Un caso di Legionella a Catania, grave 37enne al Policlinico

La polmonite e l’infezione da Legionella, 37enne lotta tra la vita e la morte a Catania: scatta il tracciamento

La polmonite e l’infezione da Legionella, 37enne lotta tra la vita e la morte a Catania: scatta il tracciamento

Giuseppe Bonaccorsi  |
lunedì 16 Dicembre 2024

Il 37enne è ricoverato al Policlinico, parte la terapia Ecmo. Il dottor Panascia al QdS: "Caso molto serio".

Un lavoratore edile di 37 anni, di Catania, lotta tra la vita e la morte al reparto di Rianimazione del Policlinico di Catania dove è al momento sottoposto a Ecmo, la ventilazione extracorporea che permette di bypassare i polmoni che così vengono messi a riposo. Il paziente era stato ricoverato diversi giorni fa al San Marco con una grave polmonite. Attraverso gli esami il batterio individuato è risultato quello della Legionella.

Un caso di Legionella a Catania, grave 37enne

L’uomo, nonostante sia stato da subito sottoposto alla profilassi antibiotica, non ha dato segnali di ripresa, per cui è stato chiesto l’intervento e il supporto del reparto di Rianimazione del Policlinico di via Santa Sofia e lo stesso direttore Ettore Panascia è partito per il San Marco per visitare il paziente. Vista la gravità l’uomo è stato immediatamente trasportato e ricoverato in terapia Ecmo per effettuare i primi massicci interventi farmacologici.

Dopo alcuni giorni il paziente ha cominciato a rispondere alle cure, ma successivamente, come spiega lo stesso primario, è sopraggiunta una complicanza autoimmunitaria che gli ha causato una pleurite emorragica. “Purtroppo è un caso molto serio anche se qualche impercettibile segnale di miglioramento c’è.- spiega Panascia -. Comunque, qualche giorno fa, ci siamo consultati con un responsabile dell’Ismett per un eventuale trapianto di polmone. Al momento stiamo facendo una terapia ad alti dosaggi con cortisone, ma l’emorragia continua”.

I rischi

Panascia ha spiegato che in alcuni casi proprio la Legionella provoca “complicanze vascolari, in particolare vasculiti immunitarie”. Il caso, come è prassi, è stato segnalato all’Asp, che ha fatto scattare il tracciamento di parenti e di chi ha avuto contatti con lui per risalire al veicolo o all’ambiente del contagio ed evitare che possano verificarsi altri casi provvedendo alla sanificazione. Al momento sembra che non si sia capito dove l’uomo abbia contratto il batterio.

Sembra che poche ore prima che il lavoratore accusasse i primi sintomi della Legionella aveva operato su un ponteggio per la ristrutturazione di una abitazione. Potrebbe aver smontato condizionatori o essere entrato in contatto con ambienti dove c’era acqua stagnante.

Il contagio e il tracciamento dei contatti

Per il dottor Carmelo Iacobello, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’ospedale Cannizzaro, non è comunque il caso di allarmarsi. “Il batterio della legionella – spiega – non è a trasmissione interumana e solo in rarissimi casi si diffonde da uomo a uomo, ma solo dopo contratti molto stretti e continui. Attualmente non esiste alcuna limitazione per chi è stato a contatto con un malato. Ciononostante la malattia nei soggetti colpiti può essere molto grave se la diagnosi non viene effettuata con celerità. Man mano che passa il tempo il batterio, infatti, può provocare danni seri e poi rendere vana la terapia. Per questi è bene che ai primi sintomi venga fatta una diagnosi accurata”.

Il soggetto sta mettendo a dura prova lo staff della rianimazione del Policlinico che, però, grazie alla Ecmo continua a registrare numerosi classificati come disperati ma conclusisi positivamente. Pochi giorni fa, in reparto è stata consegnata una targa di un paziente perfettamente rimessosi che ha inteso così ringraziare soprattutto i dottori Panascia e Rinzivillo. Sempre negli stessi giorni un’altra “miracolata, una ragazza affetta da sintomi da rigetto del cuore trapiantato anni prima, ha incontrato i medici dei reparti del centro delle alte specialità e trapianti del Policlinico che in equipe affronta anche i gravi scompensi cardiaci. La ragazza è stata salvata grazie alle manovre dei medici cardiologi e grazie alla Ecmo, che ha consentito l’ossigenazione del sangue quando cuore e polmoni non ce la facevano. La giovane ha incontrato i medici per manifestare tutto il suo ringraziamento verso chi le ha permesso di tornare a una vita normale.

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Immagine di repertorio

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