Donne siciliane ai vertici delle istituzioni: chi sono - QdS

Donne siciliane ai vertici, esempi dalla politica all’economia – FOTO

Donne siciliane ai vertici, esempi dalla politica all’economia – FOTO

Marianna Strano  |
mercoledì 08 Marzo 2023

Spesso in silenzio e non sotto i riflettori, lavorano e portano in alto il nome della Sicilia.

Nella Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo non si può fare a meno di parlare di figure femminili arrivate ai vertici delle istituzioni, nella politica come nell’economia, e che si distinguono – giorno dopo giorno, spesso in silenzio e non sotto i riflettori – nei settori più disparati, dallo sport alla medicina e al no profit. E mentre l’Italia intera discute del “dualismo politico” Meloni/Schlein, l’una premier e l’altra segretaria del Pd nazionale, il numero delle donne siciliane “al potere” cresce.

  • caterina-chinnici
  • annalisa tardino
  • Eliana Esposito
  • elvira-amata
  • Giovanna Volo, un tecnico per la Sanità in quota Forza Italia
  • Elena-Pagana
  • Iolanda Riolo
  • vice sindaco e assessore al Bilancio Carolina Varchi
  • Maria Teresa Cucinotta, nuovo Prefetto di Palermo
  • maria-carmela-librizzi

Tra i nomi più recenti c’è anche quello di Annalisa Tardino, che ha ottenuto dal vicepremier Salvini la nomina a commissario regionale della Lega in Sicilia. Un incarico importante per l’eurodeputata di Licata, impegnata nell’ambito dell’Unione Europea come parte del Gruppo Identità e Democrazia.

Donne siciliane in politica, alcuni nomi

Prima delle elezioni dello scorso 25 settembre e l’elezione di Renato Schifani, c’è stata la possibilità di vedere una donna alla Presidenza della Regione Siciliana. Tra le candidature per la massima carica regionale, infatti, spiccavano quelle due figure femminili: Caterina Chinnici, rappresentante del Pd e figlia del noto magistrato ucciso dalla mafia, ed Eliana Esposito con la lista “Siciliani Liberi”.

Anche se la Sicilia non ha una governatrice, di sicuro ha una serie di donne attive nella politica locale e regionale. La Giunta Schifani ha diverse figure femminili alla gestione degli Assessorati: Elvira Amata, messinese, all’Assessorato ai Beni culturali e all’identità siciliana; Nuccia Albano, palermitana, gestisce l’Assessorato alla Famiglia, alle politiche sociali e al Lavoro; Giovanna Volo, nissena, ha ottenuto il ruolo di assessore alla Sanità della Regione Siciliana; Elena Pagana, ennese di 31 anni (la più giovane della Giunta), ha l’Assessorato al Territorio e all’Ambiente.

Anche all’Ars la rappresentanza femminile c’è: sono 15 le deputate donne elette dal popolo siciliano e facenti parte della nuova Legislatura del Parlamento siciliano: Nunzia Albano, Elvira Amata, Martina Ardizzone, Stefania Campo, Maria Anna Caronia, Valentina Chinnici, Cristina Ciminnisi, Bernadette Felice Grasso, Margherita La Rocca, Annunziata Luisa Lantieri, Jose Marano, Serafina Marchetta, Giuseppa Savarino, Ersilia Saverino e Roberta Schillaci. In più, a capo dell’ex Ufficio Speciale Immigrazione c’è stata dal 2021 una donna: Michela Bongiorno. Maria Mattarella, nipote del presidente della Repubblica, inoltre, ricopre il ruolo di segretario generale della Regione.

Le donne siciliane fanno molto in politica anche fuori dall’Isola. Le già citate Caterina Chinnici e Annalisa Tardino, per esempio, hanno ricoperto ruoli di prestigio come eurodeputate.

Donne sindaco in Sicilia, ancora poche ma crescono le candidature

Nel 2021, solo il 7,5% dei Comuni siciliani era affidato a una donna. Questo non è certo un vanto per la Sicilia (penultima Regione in Italia dopo la Campania), che sul fronte della parità di genere in politica come nel lavoro mostra di avere ancora della strada da fare. Situazione praticamente identica nel 2022, con solo il 6,7% dei Comuni con una figura femminile al comando.

