Ex Province regionali, dopo otto anni la fallimentare riforma è pronta ad andare in soffitta - QdS

Ex Province regionali, dopo otto anni la fallimentare riforma è pronta ad andare in soffitta

Dario Immordino

Ex Province regionali, dopo otto anni la fallimentare riforma è pronta ad andare in soffitta

mercoledì 19 Ottobre 2022

Impugnata dal Cdm l’ennesima proroga dei commissari. Ora il neo presidente Schifani vuole ripristinare i vecchi Enti. Denunciate grandi criticità nella gestione di Liberi Consorzi

Dopo una fallimentare riforma e numerosi tentativi abortiti di controriforma torna in auge la vicenda delle ex Province siciliane, abolite nel 2014 da una Legge regionale (8/2014) e sostituite con Liberi Consorzi di Comuni e Città Metropolitane, enti rappresentativi cosiddetti di secondo grado, a legittimazione indiretta degli organi di governo, eletti non dai cittadini ma dagli amministratori dei comuni che li compongono.

Il neo presidente Schifani vuole rendere le ex Province efficienti

Otto anni dopo, per porre rimedio alla paralisi di questi enti fondamentali dell’assetto istituzionale locale, il neo presidente della Regione, Renato Schifani, ha proposto tra le priorità del suo programma di Governo una ristrutturazione in grado di renderli efficienti. Lo ha detto anche in occasione del Forum con il QdS pubblicato lo scorso 3 settembre: “Sono dell’idea che occorre avere il coraggio di reintrodurre le Province. Perché quelle funzioni che avrebbero dovuto essere assorbite dai sindaci delle Città Metropolitane in realtà sono rimaste sulla carta. Delle ex Province sono rimasti costi e strutture, a cui si è aggiunto il problema delle strade abbandonate, perché non più di competenza di questi Enti”.

Ecco quindi la riesumazione delle Province

Nel pieno di una crisi che mette a rischio la sopravvivenza e la competitività di numerose imprese e la funzionalità del sistema economico-sociale siciliano, la riesumazione delle Province può apparire un tema privo di concrete ricadute sulle condizioni di vita dei cittadini e del sistema produttivo siciliano, che interessa esclusivamente politici ed appassionati di modelli istituzionali. In realtà i cosiddetti Enti di area vasta sono titolari di funzioni fondamentali concernenti le attività produttive e lo sviluppo territoriale, l’assistenza alle categorie svantaggiate, l’istruzione, l’ambiente, l’urbanistica e il governo del territorio, e dovrebbero svolgere un ruolo rilevante e strategico nella programmazione e nella gestione delle politiche… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI

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