Solo l’undici novembre scorso il governatore Musumeci ha inviato richiesta per ottenere la continuità territoriale. L'iter si prevede lungo e riguarda solo gli aeroporti di Catania e Palermo. Dopo la richiesta della continuità territoriale per Trapani e Comiso di giugno 2018, si volerà low cost solo dal 2020
PALERMO – Dopo l’abbandono da parte della compagnia Vueling delle tratte da Catania e Palermo alla Capitale e viceversa, è tornato alla ribalta il problema del caro prezzi dei voli da e per la Sicilia. Immediata è stata la reazione dei siciliani: sui social, nel giro di poche ore, gli screenshot dei prezzi alle stelle per viaggiare dai due scali siciliani sono diventati virali, tanto da indurre diverse forze politiche a farsi portavoce di questo disagio e a tornare sul tema.
Alla fine della fiera però la questione, al momento, è tutt’altro che risolta: se l’iter per gli scali di Comiso e Trapani è stato avviato ed è oggi alle battute finali, per gli aeroporti di Catania e Palermo è appena cominciata la scalata verso il raggiungimento di tariffe sostenibili per le tasche di tutti i siciliani.
Era giugno del 2018 quando il sottosegretario alle Infrastrutture Michele Dell’Orco annunciò, durante una sua visita nell’Isola, la disponibilità, da parte dello Stato, di 31,5 milioni di euro per la continuità territoriale degli aeroporti “Vincenzo Florio” e “Pio La Torre”. Ad un anno e mezzo di distanza da quelle dichiarazioni, si intravede una luce in fondo al tunnel nell’iter di riconoscimento della continuità territoriale per gli scali di Comiso e Trapani: a partire marzo o al più giugno 2020, i siciliani potranno infatti viaggiare a prezzi ragionevoli. A stabilirlo è il decreto ministeriale firmato lo scorso 16 luglio dall’ex Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, in conformità con l’esito della Conferenza di Servizi, nella quale sono stati definiti i parametri relativi all’imposizione degli oneri di servizio pubblico sui collegamenti aerei da e per gli scali di Trapani e Comiso. È ancora presto per cantare vittoria: per chiudere la partita infatti manca ancora l’ok da parte della Commissione europea.
In alto mare è invece la questione per Catania e Palermo. Chi è responsabile della condizione di svantaggio che penalizza i passeggeri siculi? Chi poteva e doveva fare qualcosa? E soprattutto, quando tutti siciliani potranno volare senza sperperare un patrimonio?
Per far luce sull’intricata vicenda abbiamo messo una accanto all’altra, le interviste che in esclusiva ci hanno rilasciato il vice ministro alle infrastrutture e ai trasporti Giancarlo Cancelleri e l’assessore regionale alle infrastrutture e ai trasporti Marco Falcone.
Un siciliano fuori sede che volesse concedersi un weekend lungo a casa, per il vicino ponte dell’Immacolata, ha due opzioni: spendere una fortuna o abbandonare l’idea di tornare e, ad un costo nettamente inferiore, scegliere una località all’estero. Stando ai prezzi comparati dal motore di ricerca Skyscanner, partire da Roma Fiumicino alla volta di Catania costa infatti più di 200 euro. Acquistare un volo andata e ritorno da Roma a Londra, nelle stesse date (5-8 dicembre), costa invece appena una cinquantina di euro.
Cancelleri: “E’ stata Roma a dover inseguire la Regione”
Abbiamo raggiunto telefonicamente il Vice Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Giancarlo Cancelleri, per chiedergli delucidazioni sulla continuità territoriale di Catania e Palermo.
Catania e Palermo ancora senza continuità territoriale e con prezzi alle stelle per volare da e per la Sicilia: da chi è dipeso il mancato inserimento nell’iter che ha portato Comiso e Trapani ad avere la continuità territoriale?