Anche su questo fronte, però, sembra esserci una svolta: alle amministrative siciliane, che coinvolgeranno anche i capoluoghi di provincia Catania, Trapani, Siracusa e Ragusa, si preannunciano già delle candidature femminili (una possibilità, per esempio, è quella di Valeria Sudano in campo nel capoluogo etneo). E non bisogna dimenticare che dove le elezioni amministrative si sono già tenute, per esempio a Palermo, il sindaco è un uomo ma il suo vice è una donna: si tratta di Carolina Varchi, deputata di Fratelli d’Italia.

Le donne della legge

Nel mondo della legge, delle forze dell’ordine, dei sindacati, delle associazioni e della magistratura, tante donne si distinguono per il loro ruolo istituzionale. Tra loro la neo-eletta Maria Teresa Cucinotta, Prefetta di Palermo. Nel capoluogo regionale c’è anche una Procuratrice generale: Lia Sava. Anche Catania ha una donna con il ruolo di Prefetto: si tratta di Maria Carmela Librizzi. Altre donne che ricoprono il ruolo di Prefetto in Sicilia sono Cosima Di Stani (Messina) e Chiara Armenia (Caltanissetta).

Di donne che si sono distinte nel mondo della magistratura e della legge, la Sicilia è ricca. Tra i nomi ci sono anche quello di Amelia Luise (procuratrice europea dei delegati per Eppo) e quello della giurista Ida Nicotra.

Ai vertici di Uil Sicilia – in qualità di segretario generale – c’è Luisella Lionti, molto impregnata sul fronte della parità di genere e della difesa dei diritti delle donne. Nella lista delle donne siciliana al potere rientrano anche Patrizia Di Dio (presidente di Confocommercio Palermo), Dhebora Mirabelli presidente della Confederazione della Piccola e Media Impresa siciliana) e Barbara Cittadini (presidente nazionale di Aiop – Associazione italiana ospedalità privata).

Non solo politica, ma anche economia e lavoro

Le donne siciliane si distinguono in politica, ma anche nel mondo dell’imprenditoria e del lavoro. Un esempio tra i tanti è quello di Iolanda Riolo, nuova presidente dell’Irfis, l’istituto finanziario della Regione Siciliana. Un ruolo importante, perché dall’imprenditrice dipenderà il futuro delle imprese siciliane in un periodo molto particolare segnato da crisi e voglia di ripresa.

E il mondo femminile diventa sempre più rilevante nel tessuto imprenditoriale siciliano, a tutti i livelli e soprattutto nelle posizioni apicali di aziende e imprese piccole ma anche medio-grandi. Secondo i dati dell’Osservatorio economico regionale di Confartigianato Imprese Sicilia (2022), sarebbero più di 11mila le imprese guidate da donne, con oltre 1.000 gestite da giovani intraprendenti. C’è ancora tanto da fare: sembra, infatti, che 1 donna su 5 lasci il lavoro dopo aver avuto figli (indagine Inapp), segno che conciliare famiglia e attività lavorative è ancora complesso per molte (specialmente senza i dovuti aiuti e sostegni).

Essere madri e lavoratrici o anche solo donne e lavoratrici – nella cultura, nello sport, nell’imprenditoria o nella politica che sia – in Sicilia non è facile, si sa. Dei passi avanti ci sono e gli esempi non mancano: ci sono madri attive nel campo del no-profit, come Muni Sigona de “La casa di Toti”, vincitrice del premio “Impresa è donna 2022; donne come Monica Luca di Confindustria Catania, che ha ottenuto il prestigioso premio Donna Fidapa 2022 unendo nella sua attività creatività, innovazione e passione; ci sono anche ricercatrici e lavoratrici del settore medico che – in silenzio, ma in maniera laboriosa e con tanta passione – si dedicano al benessere altrui, come Vanessa La Spina, referente LILT per la Delegazione di Mascalucia (CT), con un laboratorio d’analisi che vanta un ampio team al femminile. Esempi classici, troppo pochi forse, ma da rispettare (e non solo l’8 marzo).

Immagine di repertorio

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