Per il Codacons, continuare a gestire la programmazione europea tramite incarichi esterni “milionari” equivale a trattare fondi pubblici come affari privati.
Sta facendo discutere la notizia – diffusa a mezzo stampa – della scelta della Regione Siciliana di destinare 110 milioni di euro al reclutamento di oltre 250 consulenti esterni con parcelle giornaliere fino a 800 euro, per supportare l’impiego dei fondi europei. Una spesa ritenuta assurda dal Codacons Sicilia, che ha definito l’operazione “l’ennesimo paradosso amministrativo”, soprattutto alla luce del fatto che meno del 2% del Fondo Sociale Europeo 2021–2027 risulta finora speso.
Codacons: “Una sconfitta della politica e della macchina amministrativa”
Secondo l’associazione, si tratta dell’ennesima dimostrazione del malfunzionamento della macchina regionale: invece di rafforzare in maniera strutturale gli uffici con personale interno stabile e qualificato, si continua a ricorrere a consulenze milionarie che, di fatto, non risolvono i problemi alla radice.
“È del tutto irrazionale – afferma l’avvocato Bruno Messina, vicepresidente regionale Codacons – che, per accelerare la spesa di fondi pubblici, si debbano prima spendere cifre esorbitanti per pagare super-consulenti”, sottolineando come questa strategia sia anche antieconomica e socialmente penalizzante per i giovani siciliani, che restano esclusi da vere opportunità lavorative nella pubblica amministrazione.
Il rischio: ritardi, sprechi e nessun rilancio vero
Per il Codacons, continuare a gestire la programmazione europea tramite incarichi esterni “milionari” equivale a trattare fondi pubblici come affari privati, con tutti i rischi del caso: ritardi operativi, dispersone di risorse e aggravi per i cittadini. L’unica via efficace, secondo l’associazione, sarebbe quella di bandire concorsi pubblici, rafforzare gli organici regionali e restituire efficienza alla macchina amministrativa.
Verso una segnalazione alla Corte dei Conti
Il Codacons Sicilia ha annunciato l’intenzione di segnalare il caso alla Corte dei Conti, per verificare se l’intera operazione sia coerente con i principi di economicità, efficienza e buon andamento dell’azione amministrativa. Una mossa che potrebbe aprire un nuovo fronte di polemica sulla gestione delle risorse europee nell’isola, da anni oggetto di critiche per i ritardi cronici nella spesa e le inefficienze strutturali.