L’80% dei fondi per il Bellini in stipendi, insostenibile - QdS

L’80% dei fondi per il Bellini in stipendi, insostenibile

Desiree Miranda

L’80% dei fondi per il Bellini in stipendi, insostenibile

venerdì 29 Novembre 2019

Approvato l’Odg del consigliere: “Il teatro non si può considerare un posto di lavoro come gli altri”

CATANIA – Nuovo focus sulla situazione del Teatro Massimo Bellini nel corso dell’ultimo Consiglio comunale con due Ordini del giorno a firma dei consiglieri Paola Parisi e Manfredi Zammataro. Il primo sul mantenimento dei livelli occupazionali, il secondo sul rilancio del teatro. Si aggiunge quindi un tassello alla vicenda dell’ente teatrale più rappresentativo della città che soffre da tempo. I suoi dipendenti protestano da anni e recentemente si è toccato il fondo con un rischio fondato di chiusura.

Poche settimane fa si è tenuta una riunione straordinaria dell’assise cittadina nel foyer del teatro e il presidente della Regione Nello Musumeci ha anche nominato un nuovo sovrintentende: Giovanni Cultrera. I sindacati confederati hanno salutato la nomina con soddisfazione perché “è un professionista di indiscusso valore, il cui profilo professionale internazionale può diventare strumento prezioso per il rilancio del nostro Teatro” e si augurano che “venga messo nelle condizioni di operare con serenità e con mezzi amministrativi e gestionali adeguati”.

Intanto che si capisca bene il da farsi, il consigliere Zammataro lancia la sua proposta pensando al futuro sia dell’ente che della città. Un’idea che come dice il consigliere: “ricalca la volontà di rilancio della Regione e del presidente Musumeci”. “Il teatro non può essere considerato un posto di lavoro alla stregua di altri, si deve salvaguardare il livello occupazionale, ma fino adesso circa l’80 per cento dei soldi è destinato a pagare gli stipendi e questo ha garantito solo la sopravvivenza del teatro stesso. Una situazione che non può più essere portata avanti perché così si inaridisce tutto”, afferma.

Zammataro sostiene dunque l’opportunità di aprire ai privati che abbiano voglia di investire. “Ci sono best practice che possiamo emulare per il bene di tutti. Pensiamo alle fondazioni bancarie – dice – che hanno agevolazioni non indifferenti, in particolare sgravi di natura fiscale”. Il consigliere definisce “assurdo” che non sia mai stato fatto e un terreno sul quale si potrebbero vedere i primi frutti potrebbe essere quello del Festival belliniano. “Pensiamo al Festival verdiano – spiega ancora il presidente della Commissione comunale all’Urbanistica – capace di attrarre tanto pubblico e tanti investimenti”.

Perché i privati siano attratti dall’investimento, però, è necessario un cambio di rotta. Secondo Zammataro “serve una programmazione di altissima qualità”. Un impegno che porterebbe anche all’aumento del turismo di nicchia legato alla lirica “disposto a viaggiare pur di vedere un’opera fatta bene da grandi professionisti e quindi a spendere soldi in città e per arrivare nella nostra terra”.

Il rilancio del Teatro, secondo il consigliere, è strettamente legato alla sua apertura al mondo, sia letterale che metaforica. Basta “copiare” le best practice di chi è riuscito a imporsi come un modello di successo. “Abbiamo un patrimonio eccezionale, con un’acustica invidiabile e nessuno può vederlo. Neanche le scolaresche vanno più e i turisti, sempre più numerosi, lo trovano spesso chiuso o comunque non visitabile. Sembra un corpo estraneo alla città e invece vorremmo che fosse uno dei cuori pulsanti”, conclude.

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