Femminicidio a Lentini, Massimo Cannone rinviato a giudizio

Femminicidio di Lentini, Massimo Cannone rinviato a giudizio per aver ucciso la moglie

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Femminicidio di Lentini, Massimo Cannone rinviato a giudizio per aver ucciso la moglie

Redazione  |
venerdì 27 Gennaio 2023

Massimo Cannone, 45 anni, accusato di aver ucciso la moglie, Naima Zahir, 45 anni originaria del Marocco, è stato rinviato a giudizio. Il gip del Tribunale di Siracusa aveva convalidato il fermo il 18 marzo 2022, firmato dal pm Gaetano Bono aveva coordinato l’inchiesta della polizia.

Massimo Cannone rinviato a giudizio

Il rinvio a giudizio è stato scaturito dal Gup del tribunale aretuseo, Francesco Alligo, rigettando la richiesta di una perizia psichiatrica presentata dalla difesa, accogliendo il giudizio del Procuratore capo di Siracusa, Sabrina Gambino. Adesso saranno i giudici della Corte di Assise di Siracusa, a processare il 45enne tappezziere lentinese.

Lo stesso Cannone, poche ore dopo il fermo, aveva confessato di aver ucciso la moglie perché si sentiva oppresso dalla vittima in quanto “costretto agli arresti domiciliari”.

La ricostruzione del femminicidio a Lentini

Nella ricostruzione della polizia, Massimo Cannone, al culmine della sua rabbia, avrebbe pugnalato la donna alla gola con un grosso coltello da cucina, mentre lei si trovava distesa nel letto con gli auricolari, impegnata a navigare in internet con il telefonino.

Le ultime parole della donna prima di essere uccisa dal marito

Addirittura, secondo un’attenta valutazione del caso, Naima Zahir era rimasta ancora viva successivamente alla prima coltellata inferta dal tappezziere ed in un momento di lucidità, prima di essere uccisa, si è rivolta al marito dicendogli: “Perché mi stai facendo questo? Ti ho sempre amato”.

La relazioni opprimente e la violenza cieca di Cannone contro la moglie

Nonostante la confessione d’affetto in punto di morte, della moglie di origine marocchine, Cannone avrebbe affondato nuovamente il coltello nella gola di Naima Zahir uccidendola, e ponendo così fine alla “relazione opprimente” come da lui descritta.

La confessione dell’omicidio

Massimo Cannone durante l’ennesimo interrogatorio, attestante la convalida di fermo, alla presenza del Gip Andrea Migneco, avrebbe confessato di fare uso sia di sostanze stupefacenti che di alcool e per reprimere tali dipendenze farebbe contestualmente uso di farmaci. Naima Zahir, originaria del Marocco e sepolta nel suo paese di origine.

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