Diritti del contribuente, la Ue pensa a uno statuto europeo - QdS

Diritti del contribuente, la Ue pensa a uno statuto europeo

Salvatore Forastieri

Diritti del contribuente, la Ue pensa a uno statuto europeo

venerdì 06 Novembre 2020

Un organismo di garanzia di più ampio respiro per superare le norme nazionali rimaste dei contenitori vuoti. In Italia ha già compiuto vent’anni ma ancora oggi la sua concreta applicazione è tutta da dimostrare

BRUXELLES – Lo scorso mese di luglio lo Statuto dei Diritti del contribuente ha compiuto 20 anni ma, nonostante il lungo tempo trascorso, la sua concreta efficacia è ancora tutta di dimostrare.

È a tutti noto, infatti, che questo “Statuto”, che prevede principi estremamente importanti, è forse la legge più violata che esiste. Questo corpo di norme, a suo tempo approvato dal Parlamento in modo assolutamente trasversale, purtroppo non possiede un rango di natura costituzionale, circostanza quest’ultima che permette alle disposizioni emanate dopo di eluderne spesso i principi fondamentali.

Non c’è dubbio che il rapporto “fisco-contribuente” non è più quello di venti anni fa. Ma è pure vero che questo cambiamento non è tutto frutto dello Statuto, bensì di un nuovo modo di pensare che ha fatto della “tax compliance” il sistema più efficace per limitare l’evasione fiscale.
Anche l’Agenzia delle Entrate, che ha sempre ammesso l’importanza delle disposizioni dello Statuto, sa bene che solo instaurando un clima di reciproca fiducia e semplificando quanto più è possibile (eliminando molti degli adempimenti fiscali), è possibile spingere molti dei più riottosi a pagare le tasse.

Un concetto molto corretto, questo, che stenta tuttavia a trovare una piena condivisione del nostro Legislatore. Quest’ultimo, infatti, vuoi con l’intento di combattere l’evasione, vuoi con l’obiettivo di aumentare il “gettito” e racimolare i quattrini sempre più necessari al Bilancio dello Stato, non solo ha portato la pressione fiscale a livelli insostenibili, ma ha, e continua ad creare, lacci e lacciuoli costituiti da una miriade di adempimenti formali così che, più che scoraggiare l’evasione, scoraggia i contribuenti ad entrare pienamente nella legge, facendo loro preferire il rischio di sanzioni, piuttosto che entrare in un groviglio di obblighi ed adempimenti che talvolta, specialmente per i piccoli contribuenti, è veramente difficile gestire.

Va segnalato che i Garanti del Contribuente, un istituto di garanzia previsto dall’articolo 13 delle Legge 212/2000, hanno sempre fatto il possibile non solo per ottenere il rispetto dello Statuto, ma anche per avere un fisco semplice tale da potere attrarre verso la legalità anche coloro i quali, magari in buona fede, sostengono l’impossibilità di rispettare norme troppo complicate, spesso incomprensibili.

Intanto si apprende che la Commissione Europea ha avviato una consultazione per definire i “Diritti dei Contribuenti della Ue”.
È una iniziativa che nasce dalla volontà del Presidente della Commissione della Ue, Ursula von der Leyen, la quale, proprio in occasione del suo insediamento, ha annunciato il suo programma nel quale ha inserito pure l’obiettivo di creare una sorta di “Carta dei Diritti dei Contribuenti Europei”, allo scopo di permettere “alle nostre economie di crescere, garantendo al tempo stesso che l’equità sociale e il benessere vengano al primo posto”.

Speriamo che questo nuovo organismo di garanzia europea possa contribuire alla realizzazione di un fisco più semplice e più vicino ai cittadini.

Forse in questo periodo tanto difficile il raggiungimento di questo risultato è ancora più complicato. Eppure, è proprio questo è il momento in cui il Legislatore, principalmente, e l’Amministrazione Finanziaria, poi, devono dare il meglio per rendere meno gravose le pesanti conseguenze economiche delle disposizioni emanate per contenere l’emergenza sanitaria purtroppo ancora presente.

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