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Covid, Catania zona rossa nel caos, tutti invocano più controlli

Chiara Borzi

Covid, Catania zona rossa nel caos, tutti invocano più controlli

venerdì 22 Gennaio 2021

Ieri un Consiglio comunale straordinario convocato per verificare l'evoluzione dell'emergenza pandemica in città. Presenti il sindaco Pogliese e, in collegamento, l'assessore Razza.

I
deficit della città di Catania alle prese con la seconda ondata di pandemia, ma
soprattutto con l’istituzione della Zona Rossa in Sicilia, sono emersi tutti
durante il Consiglio Comunale straordinario convocato per verificare
l’evoluzione dell’emergenza pandemica in città.

La
convocazione è stata chiesta è ottenuta dal consigliere di maggioranza
Sebastiano Anastasi. L’iniziativa è stata accolta da tutti i capi gruppo e dal
sindaco Salvo Pogliese e ha visto l’intervento  dell’assessore Regionale alla Sanità Ruggero
Razza
e della dirigenza Asp di Catania insieme al commissario provinciale
Covid.

A
Catania la Zona Rossa non trova quasi nessuna applicazione. Nelle zone
periferiche della città, quelle più disagiate, in assenza di controlli, la vita
scorre come prima della pandemia e anche su Via Etnea durante il giorno i
consiglieri hanno segnalato pochissime restrizioni. Mancano i controlli e solo
l’introduzione dei controlli stessi è, a parere del consiglio, l’unica
soluzione per interrompere il caos.

Se
il consigliere Daniele Bottino ha ricordato come la Regione non ha
alcuna autorità di disposizione nei confronti delle forze di polizia, il
consigliere Luca Sangiorgio ha chiesto venga anche l’esercito a Catania,
considerata la presenza dei militari in periodi diversi da questo. Gli
assembramenti davanti le Poste hanno scatenato diverse polemiche e il
consigliere Giovanni Petralia ha ricordato quanto, questa realtà, sia
dovuta anche al mancato rinnovo a livello nazionale delle richieste del reddito
di cittadinanza in scadenza a dicembre. Le folle diventano inevitabili se si
aggiungono necessità di fare la Spid o pagare l’Isee. “Non conosco la
ricetta per risolvere tutti questi problemi – ha spigato Sangiorgio -, i
cittadini credono abbiamo la bacchetta e non l’abbiamo, ma dobbiamo incidere in
qualche modo”.

A
Catania mancano gli ospedali. “Perché non è stato riattivato il Vittorio
Emanuele?”, ha chiesto il consigliere Sebastiano Anastasi e perché
il Santa Marta è stato dismesso da struttura prima funzionante, hanno chiesto i
consiglieri Giuseppe Gelsomino, Graziano Bonaccorsi e Manfredi Zammataro.
L’esponente di Italia Viva ha chiesto anche un incontro Sindaco-Prefetto.

LE
RISPOSTE DELL’ASSESSORE RUGGERO RAZZA

Risposte
a queste domande sono state date direttamente dall’assessore regionale alla
Sanità Razza, in ascolto per tre ore consecutive.

Sul
numero alto di contagi che caratterizzano la provincia di Catania Razza ha
spiegato: “Non devono meravigliare, abbiamo più capacità diagnostica e d’individuare
i cluster di riferimento, sono numeri figli degli oltre 50 mila tamponi
realizzati”. Sono state ribadite poi le motivazioni che hanno portato il
Governo regionale a chiedere la Zona Rossa ed evidenziato l’importanza del San
Marco, senza però rispondere sul Santa Marta. “La crescita dei contagiati non
ha portato ad una saturazione dei posti letto, ma non possiamo sottovalutare
l’alto numero di positivi. Ricordo a tutti il San Marco era destinato ad essere
una cattedrale nel deserto, non c’erano soldi per completare le opere ed invece
sono stati trovati per riaprire l’intero ospedale che oggi conta anche i 36
posti di terapia intensiva”.

LA
PAROLA AL SINDACO SALVO POGLIESE

Dopo
quasi quattro ore di dibattito è intervenuto il Sindaco Pogliese.
“Qualcuno, forse anche in malafede, dimentica che siamo un Comune in
dissesto a causa della situazione che abbiamo ereditato. Eppure siamo stati in
grado di organizzare centoquattordici mila centoventidue tamponi. Abbiamo da
catanesi la tendenza a piangerci addosso e per questo dimentichiamo le eccellenze
ospedaliere della nostra città. Credo sia stato fatto tantissimo e riguardo i
numeri dei contagi nella provincia, registriamo 524 decessi, ma non è vera una Catania
da primato regionale o nazionale: i dati vanno comparati al numero di abitanti
come chiede la statistica. In questo modo Catania scende al quarto posto in
Sicilia alle spalle di Caltanissetta e Palermo”.

Alla fine del suo intervento Pogliese ha comunicato gli appuntamenti previsti per le festività Agatine, celebrazione che quest’anno non si snoderà tra le strade della città, ma con delle visite agli ospedali catanesi.

Chiara Borzì

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