È siciliano e si chiama Amaro Amara

Biagio Tinghino

L’amaro migliore al mondo? È siciliano e si chiama Amaro Amara

Biagio Tinghino  |
venerdì 06 Maggio 2022

“Amara”, il liquore a base di Arancia rossa Igp, ha vinto l’autorevole competizione World liqueur awards 2022. Edoardo Strano: "Raccontiamo la bellezza e l’autenticità del territorio agricolo etneo"

CATANIA – Amaro Amara, il liquore siciliano a base di Arancia Rossa Igp, trionfa ai World Liqueur Awards 2022, l’autorevole competizione mondiale che ha assegnato il titolo mondiale per la categoria. Nel corso degli anni nessun amaro siciliano era mai arrivato così in alto. Grande la soddisfazione per Edoardo Strano, che nove anni fa trasformò in realtà il sogno di creare un amaro artigianale realizzato solo con scorze di Arancia Rossa di Sicilia Igp e erbe spontanee dell’Etna.

“Questo premio per me rappresenta un riconoscimento che segna una linea di continuità con il passato, con la nostra tradizione agricola – ha dichiarato Strano -. I terreni su cui produciamo l’Arancia Rossa di Sicilia IGP, sono l’eredità di mio nonno. Un uomo che ha dedicato tutta la vita al commercio e alla produzione delle arance; un uomo dalla straordinaria intelligenza commerciale, nato senza terra che è riuscito a lasciare ai figli un tesoro di terra nera, vulcanica fertilissima, interamente coltivata ad agrumi”.

Le arance rosse protagoniste induscusse di Amaro Amara

Oggi, quindi, Amaro Amara entra ufficialmente nell’Olimpo della liquoristica italiana ed internazionale. Le arance rosse di Sicilia che crescono baciate dal sole ai piedi dell’Etna sono le protagoniste indiscusse di Amaro Amara, digestivo inebriante che con il suo intenso profumo ha sbaragliato la concorrenza. La ricetta segreta, la piccola cantina, le mani esperte dei pochi dipendenti e la preziosa infusione ne assicurano l’artigianalità e suggellano un patto di fedeltà tra il territorio e il bicchiere, siglato ogni giorno con l’inconfondibile ceralacca rossa che celebra l’autentica artigianalità siciliana su ogni bottiglia di Amara.

“Un riconoscimento che arriva dopo due anni difficili – ha aggiunto l’imprenditore – ma in cui non abbiamo mai fatto compromessi sulla qualità. Quest’oggi ci viene riconosciuto un premio, a testimonianza del fatto che con il lavoro e l’impegno si può arrivare ovunque. È un vero orgoglio ricevere un riconoscimento così importante, che ci aiuta a realizzare il nostro obiettivo più alto: raccontare la bellezza e l’autenticità del territorio agricolo etneo nel mondo”.

Amara fin dal primo giorno è stato pensato come un progetto economico sostenibile nel lungo periodo, costruito per restare in Sicilia, creare opportunità di sviluppo e ridare valore e identità ad un prodotto prezioso che aveva fatto la ricchezza di quella terra: l’arancia rossa di Sicilia. Ottanta ettari di agrumeti alle pendici dell’Etna a pochi km da Catania, nel territorio in assoluto più vocato per la produzione di arance, sono di certo un ottimo punto di partenza per iniziare a sognare un’altra epoca d’oro per l’agricoltura siciliana e ridare valore e dignità ad arance di diverse qualità come Tarocco Gallo, Tarocco Nocellare e Meli, alla base dell’universo di profumi custoditi nel liquore siciliano.

Amaro Amara prodotto in maniera artigianale, con una forte identità regionale

“Amara è un liquore prodotto in maniera artigianale, con una forte identità regionale, che racchiude intensi profumi di agrumi e zagara – ha continuato Strano -. Un inno all’estate e alla Sicilia. Il colore rosso delle arance, coltivate e usate per produrre Amara, dipende dalla combinazione esclusiva di due fattori. Da una parte la presenza delle antocianine (pigmenti vegetali idrosolubili che svolgono diverse funzioni protettive per l’organismo umano) e dall’altra le condizioni climatiche dell’Etna. Lavoriamo con i guanti bianchi, sbucciando le arance una ad una con il tipico taglio a spirale. Questo tipo di taglio si utilizzava per sbucciare le arance, girando lentamente attorno al frutto. Una volta tagliata la buccia veniva appesa al ramo dell’albero per farla essiccare, e, una volta essiccata, veniva usata come spezia in cucina per piatti dolci o salati”.

“Amaro Amara nasce con una produzione di 10.000 bottiglie per toccare la quota di 80.000 attuali – ha concluso Edoardo Strano -. Attualmente il 70% della produzione è riservato all’Italia, con la Sicilia come primo bacino di vendita e le città di Milano e Roma al seguito. Il 30% è destinato all’export. Nel complesso la crescita dell’ultimo triennio è del 30%. I paesi serviti sono 20: oltre all’Italia i principali mercati sono Stati Uniti, Giappone, Cina, Australia e Canada, mentre in Europa le vendite si concentrano in Germania, Svizzera, Belgio e Austria”.

Le Arance Rosse di Sicilia Igp sono protagoniste della ricetta di Amara, un frutto unico al mondo perché nasce in uno speciale contesto vulcanico, caratterizzato da un terreno singolare a quelle latitudini e da forti escursioni termiche che condizionano la crescita di piante dalle proprietà straordinarie che rendono le bottiglie di Amara ancora più speciali. Qui, le arance nascono rosse per la reazione di queste sostanze agli sbalzi di temperatura nel periodo invernale. Alle falde dell’Etna, tra novembre e marzo, si passa, infatti, dai 5-6 gradi della notte ai 20 gradi del giorno.

Anche il presidente del Consorzio Arancia Rossa di Sicilia Igp, Gerardo Diana, ha voluto commentare la notizia del prestigioso riconoscimento ottenuto dall’azienda siciliana. “Appena appresa la notizia – ha detto dal canto suo il presidente Diana – sono andato a congratularmi di persona con Edoardo Strano. Questo riconoscimento, che è innanzitutto un giusto premio per il lavoro di un giovane imprenditore, dei suoi stretti collaboratori e della sua famiglia, lo sentiamo anche un po’ nostro. Abbiamo aziende siciliane, pluripremiate per le bevande alla Rossa di Sicilia Igp ma anche grosse multinazionali, aziende di cosmetici, aziende dolciarie locali e internazionali e questo ci permette di essere sul mercato, non solo del fresco, per 365 giorni l’anno”.

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