Evasione, chiudere cittadini in gabbia - QdS

Evasione, chiudere cittadini in gabbia

Evasione, chiudere cittadini in gabbia

giovedì 12 Giugno 2025

Tagliare l’economia sommersa

Secondo l’Istat, l’evasione fiscale, ovvero le imposte non pagate da cittadini e imprese, sfiora i cento miliardi l’anno, nonostante la Guardia di Finanza compia attività eccellenti per tagliare questa cifra mostruosa.
Sembra incredibile che nonostante si incassino ogni anno venti/venticinque miliardi dall’evasione, questa rimane più o meno allo stesso livello, almeno secondo le stime che arrivano da più parti. Perché questo fenomeno? Tentiamo di darvi una spiegazione.

Altro rapporto dell’Istat di queste ultime settimane dice che l’economia non osservata, che sarebbe quella sommersa e quella illegale, si aggira intorno ai centonovanta miliardi e, per conseguenza, la relativa evasione in quanto essa non produce imposte di alcun genere.
Ciò comporta che le istituzioni nazionali, e in particolare il ministero dell’Economia e Finanze, dovrebbero concentrare i loro sforzi per tentare di fare emergere tale economia sommersa.

I vertici della Guardia di Finanza riferiscono che quel Corpo ha a disposizione centocinquanta banche dati, che incrociando tutti i risultati sono nelle condizioni di fare emergere evasione di ogni genere e tipo. Ma, evidentemente, ciò non basta perché sia l’evasione fiscale che l’economia non osservata continuano ad avere livelli incompatibili con l’appartenenza del nostro Paese al sistema occidentale.
Possiamo dire, a prova di smentita, che nessuna nazione europea presenta questi due dati tragici (evasione ed economia non osservata) e meno che mai gli Stati Uniti, ove non si va in galera per reati comuni, ma sicuramente per reati fiscali sì. Ricordiamo Al Capone.

La domanda che ne consegue è: come è possibile che nel nostro Paese vi siano due fenomeni concatenati come quelli prima elencati? La risposta può essere semplicistica: i cittadini vedono lo Stato come un nemico perché, secondo loro, esso si comporta da patrigno e non da padre, in quanto non conduce la propria attività sul binario dell’equità e di quei valori morali ed etici che dovrebbero sempre indirizzare le azioni di chi governa una popolazione.
Nonostante questa riflessione, i due fenomeni vanno combattuti a oltranza.
Noi immaginiamo che le banche dati siano componenti di un unico sistema digitale che non lasci scampo né spazio a qualunque evasione; in altri termini, vorremmo rappresentare, teoricamente, cittadini e imprese chiusi in una gabbia elettronica per rendere impossibile l’economia non osservata e la conseguente evasione fiscale.

Ovviamente per attuare un piano del genere è necessario riordinare le leggi fiscali e civili (per quanto riguarda il funzionamento di imprese e società) in modo tale che tutti questi basilari soggetti economici vadano sui binari e non possano uscirne fuori.
Dunque, il mezzo ci sarebbe per portare nelle casse dello Stato decine e decine di miliardi e fare scomparire queste due attività illecite, che sono anche causa di forti iniquità fra la popolazione. Infatti gli evasori, i mafiosi, i delinquenti usufruiscono dei servizi pubblici, da quello sanitario a quello dei trasporti, pagati da altri.

Nessuno ci accusi di fare una proposta da Stato di polizia perché – come abbiamo scritto prima – evasione ed economia non osservata non esistono a questi livelli negli altri Paesi dell’Occidente, per cui non si capisce perché debbano continuare a essere così radicate nel nostro.
Intendiamoci, la responsabilità di quanto oggi certifichiamo non è dell’attuale Esecutivo, ma di tutti quelli che hanno governato il Paese, a cominciare dalla riforma elettorale del 1994. Per non parlare del periodo precedente, perché proprio nel 1992 fu accertato il fallimento dell’Italia con la legge finanziaria del Governo Amato, che prelevò lo 0,6 per cento dai conti di tutti gli italiani.
Tuttavia, ogni nuovo Governo deve porsi il problema di come debellare questi due fenomeni criminali. Ma non abbiamo ancora incontrato il ministro delle Finanze per sottoporgli la proposta di modifica delle norme in materia, al fine di consentire a Gdf e Agenzia delle Entrate di operare con il necessaro rigore e l’opportuna efficienza.

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