Gli enti scrivono alla Regione: “I 3 mila dipendenti reintegrati di nuovo verso licenziamento”. Si torna punto e a capo: oramai terminati tutti i progetti finanziati, ripiomba l’incertezza
PALERMO – Dopo i proclami di gioia e vittoria per il nuovo corso della formazione professionale, la presentazione dell’Avviso 2 come la salvezza del settore e degli 8 mila lavoratori rimasti a casa per anni, la situazione è giunta ad un nuovo momento di stallo. Le attività infatti sono ormai terminate o in via di conclusione, e all’orizzonte ancora nulla si vede che permetta di proseguire.
Lo denuncia l’Anfop, l’Associazione Nazionale Formatori Professionali, che ha scritto una lettera in cui disegna un quadro impietoso di ciò che sono stati sul serio gli ultimi anni per il settore. “La formazione professionale in Sicilia è ripiombata in una crisi profonda – scrive l’Anfop – come già è stata vissuta quattro anni fa con il precedente governo Crocetta”.
A conclusione della quasi totalità delle attività di cui all’Avviso 2/2018, si è giunti al licenziamento di circa 3 mila lavoratori, che erano stati impiegati per alcuni mesi con contratto di lavoro subordinato o atipico, causando ulteriori danni alla collettività siciliana, che già subisce il primato di disoccupazione pari al 42%.
“Gli avvisi pubblici – scrive ancora l’Anfop – che non riescono a trovare la luce, che sicuramente avrebbero potuto contribuire ad arginare questo fenomeno, e, non ultimo, la disattesa ottemperanza al giudizio del Cga, emesso per l’Avviso 8/2016, ha impedito agli enti di pianificare un eventuale recupero di operatori licenziati o sospesi, costretti a subire una incolpevole e mortificante esistenza”.
Una condizione intollerabile, che mette in seria difficoltà sia i lavoratori che i tanti giovani che hanno atteso quasi 3 anni per poter accedere nuovamente ad una formazione gratuita, e che si ritroverebbero nuovamente senza punti di riferimento che non siano enti privati che fanno pagare profumatamente i propri servizi. “Pertanto, nella considerazione che l’avvio di nuove attività formative potrebbe concorrere a soddisfare quel gap di competenze necessarie per l’immissione di soggetti inoccupati e disoccupati nel mondo del lavoro – conclude l’associazione di enti – si chiede all’assessore Roberto Lagalla un immediato avvio delle attività dell’Avviso 8/2016 sulla scorta delle indicazioni già fornite dal tribunale competente”.
L’avvio delle attività formative certamente consentirebbe, secondo l’Anfop, oltre alla ripresa del settore, anche la risposta a tutti coloro, giovani e meno giovani, che attendono l’opportunità di frequentare un corso di formazione, acquisire una qualifica professionale e trovare una occupazione, oltre alla concreta possibilità di ridare lavoro e dignità a migliaia di lavoratori del settore ed alle loro famiglie, ed infine, “solo per etica e non per importanza, ossigeno esistenziale a tutti gli enti che hanno avuto fiducia nella Istituzione e hanno atteso 4 anni mantenendo valido l’accreditamento e idonee le proprie strutture”. E non solo, perché lo stesso Avviso 2 non ha avuto un andamento lineare, soprattutto per quanto riguarda l’emissione dei mandati relativi sia al primo acconto che del secondo. In molti enti, infatti, si sono trovati a terminare le attività senza ricevere i fondi nei tempi stabiliti dal bando. In mancanza di tali risorse, gli enti si sono visti costretti a farsi carico, con fondi propri, delle spese di realizzazione delle attività, come le fidejussioni, le assicurazioni, le utenze, gli affitti, l’acquisto del materiale di consumo, il materiale didattico, le attrezzature, oltre ai versamenti Inps ed Inail, in modo da avere il Durc in regola.