Giovanna Zizzo: "Mia figlia uccisa a 11 anni per ritorsione"

Giovanna Zizzo: “Mia figlia Laura uccisa a 11 anni per ritorsione nei miei confronti”

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Giovanna Zizzo: “Mia figlia Laura uccisa a 11 anni per ritorsione nei miei confronti”

Ivana Zimbone  |
venerdì 25 Novembre 2022

Giovanna Zizzo ha dovuto seppellire nel 2014 la figlioletta Laura Russo e strappare alla morte l'altra figlia, Marika.

Giovanna Zizzo ha dovuto seppellire nel 2014 la figlioletta Laura Russo e strappare dalla morta l’altra figlia, Marika, entrambe accoltellate dal padre a San Giovanni La Punta (Catania). Anche lei ha partecipato all’incontro al Garibaldi – “Donne, storie e violenza: istituzioni, sanità e società per un futuro più sicuro”- portando la propria dolorosa testimonianza.

La morte della figlia Laura Russo e il dolore infinito: la testimonianza di Giovanna Zizzo

“Avevo scoperto che mi aveva tradita per anni – ha raccontato la donna – così, quando ho chiesto una pausa, lui ha deciso di punirmi (…). È stato condannato all’ergastolo, ma abbiamo paura possa uscire prima o poi”.

Ma è possibile che un uomo riesca a uccidere una figlia a coltellate, senza aver mostrato in precedenza alcun campanello d’allarme? “Oggi, dopo 8 anni, col senno di poi, riconosco i campanelli d’allarme che spesso sottovalutiamo perché crediamo che rappresenti la normalità vivere la famiglia in modo irrispettoso, con trascuratezza”, ha spiegato Giovanna Zizzo.

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“Io ero vittima di violenza economica, ma non sapevo dell’esistenza di questa forma di violenza. Oggi purtroppo sì e so che i campanelli c’erano. Ovviamente non si va a pensare che questo possa sfociare in qualcosa di così orribile. Bisogna stare molto attenti e non abbassare mai la guardia. Quando si pensa di avere qualche problema, si deve chiedere aiuto, senza rimanere in silenzio come ho fatto io. Bisogna parlarne e farsi aiutare”.

Da allora, senza un lavoro, è dovuta tornare con gli altri suoi tre figli a casa dei genitori: “Le istituzioni non mi hanno aiutata, se non con frasi d’incoraggiamento – ha confessato -. Perché le vittime collaterali di omicidio, tranne che in poche eccezioni come le vittime di mafia, non sono riconosciute”.

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