“Dal fatto che nessuno abbia mai chiesto di inserire Catania e Palermo. Chi lo doveva richiedere? La Regione. Non lo aveva fatto fino ad oggi questo governo regionale, così come non lo hanno fatto tutti i governi precedenti. Lunedì (11 novembre, ndr) il presidente Musumeci ci ha scritto, posso certificarlo perché ho la corrispondenza, e adesso si avvia l’iter. Sarà un percorso lungo perché c’è di mezzo la costruzione di un dettagliatissimo dossier con tutta una serie di dati che devono circostanziare la richiesta. La Commissione europea dovrà in ultima istanza esaminarlo in modo molto approfondito, lo stiamo vedendo per la richiesta di Trapani e Comiso: sono quattro mesi che la Commissione europea sta analizzando il dossier. Noi speriamo di poter, nel 2020, finalmente avviare l’iter e mandare in gara il servizio, perché il servizio continuità territoriale funziona se si avvia l’iter di gara a cui partecipano i vari vettori e tra questi chi vincerà espleterà il servizio. Quindi solo un vettore applicherà i prezzi relativi alla continuità territoriale”.
Possiamo stabilire una data entro la quale da e per Catania e Palermo si viaggerà a prezzi normali e non a prezzi esorbitanti come adesso?
“Abbiamo aperto il tema della continuità territoriale in Sicilia agli inizi del 2018. Questa cosa mi è figlia perché da deputato regionale chiesi all’allora sottosegretario Dell’Orco di verificare la situazione. Da una prima verifica scoprimmo che c’erano 32 milioni di euro messi in un cassetto del Ministero che riguardavano la continuità territoriale della Sicilia e che nessuno aveva mai preso. Dell’Orco venne a giugno, facemmo un’audizione della IV commissione alla quale prese parte anche il presidente Musumeci – segnale di grande attenzione verso un tema importante – e riuscimmo a far partire l’iter. Da giugno 2018 siamo arrivati a novembre 2019 e ancora l’iter prosegue. Eravamo nell’assurda condizione nella quale il ministero doveva scrivere alla Regione siciliana dicendo: ma ci dite quando verrete a portarci dei documenti? Era Roma che pressava Palermo per una cosa che interessava Palermo: il paradosso. Mi aspettavo succedesse il contrario, invece così non era. Considera che arriveremo a giugno 2020 per Trapani e Comiso, quindi saranno passati due anni. Per cui stiamo facendo partire l’iter per Catania e Palermo e ci impegniamo a portarlo avanti ma ci vorranno due anni, purtroppo. Dall’altra parte non possiamo però girarci i pollici e aspettare, quindi stiamo mettendo in piedi l’idea della tariffa sociale, che è molto più veloce nella sua applicazione perché creiamo un fondo come governo nazionale e diamo la possibilità al cittadino di poter scegliere in totale libertà con quale vettore vuole viaggiare da Catania e da Palermo verso i maggiori hub, Roma e Milano, che sono le tratte maggiormente colpite dal caro-biglietto”.
Marco Falcone: “Solo ora si sono create le condizioni per Palermo e Catania ”
A margine di Etna19, la convention siciliana di Forza Italia, abbiamo intercettato e intervistato l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti, Marco Falcone, in merito alla situazione degli scali di Catania e Palermo.
Se ne riparla da giorni, ne ha parlato anche il presidente Silvio Berlusconi nel suo intervento telefonico a conclusione di questa due giorni, sostenendo che “da alcune settimane i nostri parlamentari della Sicilia hanno intrapreso a Roma una battaglia per ridurre i costi dei viaggi aerei che sono eccessivi. è un annoso problema e noi abbiamo la determinazione di portarlo anche all’attenzione del Parlamento europeo affinché venga garantito in tempi brevi un equo costo dei voli aerei anche per i siciliani”: parliamo di continuità territoriale. Lei giorni fa ha dichiarato che lunedì (11 novembre, ndr) avrebbe inviato al Mit la documentazione per avviare l’iter anche per Catania e Palermo. Lo ha fatto?
