Augusta, l’ipotesi fast food continua a far discutere - QdS

Augusta, l’ipotesi fast food continua a far discutere

Luigi Solarino

Augusta, l’ipotesi fast food continua a far discutere

sabato 19 Marzo 2022

La decisione del Comune di destinare alla costruzione della struttura un’area verde non è piaciuta agli ambientalisti. Alla protesta si sono aggiunti anche nove consiglieri : "Concessione arbitraria"

AUGUSTA (SR) – Continua a far discutere la decisione, presa dalla Giunta comunale di Augusta con delibera n.13 del 26 gennaio 2022, di consentire la realizzazione di un ristorante, appartenente ad una nota catena americana di fast food, in un area di proprietà comunale destinata a verde pubblico.

L’area in questione, sita in Corso Sicilia angolo Via Aldo Moro nel quartiere Borgata, è classificata dal piano regolatore comunale come zona per attrezzature e impianti d’interesse generale (zona F). In tali zone omogenee ogni iniziativa è riservata alla Pubblica amministrazione ed è esclusa la realizzazione di attività commerciali che, a differenza dei mercati, non soddisfano un interesse pubblico ma un interesse lucrativo privato.

Per questo motivo le due Associazioni ambientaliste, Legambiente e Natura Sicula, hanno diffidato l’Amministrazione comunale alla revoca in autotutela della delibera di giunta con la quale viene concessa alla multinazionale americana la suddetta area.

Alle proteste delle due Associazioni ambientaliste si sono aggiunte anche quelle dei nove consiglieri di minoranza, Roberta Suppo, Marco Patti, Chiara Tringali, Milena Contento, Giuseppe Gulino, Giancarlo Triberio, Corrado Amato, Manuel Mangano, Mariangela Birritteri, che hanno chiesto, lo scorso 26 febbraio, la convocazione di una seduta straordinaria e urgente del consiglio comunale sull’argomento.

Per i nove consiglieri “L’Amministrazione comunale ha concesso, in maniera arbitraria il permesso a una società privata di realizzare un fabbricato in zona F. Le disposizioni di legge contenute nel Tuel (Testo unico enti locali), all’articolo 42, prevedono che atti che riguardano le disposizioni del patrimonio immobiliare comunale sono di stretta competenza del Consiglio comunale e non rientrano nell’ordinaria amministrazione. Con questa delibera, quindi, la giunta comunale ha completamente esautorato dalle sue competenze il civico consesso, unico organo atto a deliberare in merito”.

“Inoltre, – aggiungono i nove consiglieri – l’affidamento è avvenuto in assenza di procedura di gara ad evidenza pubblica; lo stesso inoltre, sconfessa un precedente atto della stessa giunta in cui si specificava che l’avviso era soltanto a finalità esplorative e non già per definire l’assegnatario. Non per ultimo, la costruzione del fast food priverebbe la zona borgata, assai carente dal punto di vista del verde pubblico, di un consistente patrimonio arboreo”.

Tuttavia la convocazione del Consiglio da parte del presidente del civico consesso, Marco Stella, entro sette giorni dalla richiesta, come prevede l’articolo 12 del regolamento del Consiglio comunale, non c’è stata. Conseguentemente i nove consiglieri hanno presentato una diffida nei confronti del presidente del Consiglio comunale “Affinché ottemperi a quanto le vigenti norme gli impongono, anche nella considerazione che il tema in discussione è di particolare importanza e di pubblico interesse”.

I nove consiglieri si sono appellati al Testo unico enti locali minacciando di rivolgersi al Prefetto, “Affinché provveda alla convocazione nell’esercizio del suo potere sostitutivo”.

La risposta del presidente Stella stavolta non si è fatta attendere e la seduta del Consiglio è stata fissata per il prossimo 23 marzo.

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