Catania, Pogliese, sospeso, rivuole il suo posto da sindaco - QdS

Catania, Pogliese, sospeso, rivuole il suo posto da sindaco

Catania, Pogliese, sospeso, rivuole il suo posto da sindaco

giovedì 10 Settembre 2020

La prima udienza sul suo ricorso d'urgenza fissata per il 13 ottobre. Qualora il giudice non ritenga la questione infondata, il primo cittadino tornerebbe a Palazzo degli elefanti nelle more di una decisione della Consulta. È già successo

CATANIA – Salvo Pogliese non molla. Il sindaco – condannato in primo grado a quattro anni e tre mesi per peculato nell’ambito dell’inchiesta sulle spese pazze all’Ars e dunque “sospeso”, dallo scorso 24 luglio, per 18 mesi – ha presentato con il suo staff legale un poderoso ricorso d’urgenza (si parla di circa 50 pagine) al Tribunale di Catania, ai sensi degli artt. 700 e 702 bis c.p.c., per sollevare nuove questioni di legittimità costituzionale della Legge Severino (la Legge 190/2012).

Ci sarebbero già due udienze fissate, una il 13 ottobre e l’altra il 20 novembre, e qualora il giudice dovesse ritenere le motivazioni non manifestamente infondate, della questione verrebbe investita direttamente la Corte costituzionale, che già – va detto – si era espressa in occasione del ricorso presentato dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Ma ora, stando alle prime notizie trapelate, si vorrebbero portare all’attenzione della Consulta nuovi profili di incostituzionalità delle norma introdotta durante il Governo Monti. Nelle more di una decisione della Corte, Pogliese tornerebbe a sedere sullo scranno più alto di Palazzo degli Elefanti perché la sospensione verrebbe “sospesa”.

Si tratta di un’ipotesi tutt’altro che remota, anzi negli ultimi tempi diversi ricorrenti sono tornati al loro posto. Lo scorso marzo il Tribunale di Genova ha accolto il ricorso di Matteo Rosso, consigliere regionale della Liguria, che proprio come il sindaco etneo era stato condannato nell’ambito di un analogo processo su spese e rimborsi “allegri”. Rosso è tornato ad occupare il suo scranno tra i banchi di Fratelli d’Italia.

Stesso epilogo ha avuto la vicenda di Paolo Tiramani, sindaco di Borgosesia, paesino di 12 mila anime nella Valsesia, ed ex consigliere regionale della Lega rimasto coinvolto nella rimborsopoli piemontese. Il Tribunale di Vercelli ha sospeso il provvedimento del prefetto in quanto – ha spiegato Katia Loro, legale di Tiramani – “sono stati ravvisati dei vizi di legittimità della Legge Severino”. Sospeso anche l’iter del ricorso sommario, si aspetta dunque la pronuncia della Consulta.

Analoga decisione ha preso il Tribunale di Asti nei confronti di un altro primo cittadino piemontese, Federico Gregorio, condannato in appello a un anno e sei mesi sempre nell’ambito del processo per spese pazze a Palazzo Lascaris, dove sedeva come consigliere regionale tra i banchi del Carroccio. Gregorio ha ripreso il suo posto a Narzole, poco più di 3 mila abitanti in provincia di Cuneo, per poi “perderlo” di nuovo essendo arrivata, successivamente, la condanna in Cassazione.

È dunque possibile che in breve tempo Catania possa ritrovare il proprio sindaco. Non è poco in un periodo di grandi sfide per la Città, dal dissesto finanziario fino ai tanti cantieri rimasti bloccati (tra cui il Corso dei Martiri e il grande progetto per un viabilità alternativa al Lungomare). Per Pogliese e la sua Giunta, retta provvisoriamente dal vicesindaco Bonaccorsi, saranno settimane di passione.

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