Covid e migranti, l’allarme di Save the Children “A rischio l’inclusione dei minori stranieri” - QdS

Covid e migranti, l’allarme di Save the Children “A rischio l’inclusione dei minori stranieri”

redazione

Covid e migranti, l’allarme di Save the Children “A rischio l’inclusione dei minori stranieri”

sabato 20 Giugno 2020

Un “percorso a ostacoli per oltre 6mila bambini e ragazzi”. La Sicilia è la regione che ospita il maggior numero di minorenni

ROMA – Anche gli oltre 6 mila minori stranieri non accompagnati presenti nelle strutture di accoglienza nel 2019, e i quasi mille arrivati nel 2020, hanno visto le loro vite travolte dalla pandemia di Covid-19, che si è aggiunta al percorso ad ostacoli che devono affrontare per una piena inclusione in Italia. In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra oggi, Save the Children, presenta il Rapporto “Superando le barriere. Percorsi di accoglienza e inclusione dei giovani migranti”.

Il rapporto fotografa la situazione in cui vivono questi ragazzi a tre anni dall’adozione della Legge 47/2017, che per la prima volta ha disegnato un sistema di protezione e accoglienza specifico. I bambini e i ragazzi arrivati in Italia dopo aver lasciato il proprio Paese e affrontato un rischioso viaggio senza genitori, quest’anno sono stati 948. Alla stessa data dello scorso anno (10 giugno 2019) risultavano sbarcati 284 minori mentre fino al 31 dicembre 2019 erano giunti via mare 1.680, meno della metà di quelli registrati nel 2018 (3.536) e quasi un decimo di quelli arrivati nel 2017 (15.779).

Per quanto riguarda i minori stranieri presenti nelle strutture di accoglienza dedicate, al 31 dicembre 2019 erano 6.054, di cui 5.737 maschi (94,8%) e 317 femmine (5,2%), quasi la metà rispetto ai 10.787 del 2018 e un terzo rispetto ai 18.303 del 2017. Tra i minorenni presenti nelle strutture, l’87,6% ha tra i 16 e i 17 anni, i Paesi di provenienza sono prevalentemente Albania (27,7%), Egitto (8,8%), Pakistan (8,3%) e Bangladesh (8%), quasi del tutto scomparsi i minorenni che arrivano dall’Africa sub-Sahariana, a testimoniare il blocco delle partenze dalla Libia.

Tra le regioni che ospitano il numero maggiore di minorenni nel 2019 si conferma, come negli anni scorsi, in testa la Sicilia (19,2%), seguita da Lombardia (13,6%), Friuli Venezia Giulia (11%), Emilia Romagna (10%) e Toscana (7,6%). Un altro discorso riguarda gli irreperibili, i minorenni che si sono allontanati dalle strutture di accoglienza che risultano essere 5.383 alla fine del 2019. Per quanto riguarda le ragazze, nel 2019 erano 317 (pari al 5,2% sul totale dei minorenni non accompagnati) le presenti e censite nei centri di accoglienza dedicati, di cui il 66,9% di età compresa tra i 16 e i 17 anni. Nel 2018, erano 787, più del doppio, nel 2017 quasi quattro volte di più, con 1.247 presenze. Riguardo alla nazionalità, sebbene ci sia stata una diminuzione negli ultimi tre anni, il gruppo maggioritario continua a esser rappresentato dalle ragazze originarie della Nigeria: 24,3% nel 2019, 30,1% nel 2018 e 40,2% nel 2017.

Tre anni fa è entrata in vigore la Legge 7 aprile 2017, n. 47, “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati”, cosiddetta Legge Zampa, che ha rappresentato, in Europa, il primo disegno organico di un sistema nazionale di protezione di chi, da minorenne, migra privo di figure adulte di riferimento. Tre anni dopo, il Rapporto analizza le prassi attuative in 19 città italiane.

L’indagine ha mostrato una situazione in chiaroscuro, con significativi passi avanti, ma con numerosi nodi ancora da sciogliere e con prassi ancora troppo differenti nelle diverse città monitorate, dove Questure, Tribunali ed Enti locali non hanno ancora una linea uniforme di intervento. A fronte del ritardo nell’adozione dei decreti attuativi della Legge 47/2017, si segnalano positivamente gli stimoli dati dalla legge verso il rilascio del permesso di soggiorno per minore età, così come verso l’istituto della tutela volontaria (al 31 dicembre 2018 risultavano iscritti negli elenchi istituiti presso i Tribunali per i Minorenni 3.029 tutori volontari e attive 3.189 tutele).

Nel corso dell’emergenza sanitaria, alcune disposizioni adottate dal Governo hanno riguardato i minorenni stranieri non accompagnati, ma hanno mancato di prevedere indirizzi puntuali per garantire la loro protezione e il godimento dei loro diritti.

L’emergenza sanitaria ha provocato la brusca interruzione dei percorsi di inclusione dei minorenni stranieri non accompagnati e dei neomaggiorenni. Il 25% dei ragazzi intervistati ha dichiarato di avere avuto problemi con i documenti durante il periodo di quarantena. Prima dello scoppio della pandemia di Covid-19, il 70% dei ragazzi intervistati stava lavorando, mentre il restante 30% stava svolgendo un tirocinio formativo. Nel 78,4% dei casi, i ragazzi hanno dovuto sospendere le attività lavorative e formative e, di questi, ben il 63,2% ha dichiarato di non essere riuscito a ricevere un aiuto economico e il 21,6% ha dichiarato di aver riscontrato problemi per la firma di un nuovo contratto di lavoro o per rinnovare quello precedente.

“Alla luce dei risultati emersi dai sondaggi e dalle rilevazioni, sollecitiamo il Governo a dare piena attuazione ai decreti attuativi della Legge n. 47 del 2017 sulla protezione dei minori stranieri non accompagnati”, chiede Raffaela Milano.

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