A Gela un impianto per realizzare una vera economia circolare - QdS

A Gela un impianto per realizzare una vera economia circolare

Liliana Blanco

A Gela un impianto per realizzare una vera economia circolare

sabato 07 Maggio 2022

Il Comune di Gela ha ospitato un vertice in cui privati e Comune si sono confrontati sulle caratteristiche tecniche della struttura che dovrebbe sorgere sul territorio

GELA (CL) – Mentre il dibattito sul tema termovalorizzatore infiamma, si entra nel merito della questione e al Comune la Maire Tecnimont – la società che si occuperebbe della realizzazione e della gestione dell’impianto – ha esposto dati, modalità e argomenti per chiarire meglio i dettagli sull’argomento.

Il sistema tecnologico di ultima generazione utilizzato non emette sostanze nocive

All’incontro erano presenti, tra gli altri, Tommaso Cassata in rappresentanza di Asja in Ati, partner del progetto e Giacomo Rispoli, amministratore delegato di Myrechemical, società controllata dal gruppo Maire Tecnimont. All’amministrazione comunale è stato illustrato il progetto di Distretto Circolare Verde, o bioraffineria. La società ha sottolineato di non usare il termine termovalorizzatore o inceneritore, visto il sistema tecnologico di ultima generazione utilizzato, che non emette sostanze nocive o ceneri tossiche e non produce scarti da discarica.

Ci vorrà un anno per il progetto definitivo

“Ci sono 511 discariche in Sicilia – hanno detto i relatori – molte delle quali sono esaurite e noi vogliamo contribuire a svuotarle. Ci vorrà un anno per il progetto definitivo, che prevede anche la realizzazione di opere civili e montaggi meccanici, e ne serviranno altri tre per l’avvio. Poi occorreranno poi circa duecento dipendenti per far funzionare il tutto, partendo dall’acquisizione del know how di Eni e dall’assunzione di giovani diplomati e laureati per i quali, nella prima fase di preparazione, è previsto un periodo di affiancamento tecnico. Fondamentali inoltre, saranno lo scambio e la collaborazione con l’università del territorio”.

Il progetto prevede tecnologie integrate per la transizione energetica in un processo di economia circolare e di decarbonizzazione. Attraverso la conversione chimica del carbonio e dell’idrogeno contenuti nei rifiuti si possono ottenere prodotti chimici e carburanti a basso contenuto carbonico, recuperando rifiuti non riciclabili. In breve, i benefici sarebbero quattro: decarbonizzazione, riciclo, occupazione e riduzione delle importazioni dall’estero, a tutto vantaggio delle economie locali. I comuni che ospitano impianti di questo tipo, e anche quelli che ne usufruiscono, sarebbero destinatari di vantaggi fiscali ed economici. Il tutto è stato supportato da una serie di documenti e relazioni: uno studio dell’Università La Sapienza, che ha dato la disponibilità per chiarimenti, annunciando la possibilità di un tour virtuale in Giappone, dove gli impianti sono operativi.

Tutti argomenti convincenti, ma l’Amministrazione comunale del sindaco Lucio Greco continua a non sbottonarsi troppo sul tema. “Dev’essere la comunità locale a decidere – ha detto il primo cittadino – dopo essere stata coinvolta e ben informata. È una materia sensibile e il nostro territorio ha già pagato un prezzo troppo alto in termini di ambiente e di salute, per cui vogliamo valutare in termini scientifici approfonditi, dopo analisi specifiche con esperti in materia”.

Il sindaco di Gela: “Vogliamo un confronto sereno con la Regione”

“Non ci piegheremo – ha aggiunto Greco – a scelte calate dall’alto, ma vogliamo un confronto sereno con la Regione per capire perché la decisione abbia interessato il nostro territorio, già individuato per aiutare l’intera Sicilia a uscire dall’emergenza rifiuti. Vogliamo anche capire cosa si intenda fare, da un punto di vista infrastrutturale, per migliorare i collegamenti viari, ferroviari e marittimi, nel caso in cui questo impianto dovesse nascere”.

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