Comunità sotto shock per il tragico incidente sul lavoro costato la vita al 65enne di Belpasso (CT), padre di due figli.
Antonio Rapisarda, 65 anni, padre di due figli: è lui l’ennesima vittima sul lavoro, morto dopo un incidente in un cantiere sulla Statale 284 Occidentale Etnea tra Adrano e Bronte, in provincia di Catania.
L’uomo era originario di Belpasso e sarebbe morto sul colpo.
Antonio Rapisarda, vittima di un incidente sul lavoro sulla Adrano-Bronte
Rimane ancora da confermare l’esatta dinamica di quanto accaduto nella tarda mattinata di ieri, 23 aprile. Secondo una prima ricostruzione, ancora in fase di accertamento da parte delle autorità competenti, l’uomo sarebbe stato colpito alla testa da un profilato in ferro caduto da un camion in un cantiere nei pressi di contrada Passo Zingaro (Adrano) sulla SS284. L’operaio sarebbe morto sul colpo e, nonostante l’intervento dei soccorsi, per lui non c’è stato nulla da fare.
Il cordoglio
L’incidente sul lavoro ad Adrano che ha portato alla morte di Antonio Rapisarda ha profondamente scosso la comunità e i sindacati, che continuano a chiedere a gran voce la fine della strage dei morti sul lavoro.
Sono tantissimi i messaggi di cordoglio sui social per l’uomo, descritto come “una bravissima persona e un gran lavoratore“. Così ricorda la vittima il sindaco di Belpasso Carlo Caputo: “Ho appreso della tragica scomparsa di un nostro concittadino, vittima di un terribile incidente sul lavoro. 𝗣𝗲𝗿𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗶𝗻 𝗰𝗶𝗿𝗰𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘇𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗰𝗶 𝗮𝗱𝗱𝗼𝗹𝗼𝗿𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗳𝗼𝗻𝗱𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲. Desidero esprimere a nome mio e di tutta l’Amministrazione Comunale di Belpasso le più sincere e sentite condoglianze alla famiglia e ai cari”.
I sindacati: “Sia fatta luce sull’accaduto”
La Fillea Cgil e la Cgil di Catania hanno espresso profondo cordoglio per la scomparsa dell’operaio. In una nota, il ricordo del segretario provinciale Vincenzo Cubito e del segretario generale della Camera del Lavoro, Carmelo De Caudo: “Antonio era un uomo generoso, un lavoratore esperto e un punto di riferimento per tutti noi. Non era solo un delegato sindacale, ma un amico, un compagno vero. La sua morte ci lascia attoniti e ci spinge, ancora una volta, a ribadire con forza che non si può morire di lavoro”. La Fillea e la Cgil di Catania chiedono che sia fatta piena luce sull’accaduto e che venga istituito un tavolo tecnico in Prefettura da dedicare agli incidenti sul lavoro.
Anche la Filca Cisl Catania Edili chiede giustizia e sicurezza sul lavoro in una nota: “Una perdita gravissima, che lascia sgomenti e richiama ancora una volta l’attenzione su una piaga che continua a colpire senza sosta il mondo dell’edilizia. Il tema della sicurezza nei cantieri non può più essere affrontato solo dopo l’ennesima tragedia. Serve un piano straordinario nazionale che metta al centro la tutela della vita di chi lavora. Basta vittime sul lavoro. Le istituzioni, le imprese e tutti gli attori del sistema devono assumersi le proprie responsabilità. Non si può morire per guadagnarsi da vivere. Ribadiamo con forza la necessità di potenziare i controlli, applicare rigorosamente le normative esistenti, e investire seriamente nella formazione continua dei lavoratori e dei responsabili della sicurezza nei cantieri. La prevenzione deve diventare il pilastro su cui si fonda ogni attività produttiva”.