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Concorsi Regione, ricorso Cobas Codir. Zambuto va avanti

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Concorsi Regione, ricorso Cobas Codir. Zambuto va avanti

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mercoledì 09 Marzo 2022

Il Cobas Codir, sindacato dei dipendenti regionali, ricorre al Tar per annullare i concorsi bandititi a dicembre 2021. L'assessore alla Funzione pubblica Marco Zambuto va avanti

Disco verde ai concorsi regionali pubblicati nel dicembre 2021 e rettificati nel gennaio 2022. “I concorsi banditi dalla Regione siciliana vanno avanti“. Così l’assessore regionale alla Funzione Pubblica, Marco Zambuto, in relazione al ricorso al Tar presentato dal sindacato Cobas-Codir. “Per quanto riguarda la riclassificazione del personale già in servizio – dichiara attraverso un comunicato stampa – abbiamo già stanziato delle risorse e le stiamo integrando con ulteriori fondi”. E spiega: “Il percorso con l’Aran per giungere quanto prima alla firma del nuovo contratto dei dipendenti regionali del comparto non dirigenziale è già stato avviato dal governo Musumeci”.

Il Cobas-Codir spiega i motivi del ricorso

In un comunicato la segreteria regionale del sindacato Cobas-Codir spiega le motivazioni del ricorso:  “Visto il mancato riscontro, ad oggi, alle richieste formulate in sede sindacale, dando esecuzione a quanto già preannunciato sugli organi di stampa, si è vista costretta, proprio malgrado, a rivolgersi al TAR Sicilia per ottenere l’annullamento dei bandi di concorso pubblicati nel dicembre 2021 e rettificati nel gennaio 2022 – si legge nella nota – Appare infatti necessario tutelare le legittime aspettative di progressione di carriera del personale dipendente della Regione Siciliana e, al contempo, consentire il necessario ricambio generazionale all’interno dell’Amministrazione aprendo i pubblici concorsi a nuove leve, ma nel rispetto delle normative vigenti e nel rispetto di tutti i lavoratori”.

Cobas-Codir: dipendenti mortificati dal governo

Per il Cobas- Codir: “Il governo regionale, fino ad oggi ha ritenuto di mortificare i propri dipendenti – che da oltre vent’anni non vengono interessati da alcuna progressione di carriera e possibilità di crescita professionale – bandendo dei concorsi illegittimi in quanto, contrariamente a quanto previsto dalla Legge, non ha preventivamente verificato la possibilità di coprire i vuoti di organico anche tramite figure professionali già presenti nei propri ruoli”.

Il sindacato guarda al panorama nazionale

Il sindacato guarda il panorama italiano: “A livello nazionale – è l’osservazione – tutte le normative succedutesi negli ultimi anni hanno previsto sempre che le coperture dei vuoti di organico dovessero essere effettuate su un duplice binario: la progressione di carriera dei dipendenti – con modalità e percentuali fissati per legge – e l’assunzione di nuovo personale per la restante parte. Tali normative rispondono anche all’esigenza di contenere la spesa pubblica risultando evidente che una nuova assunzione comporta maggiori costi, sia retributivi che formativi, rispetto alla promozione di un dipendente in possesso della professionalità richiesta e già inserito nella macchina amministrativa”.

Cobas-Codir: perché annullare i concorsi

Conclude la nota stampa: “Per queste ragioni il Sindacato Cobas-Codir ha chiesto in data odierna al Tribunale Amministrativo della Sicilia di annullare i bandi di concorso, con l’auspicio, ovviamente, di poter in qualsiasi momento ritirare il ricorso presentato laddove finalmente il Governo della Regione Siciliana dovesse dimostrare – con atti concreti – di condividere le legittime aspettative dei lavoratori e adeguare il proprio operato alla Legge in vigore. Tale percorso a tal punto non può che avvenire sul tavolo sindacale dove l’esecutivo deve appostare le dovute risorse per potere effettuare una riclassificazione di tutto il personale su un nuovo sistema classificatorio che produca efficacia ed efficienza della macchina amministrativa e il riconoscimento del lavoro svolto da tutto il personale. A tal fine è necessario che il governo regionale, partendo dalla specificità tutta siciliana che vede quasi tutto il personale svolgere mansioni diverse da quelle contrattualizzate provveda a rinegoziare con il governo centrale il vincolo dello 0,55 della massa salariale equivalente a poco più di 2 milioni di euro destinabile alle riforme del personale”.

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