“Il presidente Berlusconi ha dimostrato perfetta, grande e approfondita conoscenza del territorio siciliano e delle aspettative dei siciliani. Noi lunedì mattina, tramite il presidente della Regione Nello Musumeci – perché la firma doveva essere per prassi la sua – abbiamo avviato la procedura perché gli venisse data la delega, al fine di poter convocare la Conferenza dei servizi, primo elemento per arrivare alla continuità territoriale. Lo abbiamo fatto. Adesso vogliamo vedere come il governo nazionale si comporterà. Per dirla come il poeta potremmo dire ‘qui varrà la tua nobilitate’. Tu, governo nazionale, hai finora parlato tanto: dimostra se vuoi veramente bene alla Sicilia, se vuoi attenzionare un reale sostegno alla Sicilia o se invece la vuoi mantenere in una condizione di insularità che alcune volte diventa anche prigionia”.
Perché non è stata presentata insieme a Comiso e Trapani la richiesta di continuità territoriale per i due più grandi scali siciliani?
“Non è stata presentata perché sino ad adesso mai c’era stato un sostegno dello Stato per aprire ad una reale continuità territoriale per i due aeroporti maggiori, Palermo e Catania. Oggi alla luce di qualche presa di posizione fatta da parte di qualche esponente del governo nazionale e per l’appunto dal vice ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Giancarlo Cancelleri che è un siciliano, riteniamo che non vi sia condizione migliore di quella attuale”.
Possiamo stabilire una data entro la quale da e per Catania e Palermo si viaggerà a prezzi normali e non a prezzi esorbitanti come adesso?
“Per poter dire una data ci aspettiamo l’ok da parte dello Stato. Il presidente Musumeci aspetta la delega da parte del Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti per poter convocare la conferenza dei servizi. Quando il governo nazionale ci dirà ok potremmo immaginare una deadline che possa chiarirci i tempi, considerando che per espletare la procedura occorre un anno a partire da quando viene convocata la Conferenza dei servizi”.
Cancelleri: “Tariffe solidali da metà 2020”
Tariffe sociali, di cosa si tratta?
“Stiamo creando un fondo attraverso cui prevediamo una scontistica a vantaggio dell’utente. – continua Cancelleri – L’idea è di realizzare un portale internet, a cui il cittadino si iscriverà presentando i documenti per poter dimostrare di appartenere a una delle fasce sociali per le quali prevediamo inizialmente l’applicazione della scontistica. Una volta registrato, riceverà un codice che potrà inserire al momento dell’acquisto del biglietto”.
Chi potrà usufruirne?
“Studenti fuori sede, disabili con la 104, quindi disabili gravi e gravissimi che hanno diritto all’accompagnamento, e lavoratori fuori sede che abbiano però un reddito personale inferiore a 20.000 euro lordi. Ieri (giovedì 14 novembre, ndr) con il ministro De Micheli abbiamo voluto aggiungere i migranti per motivi sanitari, che dovranno dimostrare di andare a fare prestazioni sanitarie e avere anche loro un reddito personale inferiore a 20.000 euro lordi”.
Quando saranno operative?
“Stiamo inserendo un emendamento in legge di bilancio destinando tra i 30 e i 35 milioni di euro. Dopo l’approvazione, la legge di bilancio sarà pubbligata in Guri verosimilmente i primi di gennaio. Noi avremo bisogno almeno di 60 giorni per poter scrivere il decreto attuativo con le regole del gioco: quale sia la percentuale di sconto e come erogheremo questi soldi. Tra questo, l’approvazione del regolamento del Consiglio di Stato e la costruzione del sito internet, penso ci prenderemo la prima parte dell’anno: saremo operativi prima dell’estate. A quel punto dobbiamo monitorare perché ad oggi, al netto dei numeri forniti dall’Inps, che ci dicono quanti sono i disabili, e di quelli delle iscrizioni universitarie, che ci dicono quanti sono gli studenti fuori sede, non sappiamo con precisione i numeri delle altre categorie. Il 2020 sarà un anno sperimentale, dove capiremo se le risorse allocate sono sufficienti: partiremo col 30 o il 40% di sconto rispetto al prezzo del biglietto, cominceremo a rimborsare e a un certo punto dell’anno capiremo se sono poche, troppe o giuste. Alla fine dell’anno avremo i numeri reali delle diverse categorie e a quel punto, nel 2021, riusciremo a mettere in piedi una norma più quadrata e saremo chirurgici, nell’attesa che si arrivi alla benedetta continuità territoriale”.