Covid, entro marzo 2021 sei milioni di vaccinati in Italia - QdS

Covid, entro marzo 2021 sei milioni di vaccinati in Italia

redazione web

Covid, entro marzo 2021 sei milioni di vaccinati in Italia

lunedì 11 Gennaio 2021

Soltanto nella giornata di ieri somministrate oltre seicentomila dosi. Gli anziani, contattati dai medici, vaccinati anche a casa

Entro la fine di marzo sei milioni di italiani saranno vaccinati ed entro la fine dell’anno il nostro Paese potrà contare su sessanta milioni di dosi dei farmaci di Pfizer e Moderna, sufficienti a proteggere trenta milioni di persone.

Il Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha rilanciato l’obiettivo del Governo Conte e ribadisce che non ci sono al momento problemi per l’approvvigionamento delle dosi, grazie all’accordo siglato dall’Unione europea con le due case farmaceutiche americane per il raddoppio delle forniture previste per il 2021 e l’arrivo imminente del vaccino di AstraZeneca, la cui commercializzazione dovrebbe essere autorizzata dall’Ema entro la fine di gennaio.

Intanto è stato registrato un nuovo record di vaccinazioni: soltanto nella giornata di ieri sono state somministrate in Italia oltre seicentomila dosi. Tra i vaccinati 367.821 donne e 260.125 uomini.

Speranza, anziani contattati da medici e Ssn

Intanto il ministro della Salute Roberto Speranza ha reso noto che “gli anziani verranno contattati per la vaccinazione attraverso i medici di medicina generale e i dipartimenti di prevenzione”.

“Abbiamo – ha spiegato – un elenco esatto di queste persone, i loro indirizzi e ci metteremo in contatto con loro attraverso le strutture del Servizio sanitario nazionale e quando sarà necessario attiveremo anche la nostra capacità di andare nei luoghi dove queste persone vivono”.

Per loro sarà possibile anche la vaccinazione a domicilio.

Le scorte e il richiamo

La questione delle scorte, soprattutto in vista del richiamo del vaccino dopo 21 giorni dalla prima somministrazione, è uno dei temi all’attenzione del governo, soprattutto dopo l’uscita del governatore campano Vincenzo De Luca: “Oggi esauriamo le dosi consegnate alla nostra regione e le Asl si fermano per mancanza di vaccini. E’ l’esito di una distribuzione fatta in modo sperequato nei giorni scorsi”.

Arcuri ha garantito che nelle prossime ore arriverà la terza tranche dagli stabilimenti della Pfizer in Belgio, 470mila dosi che saranno distribuite nei 294 punti di somministrazione in tutta Italia e alle quali si aggiungeranno anche le prime 47mila dosi del farmaco di Moderna.

“De Luca ha giustamente lanciato l’allarme – ha detto Arcuri – ma se il modello distributivo di Pfizer funzionerà, e non ho dubbi su questo, riceverà le nuove dosi”.

Niente polemiche dunque, anche perché negli uffici del Commissario sanno bene che quello del richiamo è un passaggio importante e che basta un solo intoppo nella catena della distribuzione per farlo saltare.

Lo ha ribadito anche il presidente della Società italiana di pneumologia e membro del Cts Luca Richeldi.

Le indicazioni dell’Aifa

“Sulle basi delle attuali indicazioni dell’Aifa e degli studi disponibili, resta al momento l’indicazione di effettuare la seconda dose dopo 21 giorni dall’inoculazione della prima”.

Per questo, fin dall’inizio della campagna vaccinale, è stato ribadito alle Regioni e alle province autonome di non somministrare tutte le dosi consegnate ma di tenerne sempre un 30% di scorta. Ed è quello che è avvenuto in quasi tutta Italia: solo Campania, Veneto, Toscana e Umbria hanno somministrato tra l’80 e il 90% delle dosi, mentre altre otto regioni sono attorno al 70%.

Calabria e Lombardia fanalini di coda

Tre invece – Calabria, Lombardia e provincia di Bolzano – non raggiungono il 40%.

Ma secondo Arcuri, grazie alla “collaborazione costante” con le regioni, la macchina si è messa in moto e tutti i territori “stanno facendo un lavoro soddisfacente”.

Serviranno però ancora mesi di sforzi e di collaborazione per vedere i risultati: siamo a 600mila vaccinati, che equivale all’1% della popolazione italiana. Ma per vedere gli effetti del vaccino bisogna raggiungere il 20-30% e per avere l’immunità di gregge il 70-80%.

E’ questo il motivo per il quale Arcuri ribadisce che l’obiettivo del governo è vaccinare tutti gli italiani che lo vorranno entro l’autunno.

Nel frattempo, si spera che arrivi il via libera ad AstraZeneca e che non si inceppino le forniture di Pfizer e Moderna.

E si va avanti con divieti e misure restrittive.

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