Democrazia partecipativa in rampa di lancio, si attendono le proposte da parte dei cittadini - QdS

Democrazia partecipativa in rampa di lancio, si attendono le proposte da parte dei cittadini

Democrazia partecipativa in rampa di lancio, si attendono le proposte da parte dei cittadini

martedì 27 Agosto 2019

Il bando predisposto dal Comune ha chiamato a raccolta anche associazioni e altre realtà. In ballo ci sono 80 mila euro. Le preferenze vanno espresse entro il 30 settembre

MESSINA – Influire direttamente sulle scelte di chi amministra, indirizzando la spesa di risorse pubbliche. È il Bilancio partecipativo che si concretizza con il bando predisposto dal Comune con il quale si invitano i cittadini a esprimere, entro il 30 settembre, la loro preferenza per l’utilizzo di oltre 80 mila euro, proponendo azioni nell’interesse della città.

Possono fare le loro proposte non soltanto singoli cittadini ma associazioni, ditte, enti pubblici e privati e in generale gli organismi di rappresentazione collettiva che abbiano sede legale e operativa nel territorio comunale. Sono esclusi quanti ricoprono incarichi di natura politica sul territorio nazionale, in consiglio di amministrazione di aziende, enti, consorzi o fondazioni a partecipazione pubblica e i dipendenti del Comune.

Si può esprimere una sola preferenza accedendo al sito web istituzionale del Comune, nella sezione “Democrazia partecipata”, indicando la tematica, la località e la strada. Le proposte formulate dai cittadini saranno ordinate nel “Documento sulla partecipazione” predisposto alla conclusione della fase di valutazione, che sarà approvato dalla Giunta Comunale e costituirà parte del progetto del bilancio di previsione da sottoporre all’approvazione del Consiglio comunale.

Il Regolamento comunale del Bilancio partecipativo, che ha aperto la strada al bando e quindi alla possibilità di un coinvolgimento diretto dei messinesi nelle scelte dell’Amministrazione, era stato varato a maggio dopo la proposta di delibera presentata a ottobre dal gruppo consiliare del M5s. “Con la Legge regionale n. 5 del 2014 e le modifiche del 2015 – si legge nel bando firmato dal sindaco Cateno De Luca – è fatto obbligo ai Comuni di spendere almeno il 2% dei trasferimenti regionali di parte corrente, utilizzando strumenti che coinvolgano la cittadinanza per la scelta di azioni di interesse pubblico”.

Per il 2019, come specificato, l’ammontare è di 80.492,98 euro. “Sarà consentito – hanno sottolineato i consiglieri del Movimento 5 stelle – a tutti gli organismi di rappresentanza collettiva che non abbiano appartenenza politica o partitica di presentare istanze e proposte in materia di strutture sportive, arredo urbano, tutela ambientale, verde pubblico, attività culturali, sportive e ricreative, servizi sanitari e socio-assistenziali, attività educative di istruzione e formazione, politiche giovanili e integrazione sociale. Le proposte saranno finanziate con gli appositi fondi a destinazione vincolata inseriti nel Bilancio comunale”.

“Il regolamento sull’accesso alla democrazia partecipata – hanno aggiunto – renderà concreto il coinvolgimento dei cittadini alle scelte amministrative, con procedure chiare e trasparenti per la scelta dei progetti e la costituzione di un’apposita commissione che provvederà alla valutazione delle istanze. Grazie a questo strumento saranno gli stessi messinesi a decidere, di concerto con l’Amministrazione e con le Circoscrizioni, che sono parte attiva del processo, quali sono le reali priorità della città, scegliendo ad esempio se utilizzare i relativi fondi per migliorare il verde pubblico, realizzare un parco giochi per bambini o dei parcheggi. Un primo passo fondamentale nel segno della democrazia e della partecipazione diretta”.

Ci avevano già provato cinque anni fa, a varare il Regolamento attuativo per gli istituti di partecipazione popolare, con particolare attenzione al Bilancio partecipativo, i consiglieri accorintiani di Cambiamo Messina dal basso. La proposta di Lucy Fenech avrebbe regolato quegli istituti di partecipazione che lo Statuto comunale, con l’articolo 123, aveva previsto già nel 1994, ancora prima che una norma regionale introducesse l’obbligo del coinvolgimento diretto dei cittadini sulle priorità di spesa, anche se per una cifra irrisoria. Il documento era stato presentato nel 2014 e dopo un lunghissimo iter burocratico, nel 2016 era approdato in Aula. Malgrado l’approvazione in Commissione e tre sedute consiliari era arrivata la bocciatura e la questione fu accantonata.

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