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Accordo Regione Siciliana-Università di Catania per la valorizzazione del patrimonio archeologico

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Accordo Regione Siciliana-Università di Catania per la valorizzazione del patrimonio archeologico

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martedì 31 Maggio 2022

Un nuovo accordo per la valorizzazione del patrimonio siciliano tra la Regione e l'Università degli Studi di Catania.

La Regione Siciliana e l’Università degli Studi di Catania siglano un nuovo accordo per la valorizzazione del patrimonio locale.

Si tratta di un accordo quadro per la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, diretta da Daniele Malfitana. Presenti all’incontro per la firma dell’intesa l’assessore regionale ai Beni Culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà, e il rettore Unict, Francesco Priolo.

Archeologia, nuovo accordo Regione-Unict

L’obiettivo dell’accordo tra la Regione Siciliana e l’Università di Catania è rinsaldare la collaborazione tra le due istituzioni. Per farlo, si prevede l’approfondimento dei programmi di ricerca per la valorizzazione del patrimonio archeologico regionale.

In più, si conta di avviare tirocini formativi e stage per giovani archeologi e anche di attivare progetti di ricerca nel campo dei beni culturali.

“Questa è un’intesa che coniuga metodologie operative collaudate e innovazione nell’analisi”, commenta l’assessore Samonà. L’accordo Regione-Unict, quindi, permetterà la realizzazione di progetti caratterizzati da personale con alta competenza scientifica e innovazione metodologica nel settore dell’archeologia.

L’obiettivo primario rimane, naturalmente, quello di valorizzare i beni culturali e archeologici del territorio siciliano. Un obiettivo che si aggiunge ai tanti per rivalorizzare la cultura a Catania e nel resto della Sicilia. Si ricorda, infatti, che sull’isola la digitalizzazione nei musei non è ancora una realtà consolidata e i fondi per la cultura servono sempre di più.

Il commento di Samonà e Priolo

“La Regione siciliana ha un patrimonio di beni archeologici e culturali ineguagliabile. Mettere a disposizione degli studenti questo potenziale e inserire, al contempo, nuove conoscenze e tecniche di analisi costituisce un’importante opportunità per formare nuove professionalità e trasferire metodologie, competenze e processi reciprocamente posseduti. Una collaborazione orientata all’innovazione che crea anche i presupposti per un ricambio generazionale tanto necessario nella gestione dei beni culturali”. Questo è il commento dell’assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana dopo l’accordo raggiunto con l’Università di Catania.

“‘Imparare facendo’ è certamente uno dei sistemi di apprendimento più efficaci. La formazione ‘on the job’ consente ai nostri specializzandi in archeologia di misurarsi con la storia e al tempo stesso con la ricerca, trasformando in abilità operative le nozioni apprese in aula e toccando con mano quello che potrebbe essere il loro futuro. Questo permette di portare in dote ai loro ‘tutor’ la loro freschezza e il loro entusiasmo, insieme con la predisposizione verso le più recenti tecniche metodologiche e scientifiche interdisciplinari”. Così afferma il rettore Priolo.

“La Scuola di specializzazione in beni archeologici è l’unica scuola dei quattro Atenei siciliani. E, quindi, davvero molto significativo che l’assessorato regionale dei Beni culturali la riconosca come punto di riferimento nevralgico per le politiche di programmazione di ricerche congiunte in accordo con i loro istituti, accettando di dare piena ospitalità ai nostri allievi all’interno di soprintendenze, parchi, musei”. Sono queste le affermazioni di Daniele Malfitana, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici.

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