Il Sunia denuncia il silenzio sul caso delle due Torri - praticamente dimenticate - e sui servizi che continuano a mancare e su cui bisogna investire.
Sono cinquemila le famiglie catanesi inserite nelle tre graduatorie a cui Comune di Catania e Iacp attingono per l’assegnazione di un alloggio popolare. Un numero importante, che potrebbe assottigliarsi puntando sulla ristrutturazione e sulla costruzione di nuovi alloggi popolari, come quelli già progettati o in fase di realizzazione a Librino.
Per entrambi, il Sunia Sicilia e il Sunia di Catania hanno segnalato ritardi e progressi irrisolti, cercando un dialogo con l’amministrazione Trantino e, da ultimo, organizzando un’assemblea di fronte alle cosiddette ‘due torri’ di viale San Teodoro e via Biagio Pecorino.
A Catania 5mila famiglie in attesa di un alloggio popolare
Si tratta in tutto di 144 alloggi vuoti da riqualificati per essere assegnati. A questo numero si aggiungono 64 alloggi su viale Moncada. In tutto, quindi, poco più di 200 alloggi che potrebbero contribuire a ridurre il disagio abitativo a Catania.
“La riqualificazione delle due torri è stata annunciata per la prima volta nel 2017, con un finanziamento di 12 milioni di euro dal Pon Metro 2014-2020. Nel 2021, il Comune aveva comunicato che i lavori sarebbero stati realizzati grazie a fondi europei e nazionali, con un accordo tra l’amministrazione e l’Iacp, proprietario degli immobili. Nel 2022 si parlava di una fase burocratica quasi conclusa per almeno una delle due torri, con l’inizio dei lavori previsto per la primavera 2023”, si legge nella nota diffusa dal Sunia di Catania a margine dell’assemblea convocata sotto la torre di via San Teodoro. Da quasi un anno, ha spiegato il sindacato, non si hanno notizie dei lavori promessi su entrambi gli edifici.
“Tuttavia, nel maggio 2024, è emerso che i fondi disponibili non erano più sufficienti nemmeno per la riqualificazione di un solo edificio. Da allora, si parla di trattative tra il Comune e l’Iacp, ma non si conoscono eventuali esiti”, è stato spiegato nella stessa nota.
Il caso delle due torri
“Abbiamo fatto il massimo perché la vicenda non fosse dimenticata – ha dichiarato al Quotidiano di Sicilia la segretaria del Sunia Sicilia, Giusi Milazzo – ma a Librino non vogliamo più case popolari. Nel quartiere mancano ancora i servizi, non si può pensare di proporre altri alloggi. Molte delle progettualità sono incompiute, per questo serve un esborso di denaro importante, da realizzare effettivamente, perché è stata creata un’aspettativa molto forte verso questa soluzione tra chi ha bisogno di un alloggio. Questo è l’unico motivo per cui, come Sunia Sicilia, puntiamo ancora sulla riqualificazione e sulla realizzazione dei progetti promessi a Librino”.
Il programma PINQUA
Il Sunia di Catania ha sollecitato l’amministrazione sia per la vicenda che riguarda le “due torri“, sia per i 64 alloggi previsti dal programma PINQUA (Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare).
“Una decina di giorni fa sono ripresi i lavori, che dovrebbero essere completati entro dicembre 2026. Il cantiere si è aperto a marzo del 2024, ma è evidentemente in ritardo – ha spiegato la segretaria del Sunia di Catania, Agata Palazzolo –. Abbiamo scritto al sindaco Enrico Trantino e al direttore Fabio Finocchiaro della Direzione Lavori Pubblici del Comune di Catania per chiedere un incontro e conoscere il programma dei lavori di riqualificazione delle ‘due torri’ e il motivo per cui i lavori di costruzione degli alloggi di viale Moncada sono ancora fermi. Non abbiamo ricevuto risposta, ma nel secondo caso è almeno ripartito il cantiere. Sono quasi 5.000 le famiglie che aspettano un alloggio a Catania e le graduatorie risalgono al 2022: fotografano un periodo da cui sono trascorsi già tre anni”.
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